Volevo parlarvi di un articolo uscito ieri su Libé, che considero davvero notevole. Un thread su questo perché lo merita.
Sebbene negli anni Libération si sia spostato verso posizioni più liberali, diventando più una testata di sinistra democratica, parliamo pur sempre di un giornale di riferimento della sinistra francese.
Perché è importante fare questa premessa, tautologica e ridondante per molti di voi che lo conoscete bene? In primis, per evidenziare la differenza abissale che intercorre tra la sinistra nostrana, quella più estrema e veterocomunista, ma non solo, e quella francese.
Ma, soprattutto, per mostrare come, quantunque le ali populiste della sfera politica italiana lo rifiutino o si ostinino a ignorarlo, o sottovalutarlo, noi siamo immersi in una realtà interconnessa.
E lo siamo specialmente se si tratta di questioni di politica internazionale o geopolitica. Ovverosia, quello che succede in Italia non passa affatto inosservato. E non è passata inavvertita a Libération il fatto che «Il Cremlino ha trovato spazio nei media italiani».
In effetti, questa è la frase che troviamo come catenaccio del titolo dell’articolo “L’occhio di Mosca”.
Da quando è iniziata l’escalation nei conflitti in #Ucraina, cioè quando #Putin ha trasceso l’occupazione della Crimea e la guerra con le milizie russe e filorusse nel Donbass, che da 8 anni affliggono quel paese, stiamo assistendo a una normalizzazione della propaganda russa...
…nelle nostre reti televisive. Una «onnipresenza di pro-#Putin», come la definisce Libé, difesa quotidianamente, a spada tratta, da schiere di conduttrici e conduttori di talk show in nome di un millantato pluralismo.
Presentatori che si indignano alla minima critica, che gridano alla censura di regime dinanzi l’ipotesi di una indagine del Copasir su questo fenomeno.
E, non solo, sono circondati da personaggi che parlano di pensiero unico malgrado la maggioranza degli ospiti esprimano pensieri a limite (se non effettivamente) del filorusso/filo-#Putin.
Però Libération, che sussiste in un habitat estraneo alla nostra fauna — infatti la Francia si trova, nel 2022, al 26° posto nel World Press Freedom Index, mentre l’Italia è all’58° — non ci sta. rsf.org/en/index
E denuncia come «i sostenitori di Vladimir Putin hanno un tavolo aperto nei talk show televisivi italiani» e come «i loro commenti, spesso oltraggiosi, inondano i talk show».
E il giornale francese va oltre, facendo una ‘analisi comparata’ che sfugge ai più: mettono in relazione i propagandisti russi, le loro dichiarazioni e fatti. Analisi che restituisce l’urlo di Munch della televisione italiana, la cui anima si è «ridotta a brandelli».
La prima considerazione è su Yulia Vityazeva, «una presenza fissa sulla scena televisiva italiana», la giornalista russa «che ha immediatamente riversato la sua bile sulla rete Telegram» quando «il gruppo ucraino Kalush Orchestra aveva appena vinto l'#Eurovision Song Contest»…
…scrivendo che «dovremmo inviare un missile nucleare Sarmat a Torino». Libé fa notare che «il messaggio di rabbia non è passato inosservato in Italia» proprio perché la Vityazeva è ormai un’ospite assidua delle nostre reti.
Poi c’è «l’'editore di Newsfront (un sito web con sede in #Crimea, sottoposto a sanzioni statunitensi per essere un ‘canale di disinformazione’)» il quale «fa parte di una schiera di personalità pro-#Putin regolarmente invitate a commentare la ‘operazione militare speciale’ in…
…Ucraina».
Ma la lista di propagandisti, che oramai — inevitabilmente — abbiamo imparato a conoscere, è lunga e Libération li elenca: «sa Nadana Friedrichson, giornalista del canale televisivo Zvezda (che dipende dal Ministero della Difesa russo) a Piotr Fedorov di VGTRK, gruppo mediatico…
…statale russo i cui dirigenti sono anche sotto sanzioni europee, per non parlare del popolare presentatore Vladimir #Solovyev, il più famoso propagandista del Cremlino, a cui sono state sequestrate due lussuose ville in Italia, questi difensori della causa di #Putin siedono…
…spesso, via Skype, negli interminabili talk show dei canali pubblici o privati italiani».
Ovviamente non poteva mancare il riferimento alla predicazione di Lavrov, gentilmente offerta — poi rivendicata strenuamente da Brindisi — checché ne dica Brindisi, rimarrà una pagina riprovevole nella storia della televisione italiana, capace di scatenare un incidente…
E Libération, osservatore estero che non può essere tacciato di partigianeria, coglie l’essenza della retorica putinista, «ovvero che la NATO lo ha provocato (Putin) e spinto alla guerra»; così come ha riconosciuto il principale esponente italiota dei talk, anzi, dei freak show..
«transalpini» (detto dai francesi, cioè quelli italiani) che Libè descrive così: «sconosciuto al grande pubblico prima del 24 febbraio e dell'inizio dell'offensiva russa in Ucraina, il professore di sociologia del terrorismo Alessandro #Orsini è diventato una star dei…
…media e il portabandiera dei critici del governo ucraino.
Dopo aver invocato a metà marzo una pace immediata con la motivazione che "È una guerra persa in partenza, o diamo a Putin quello che vuole o se lo prenderà comunque", Alessandro Orsini, che ora estende i suoi sproloqui al teatro, è arrivato a spiegare che ‘preferisce che i…
…bambini vivano in una dittatura e non muoiano sotto le bombe in nome della democrazia; un bambino può essere felice anche sotto una dittatura’.».
Benché Giletti abbia dedicato un’intera fetta della sua trasmissione per difendere ciò che l’orgia mainstream putiniana definisce ‘pluralismo’, in attacco alle dichiarazioni di Rula Jebreal, la realtà è che, come «afferma @jacopo_iacoboni, citato nell’articolo, «c'è una…
…specificità italiana. In nessun altro Paese europeo i propagandisti di Putin hanno un tale accesso ai media».
E la conferma, come riportato nell’articolo, ma anche da me, arriva da Kulikov «‘siete gli unici a invitarci’, ha ammesso il politologo filo-Cremlino sotto sanzioni Dmitry Kulikov, riferendosi alle televisioni italiane, intervenendo domenica in diretta in un talk show sul…
…canale privato La 7».
Infine (in verità c’è altro, ma vi rimando all’articolo — breve, ma esaustivo e, soprattutto, efficace), viene evidenziato come «alcuni politici denunciano la presunta volontà di silenziare alcuni programmi.
‘La guerra sta portando a un clima di censura’, ha dichiarato l'ex presidente del Consiglio Giuseppe #Conte, attuale leader del Movimento 5 Stelle, un tempo vicino a Mosca».
E come «anche il leader della Lega Matteo #Salvini si è espresso all'indomani dell'intervento del diplomatico russo su Rete 4: ‘Una cosa è criticare aspramente le sue parole, un'altra è attaccare una grande e libera televisione nazionale’.
L'ex presidente del Parlamento europeo (Forza Italia) Antonio Tajani ha elogiato ‘lo scoop di Mediaset’, prima che il suo collega di partito @elio_vito ricordasse che ‘il soliloquio di #Lavrov rappresenta un mancato rispetto della risoluzione del Parlamento europeo, perché la…
…propaganda e la disinformazione russa sono parte integrante dell'aggressione all'#Ucraina’». Naturalmente non si scordano di ricordare che #Salvini fosse un «sostenitore convinto di #Putin prima della guerra». liberation.fr/international/…
That's all folks. Come sempre, se vi va, fate retweet and spread the words. Principalmente quelle di un articolo che offre un punto di vista così interessante. È la messa insieme di un quadro che molti dovrebbero vedere e cercare di capire.
Ps. aggiungo la traduzione dell'articolo di News Front, cui direttore avete imparato a conoscere grazie a qualcuno: «Il capo della Chiesa cattolica (Il #Papa, ndr) prega "per la salvezza delle anime e dei corpi" dei nazisti»
Et, évidemment, je remercie @libe pour son analyse honnête et efficace.
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Avevo scritto questo sui territori occupati in #Ucraina, come #Kherson, e vorrei aggiungere qualche dato sulla #Crimea, che forse voi non conoscete. Penso che possa aiutare a capire meglio la situazione. Un thread.
A marzo 2020 è entrato in vigore un decreto, emanato dalla #Russia, in base al quale a quasi tutta la #Crimea, 19 comuni su 25, quindi l’80% del territorio della penisola circa, è stato assegnato lo status di “territorio di confine della Federazione Russa”.
Bisogna sapere che nell’ordinamento russo ci sono (almeno) sono quattro categorie principali che gli stranieri non possono possedere in #Russia. Una di queste sono i territori di confine.
Non so se avete letto qualcosa a riguardo, ma c'è una polemica - principalmente da parte di Romania e Moldavia, che viene rilanciata dai filo-#Putin, sull'#Eurovision. Ve ne parlo in un thread 🧵👇
Come se non bastassero le polemiche dei putinisti Worldwide sulla vittoria dell'#Ucraina all'#Eurovision e i tentativi dei media in #Russia, paese che è stato bandito dalla competizione, di sminuire il risultato da loro ottenuto e il supporto della comunità delle cittadine e…
…cittadini europei, i quali hanno dimostrato chiaramente da che parte è il loro cuore, ora i primi due stanno rilanciando un caso scoppiato principalmente in Moldavia. Ma che cosa è successo? In che cosa consiste la new entry nel repertorio filo-genocida? Cerco di spiegarvelo:
A distanza di qualche ora dalla vittoria dell'#Ucraina all'#Eurovision, ho guardato un po' di siti di stampa russi per curiosità, volevo sentire il grado di rodimento regnate in Moscovia in relazione all'evento. Ho preparato una piccola rassegna da condividere con voi. Un thread:
Partiamo da Фонтанка (Fontanka): i highlights del loro pezzo sono i bookmaker, che avrebbero previsto la vittoria e che prima della semifinale la probabilità di vincita era del 49%. #Russia#Eurovision
Poi, parlano dell’appello dei musicisti ad aiutare l'#Ucraina, #Azovstal, la quale viene indicata come dichiarazione politica e vietata dal regolamento. Proseguono sottolineando che il voto è cambiato drammaticamente con la somma del voto popolare.
Penso che molti non capiscano che se non ci sarà una controffensiva efficace, che riesca a cacciare i russi da territori com Kherson e altri da loro controllati, questi diventeranno nuove Crimee. Dopo sarà impossibile perché sarà come attaccare suolo russo.
Se non vogliamo che ogni sforzo venga vanificato, non solo bisogna continuare a fornire loro armi, bisogna farlo velocemente. I russi stanno già cercando di stabilizzare la loro presenza introducendo il rublo, le loro TV e i loro sindaci. I politici che non lo capiscono...
O non sono in grado di fare politica o lo fanno per agevolare Putin. Alcuni di loro chiedono incessantemente a Draghi di riferire in parlamento e di rivotare sugli aiuti. Dicono di farlo in nome della pace e di una fantomatica volontà popolare, che sarebbe evidenziata da sondaggi
Nonostante le minacce della #Russia, per loro aprire un fronte con la #Finlandia sarebbe un suicidio ora. Non si tratterebbe più d'una invasione, come quella in #Ucraina, che si difende, ma di fare guerra a uno Stato che potrebbe colpire il territorio russo se venisse attaccato.
E non parliamo di uno Stato qualsiasi. In primis, la #Finlandia ha già dato prova di poter fare male ai russi in passato. Poi, oggi hanno un esercito moderno, ben addestrato, con standard #NATO, Se hanno trovato difficoltà in #Ucraina, immaginatelo con questo combinato disposto.
Aggiungiamo anche il fatto che la #Finlandia conta quasi 300k effettivi, ha una spesa militare di €6 miliardi/Year e, soprattutto, ha la più grande capacità di artiglieria dell'Europa occidentale. Hanno anche esperienza, le truppe prestano servizio nelle missioni internazionali.
Non bastassero l'interruzione del gas e i cyber attack lanciati, dopo la posizione pro-#Ucraina della #Bulgaria, che si è offerta perfino di riparare elicotteri militari e carri armati rotti per l'Ucraina
Ora sono arrivati disordini, che vedono la manina della #Russia dietro. Sì, perché un partito nazionalista filorusso oggi fa una manifestazione davanti all'edificio del parlamento, a Sofia, chiedendo al governo di dimettersi con la scusa di non aver affrontato la crisi economica.