🚨🇺🇦RETROSCENA 1/n Pochi giorni a Natale. Volodymyr #Zelensky viene ricevuto da Joe #Biden alla Casa Bianca. Per il primo viaggio all'estero dall'inizio dell'invasione russa, il presidente ucraino ha fissato l'asticella molto in alto. Il leader del mondo libero lo ascolta
2/n attentamente all'interno dello Studio Ovale, così come ha fatto per giorni e giorni al telefono, ormai da quasi un anno. Ma guardarsi dritto negli occhi è altra cosa. E forse nemmeno il navigato presidente USA si aspetta di ricevere quella richiesta. Sa che l'Ucraina ha
3/n urgente bisogno di un salto di qualità nel sostegno alla sua causa, di armi più potenti, ma quando Zelensky chiede la consegna di missili a lungo raggio e carri armati, la questione cambia.
Sulla prima richiesta il "no" americano è netto: le assicurazioni di #Kyiv non bastano
4/n , e Washington non vuole concedere a Mosca il lusso di raccontare l'ennesima guerra per procura americana. Ma sulla seconda, quella dei tank, Biden concede uno spiraglio. Le settimane successive lo renderanno prima un varco, poi un'autostrada da percorrere.
A fare la
5/n differeneza è stata la politica. Ma anche la volontà di un uomo: il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Quando la questione viene studiata nel dettaglio, infatti, il Pentagono non esprime dubbi di sorta: tocca a Berlino fare la prima mossa. I #Leopard di fabbricazione
6/n tedesca sono gli esemplari che meglio rispondono alle esigenze di #Kyiv sul campo di battaglia, assicurano i generali a stelle e strisce. Un concetto ribadito a Biden dal segretario alla Difesa #Austin e dal capo di stato maggiore #Milley in persona. I militari fanno il loro
7/n mestiere quando insistono sul fatto che gli #Abrams non sono ciò che occorre all'Ucraina. L'inquilino della Casa Bianca parla al telefono con il Cancelliere #Scholz in più di un'occasione, caldeggia l'invio dei "felini", ma ogni volta ha la sensazione di trovarsi di fronte ad
8/n un nuovo insormontabile "muro di Berlino".
Lo sforzo della diplomazia americana è mastodontico. Il capo del Pentagono anticipa la partenza per #Ramstein di un giorno. Incontra nella capitale tedesca Boris #Pistorius, il neo-ministro della Difesa tedesco, ancora fresco di
9/n giuramento. Gli porta il messaggio degli Alleati: il vertice del Gruppo di Contatto per la Difesa dell'Ucraina, previsto per il giorno successivo nella base militare americana, è l'occasione giusta per mostrare al mondo, ma soprattutto a Mosca, che l'Occidente è unito nel
10/n sostegno dell'Ucraina. Ma la Germania non si smuove. Un funzionario di Berlino, citato dal Financial Times, prova a giustificare la posizione tedesca accusando gli Alleati di non aver compreso la particolare sensibilità teutonica in materia di carri armati: "Se carri armati
11/n con croci tedesche compaiono sul campo di battaglia, #Putin può dire: 'Guarda, è quello che ho sempre detto, la #NATO sta intervenendo in questa guerra'. È una narrazione di Russia Today che ha molta risonanza in America Latina e in Africa e dobbiamo esserne consapevoli". I
12/n tedeschi prendono tempo. Anzi, ne perdono. Ma in quelle ore si aggiunge un altro rischio: quello di una frattura sull'asse Washington-Berlino che rischia di sfociare in una questione personale.
13/n pronunciato da Biden.
- La fiducia "tradita" durante i colloqui tra il numero 1 del Pentagono Austin e gli ufficiali tedeschi.
- La strigliata del pupillo di Biden nell'amministrazione (pare abbia colpito anche Mario #Draghi nella sua esperienza a P. Chig) alla controparte
14/n berlinese. steadyhq.com/en/dangelodario
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1/n Alle 21 di Londra, le 20 italiane, la BBC manderà in onda "#Putin Vs the West", documentario straordinario dedicato a Vladimir Putin e alle sue relazioni con il leader internazionali. Ma un'anticipazione dedicata alla telefonata intercorsa fra il leader del Cremlino e Boris
2/n Johnson sta già facendo discutere.
I fatti: l'ex primo ministro del Regno Unito ha dichiarato di aver ricevuto - prima dell'invasione - una minaccia da parte del presidente russo.
Essa ha avuto luogo in quella che viene descritta come una "lunghissima" telefonata nel
3/n febbraio 2022.
In risposta all'avviso di Johnson, secondo cui la guerra sarebbe stata per la #Russia una "catastrofe totale", Vladimir Putin rispose che "gli sarebbe bastato un minuto".
Come contestualizzare questa frase? Johnson ha ricostruito il colloquio, sostenendo di
1/n Il memorandum confidenziale redatto da Mike Minihan, alto generale dell'aeronautica USA, è da intendersi come un inquietante memento.
Mai un comandante militare del suo livello si era spinto ad azzardare uno scontro tanto ravvicinato tra Stati Uniti e Cina, indicando nel 2025
2/n la data di un possibile, se non addirittura probabile, conflitto.
Nel documento riservato ottenuto da NBC News e visionato dal Financial Times, l'attuale vertice dello US Air Mobility Command si rivolge ai suoi superiori trasferendo il senso del dramma di cui è ambasciatore.
3/n "Spero di sbagliarmi - scrive - Il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025".
Ma le valutazioni di un uomo come Minihan non si basano soltanto sui suoi umori. Il generale vede un allineamento dei pianeti, intesi come "la squadra di Xi, la logica e l'opportunità".
🚨🇮🇹🇱🇾 1/n Attenzione a quanto sta accadendo in #Libia in questi minuti. Nel giorno della visita di Giorgia #Meloni a #Tripoli, decine di manifestanti prendono d'assalto la sala di controllo della Mellitah Oil & Gas, società libica che collabora con #Eni chiedendo di tagliare le
3/n Fonti del comparto petrolifero della Mellitah Oil and Gas Complex: la pressione del #gas verso l'#Italia dal gasdotto #Greenstream è stata diminuita del 50%.
🚨🇮🇱 #Israele. Almeno cinque persone uccise in una sparatoria nel quartiere di Neve Yaakov a #Gerusalemme. Tensione alle stelle.
2/n L'assalitore avrebbe preso di mira una sinagoga. Il bilancio delle vittime è in aumento: Channel 12 parla di 8 morti. Il terrorista sarebbe stato "neutralizzato".
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In capannoni come questi, nella contea di Greenville, South Carolina, si lavora già alla prossima svolta della guerra in #Ucraina. #LockheedMartin, azienda fornitrice numero uno negli Stati Uniti per il settore difesa, sta aumentando la produzione di aerei da
2/n combattimento #F16. E non per caso.
Contattato dal Financial Times, Frank St. John, chief operating officer di Lockheed Martin, ha infatti svelato l'esistenza di "molte discussioni" sul trasferimento di F-16 all'Ucraina da parte di Paesi terzi. In un meccanismo simile a
3/n quello che ha visto Berlino bloccare per settimane la cessione dei #Leopard a #Kyiv, l'amministrazione USA ha infatti a sua volta potere di veto sulla cessione di caccia di fabbricazione americana. Ma nel caso in cui la Casa Bianca desse semaforo verde, l'azienda
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Il dramma di un uomo, di una famiglia, di una nazione: è quello raccontato da Volodymyr #Zelensky in un'intervista esclusiva a Sky News UK.
Il presidente ucraino è tornato con la mente alla notte in cui l'invasione russa è iniziata, descrivendola come l'inizio di una lunga e
2/n difficile giornata che non si è ancora conclusa.
Zelensky ha ricordato le esplosioni, le telefonate, soprattutto le parole rivolte alla moglie Olena: "Tieniti pronta. Dovresti preparare i nostri figli e dire loro cosa sta succedendo. E tenerli pronti. Perché non sarà sicuro
3/n restare nella residenza presidenziale".
Su quanto i russi si siano avvicinati a lui nelle prime ore dell'invasione, Zelensky ha ammesso: "Nessuno lo sa. C'erano alcune persone imprigionate in questo distretto, nel distretto governativo, e questo è a pochi km da qui. C'erano