Il presidente della #Serbia, Aleksandar #Vucic, è furioso nei confronti del #Kosovo (e non solo).
In forte discussione la presenza di Belgrado al vertice Ue-Balcani occidentali in programma il prossimo 6 dicembre a #Tirana.
2/n Sotto accusa la decisione del premier kosovaro #Kurti di nominare ministro Nenad Rasic:
"Vergognoso è la parola più mite che si possa usare", ha detto Vucic. "Quell'uomo" - ha proseguito - "ha preso meno dell'1/% alle elezioni".
La posizione di Belgrado è quella espressa
3/n più chiaramente da Lista Serba, il maggior partito della comunità serba in Kosovo, aggiudicatasi nelle ultime elezioni tutti e 10 i seggi riservati alla minoranza serba nel parlamento di Pristina.
L'accusa rivolta a Kurti è di aver "violato l'art. 96 della Costituzione,
4/n il quale prevede che per la nomina di un ministro tra il popolo serbo, che non sia un deputato, deve essere richiesto il consenso della maggioranza dei parlamentari serbi, cosa che Kurti non ha fatto, né Rasic ha il sostegno dei nostri parlamentari".
Come sempre quando si
5/n tratta di #Balcani la situazione è più complessa di quel che appare.
Vucic ha lamentato la mancata condanna della mossa di Kurti da parte di Bruxelles, limitatasi nelle scorse ore ad un (troppo) diplomatico richiamo alla responsabilità di "entrambe le parti". La Serbia ha
6/n protestato per bocca del presidente: "Basta con questi continui appelli alle due parti. Tutti ormai hanno capito che a violare gli accordi e a creare destabilizzazione è la dirigenza di Pristina. Io mi domando cosa verrà dopo. Quale sarà la prossima misura ostile ai serbi".
7/n La realtà è che i due Paesi non riescono a trovare un accordo complessivo: dall'annosa questione targhe (al momento è stata messa una pezza non definitiva) fino alla creazione di una Comunità delle municipalità serbe in Kosovo cui Pristina si oppone. Il premier #Kurti in
8/n questo senso è stato chiaro: "A Belgrado vorrebbero che il Kosovo non sia uno stato, e che la Comunità delle municipalità serbe sia uno stato della Serbia all'interno del Kosovo. (...) Loro non vogliono nulla per i serbi del Kosovo ma vogliono qualcosa contro di noi".
9/n Su questo punto Pristina deve scontare l'opposizione degli USA. Ancora ieri l'inviato speciale Usa per i Balcani occidentali, Gabriel Escobar, ha ribadito che la Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, prevista dall'accordo di Bruxelles del 2013 nell'ambito del dialogo
10/n fra Belgrado e Pristina, sarà creata poiché si tratta di una disposizione legalmente vincolante "per la Serbia, per il Kosovo, per l'UE", ed è un obbligo anche per gli Stati Uniti, che appoggiano il dialogo. A suo avviso, se non si risolverà la questione della Comunità dei
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serbi le crisi si ripeteranno. La presenza della Serbia al prossimo vertice è cruciale. E la situazione (come sempre nei #Balcani) tesa e ingarbugliata. steadyhq.com/it/dangelodario
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Celebrata come vittoria dei manifestanti, raccontata addirittura come inizio della fine della Repubblica Islamica, la propagandata disgregazione della "polizia morale" è invece lo stratagemma tattico con cui il regime tenta di sedare le proteste in #Iran.
2/n Nella speranza di insinuare dubbi nella classe media, forse addirittura di far cessare il sostegno internazionale alle proteste, nella consapevolezza che i soli giovani non basteranno a scardinare il sistema di potere, #Tehran "vende" ai moderati del Paese la parvenza di un
3/n risultato: "Accontentatevi", sembra dire, "togliamo di strada gli uccisori di #MahsaAmini. Fine dei giochi, l'#hijab resta".
La scommessa è che gli uomini che da giorni abbassano le saracinesche dei loro negozi, le madri preoccupate di trovarsi a dover piangere la morte dei
A questi due obiettivi è dedicata l'analisi strategica dell'Atlantic Council, think tank salito agli onori della cronaca in Italia per aver insignito Mario #Draghi del premio di "Statista dell'anno".
2/n La strategia messa a punto dai maggiori esperti di Ucraina e #Russia in una riunione dello Strategy Consortium investe 4 settori: militare, economico, politico e diplomatico.
Le principali raccomandazioni rivolte all'Occidente sono le seguenti:
1⃣ Gli Stati Uniti devono
3/n rendere esplicito il loro sostegno alla vittoria ucraina e alla sconfitta russa rispetto all'obiettivo strategico del Cremlino di distruggere la nazione e l'identità ucraina.
2⃣ Washington non deve farsi intimidire dalle minacce nucleari russe.
3⃣ Gli USA e i loro alleati e
Mario #Draghi era nel giusto.
Presentandosi al Parlamento nel febbraio 2021 per chiederne la fiducia, disse che il suo era "semplicemente il governo del Paese", senza bisogno di alcun aggettivo che lo definisse.
Non mentiva.
E se un anno e mezzo di
2/n scelte pragmatiche, spogliate di qualsivoglia furore ideologico, ispirate esclusivamente dal perseguimento dell'interesse nazionale non è bastato a renderlo evidente, allora le ultime ore sono venute in soccorso dei meno attenti, o dei meno intellettualmente onesti.
Lo hanno
3/n fatto nel modo migliore, nel solo che il tempo galantuomo riconosce sempre: chiarendo l'importanza dei lasciti del suo esecutivo, dandogli atto di aver operato per il bene.
Bastino due esempi.
Se è per governare le emergenze che Draghi è stato chiamato dal capo dello Stato,
🚨🇨🇳
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La #Cina ha ordinato ai suoi colossi tecnologici di aumentare la censura per evitare la diffusione delle immagini delle proteste, dentro e fuori i confini nazionali.
Così occorre approfondire la questione: perché finora Pechino ha insistito con la strategia #ZeroCovid?
2/n A tentare di fornire una risposta geopolitica è stato George Friedman, l'analista geopolitico più importante al mondo.
Se, al netto del malcontento e dei costi imponenti associati a misure così severe, Pechino ha comunque cercato di contenere il Covid le possibili spiegazioni
3/n sono due.
La prima, dice Friedman, "è che il governo stia cercando di contenere una mutazione di cui il mondo esterno non è a conoscenza. Questa ipotesi è evidentemente dubbia, e in ogni caso non c'è stato il numero di vittime che ci si aspetterebbe da un nuovo ceppo più
🚨🇮🇷 IRAN: DOCUMENTO SEGRETO, "POPOLO IN STATO DI RIVOLUZIONE". LA GRANDE PAURA DI KHAMENEI
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Qualora fosse autentico il report pubblicato da #Iran International ci troveremmo dinanzi ad un fatto tanto nuovo quanto clamoroso: la presa d'atto del regime di #Tehran che le
2/n proteste nel Paese costituiscono una minaccia senza precedenti per la Repubblica Islamica.
In un documento di 123 pagine attribuito alla Fars, l'agenzia dei pasdaran, redatto ad uso e consumo del comandante in capo delle Guardie Rivoluzionarie Hossein #Salami, è all'ayatollah
3/n #Khamenei in persona che viene ascritta la seguente profezia: "I disordini non finiranno presto".
La Guida Suprema ne ha per tutti: ne ha per il presidente #Raisi, recentemente contestato in pubblico (fatto inaudito in Iran, come si nota dalla sua stessa sorpresa), ne ha per