Dal conflitto ucraino alla crisi da Covid19, il ricorso a tecniche di “guerra psicologica” e di manipolazione dell’opinione pubblica si registra con sempre maggiore frequenza ed evidenza all’interno dei paesi occidentali.
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E’ stato detto che i servizi segreti occidentali hanno condotto una guerra psicologica contro il Cremlino, in particolare utilizzando notizie di #intelligence desecretate come parte di una guerra di informazione contro Mosca.
3/24 edition.cnn.com/2022/03/01/pol…
Cosa singolare rispetto al passato, i responsabili Usa hanno apertamente sbandierato questo impiego dell’intelligence, ammettendo che Washington ha usato l’informazione come un’arma anche se le notizie di #intelligence erano di scarsa affidabilità.
4/24 nbcnews.com/politics/natio…
Tali tattiche sarebbero servite per impedire alla Russia di definire come la guerra viene percepita nel mondo, permettendo ai leader occidentali di sostenere che le loro politiche stanno funzionando mentre devono gestire l'opinione pubblica.
5/24 edition.cnn.com/2022/04/01/pol…
In altre parole, è evidente che la guerra di #propaganda e di informazione condotta dai paesi occidentali è stata non soltanto rivolta contro i russi, ma indirizzata anche alle opinioni pubbliche interne, coinvolgendo possibilmente anche i decisori politici.
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Vi è stata negli ultimi anni una pressione da parte di esponenti del Pentagono e dell’intelligence Usa per utilizzare informazioni desecretate come arma di propaganda in “campagne di influenza”, definite anche come psychological operations (#psyops)
7/24 politico.com/news/2021/05/1…
Ma il confine tra operazioni condotte all’estero ed in patria diventa estremamente labile nella misura in cui contrastare la presunta “influenza maligna di avversari stranieri in patria” è diventata una delle priorità dell’establishment Usa.
8/24 defenseone.com/ideas/2022/03/…
Diventa ugualmente labile il confine fra intelligence e propaganda nel momento in cui gli esponenti della comunità dell’#intelligence ritengono non più di essere portatori di un’interpretazione, ma della “verità”.
9/24 politico.com/news/2021/04/2…
L’#intelligence, così, da strumento di analisi e interpretazione della realtà, diventa un’arma in una guerra di propaganda e informazione, volta non ad avvicinarsi alla verità, ma ad assicurare il prevalere di una #narrazione indipendentemente da quanto essa sia veritiera.
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Risulta poi inquietante la continua propensione a cancellare ogni confine tra realtà e fiction, tra verità e contraffazione, come se il reale potesse essere manipolato ed alterato ad libitum, senza alcun vincolo.
11/24 taskandpurpose.com/news/what-is-p…
Ciò è tanto più rilevante se si tiene conto che la competizione fra grandi potenze pone dei vincoli ferrei, costituiti dai rapporti di forza economici, politici, militari, geostrategici, che una guerra psicologica o d’informazione può intaccare solo marginalmente.
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Anche secondo uno studio promosso dalla #Nato nel 2020, “la mente sarà il campo di battaglia del XXI secolo”, gli esseri umani diventeranno il “dominio conteso”, “l’obiettivo della guerra cognitiva è di colpire le società e non solo gli eserciti”.
13/24 thegrayzone.com/2021/10/08/nat…
Lo studio ammonisce sulla presenza, nel tessuto sociale, di “quinte colonne” i cui membri, consapevolmente o inconsapevolmente, agirebbero “secondo i piani di uno dei nostri competitori” (ancora una volta impersonati principalmente da Cina e Russia).
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Cioè, come abbiamo già visto per Cia e Pentagono, anche all’interno della #Nato vi è chi considera le proprie popolazioni come una potenziale minaccia, potendo ospitare al proprio interno agenti perfino inconsapevoli, o “cellule dormienti”, al servizio del nemico.
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Ci si rende facilmente conto di quanto distruttivo per la #democrazia possa essere un simile approccio, di fatto in grado di marchiare automaticamente ogni forma di dissenso come un’operazione al servizio di potenze straniere.
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Per quanto pericolose la #democrazia, simili idee non sono affatto nuove. L’interesse per la psicologia delle masse e il loro controllo emerse già alla fine del XIX secolo. Una figura chiave a questo proposito è quella di #EdwardBernays.
#Bernays fu uno degli inventori delle moderne tecniche di persuasione per orientare al consumo di massa. La sua arte consisteva nel mostrare alle imprese americane come spingere le persone a bramare cose di cui non avevano reale bisogno.
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#Bernays descrisse le masse come soggetti irrazionali dominati dall’istinto di gregge, evidenziando come “professionisti qualificati” potessero indirizzarle nella maniera desiderata ricorrendo alla psicoanalisi e alla psicologia delle masse.
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In anni recenti, tecniche di scienza comportamentale sono state usate dai governi occidentali per indirizzare i propri cittadini nella direzione desiderata. Tali tecniche, note come #nudging, puntano a modificare il comportamento delle persone sotto una pressione emotiva.
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Il Regno Unito fece da apripista in questo campo, istituendo nel 2010 il Behavioural Insights Team (Bit) come prima istituzione al mondo dedicata all’applicazione della scienza comportamentale alla politica.
21/24 bi.team/wp-content/upl…
Tecniche di #nudging sono state usate in Gran Bretagna e molti altri paesi occidentali per gestire la crisi da #Covid19, in particolare tramite la decisione consapevole di accrescere i livelli della paura nella popolazione.
22/24 coronababble.com/post/the-perse…
La tendenza prevalente nei governi occidentali, in anni recenti, è stata di trattare le proprie popolazioni come soggetti passivi (se non come fonte di potenziali minacce) da indirizzare verso determinati comportamenti e persuasioni, ricorrendo a tecniche di manipolazione.
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Se ti interessano questi temi, e in generale temi di politica internazionale come mondo multipolare, declino dell’Occidente, competizione fra grandi potenze e crisi della democrazia, puoi iscriverti alla newsletter #IntelligenceForThePeople:
24/24 robertoiannuzzi.substack.com
La nuova cortina di ferro nel cuore dell’Europa, determinata dalla guerra economica alla Russia, è solo l’ultimo di una serie di shock economici che negli ultimi 15 anni hanno inferto duri colpi alla #globalizzazione americana e al cosiddetto ordine liberale internazionale.
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La guerra dei dazi, la ridefinizione delle catene di fornitura durante la crisi provocata dal Covid-19, il ricorso americano alle sanzioni contro i propri avversari, sono altrettante misure che hanno progressivamente minato le basi stesse della #globalizzazione.
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Tuttavia, nelle ultime settimane la versione occidentale appare sempre più distante dalla realtà sul terreno.
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Lo stesso Zelensky ha ammesso di recente che circa il 20% del territorio ucraino è ormai sotto il controllo russo.
Le truppe di Kiev hanno quasi completamente perso la cittadina di #Severodonetsk e la provincia di #Luhansk.
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L’imponente dispositivo di sicurezza dispiegato a protezione dell’incontro di #Davos testimonia sia della rilevanza di tale appuntamento, sia del senso di insicurezza delle élite occidentali in questo frangente storico.
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Fondato nel 1971 dal professore tedesco #KlausSchwab, che ne è tuttora presidente, il #WEF ha sempre promosso un’agenda globalista basata sul coinvolgimento del grande capitale privato a prescindere dai differenti sistemi politici in cui si trova ad operare.
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Alcuni chiarimenti sulla questione dei porti ucraini nel Mar Nero e la “crisi alimentare”.
Sebbene in Occidente tutte le accuse vengano rivolte contro la Russia, l’origine primaria di tale crisi risale alla guerra commerciale USA e alle sanzioni. 1/4 johnhelmer.net/the-war-agains…
Sebbene le esportazioni ucraine di grano siano importanti, l’Ucraina è solo il 5° esportatore mondiale, mentre la Russia è il 1°, oltre a essere un paese leader nell’esportazione di fertilizzanti. 2/4
Mosca ha più volte dato la propria disponibilità a garantire l’esportazione del grano ucraino, ed ha aperto 2 passaggi sicuri, uno nel Mar d’Azov, l’altro nel Mar Nero. In Occidente nessuno ha voluto mettere alla prova la disponibilità russa. 3/4
La guerra in corso in #Ucraina non è solo un conflitto per procura Russia-Nato, ma uno scontro che sta ridefinendo gli equilibri fra le due sponde dell’Atlantico e gli stessi rapporti di forza all’interno del continente europeo.
2/16 euractiv.com/section/politi…
Un’#Europa che non può usufruire delle risorse energetiche russe a basso costo né commerciare con Mosca (e chissà, magari un domani neanche con la Cina) è fatalmente più dipendente dal gas liquefatto e dal mercato americano.
3/16 scientificamerican.com/article/the-u-…
La tesi generalmente sostenuta per spiegare la decisione di #Finlandia e #Svezia è che il senso di insicurezza dei due paesi, acuito dalla “gratuita” aggressione russa all’#Ucraina, li avrebbe spinti a rinunciare alla loro neutralità per avere protezione in seno alla #NATO.
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Questa tesi è fallace sotto due aspetti:
1) Come ho cercato di spiegare in un precedente articolo, non è la mancata inclusione dell’#Ucraina nella #Nato che l’avrebbe esposta alle cosiddette “mire espansionistiche” di Mosca.
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