Alla fine dell'89 tutto filava liscio. La finanziaria approvata per tempo anche senza i provvedimenti collegati. Visto che eravamo in tempo di prosperità e lauti guadagni delle imprese, il decretone puntò soprattutto su questi. E ne prese una bella fetta. Circa 2mila miliardi. 
Quando una società compra un macchinario o un capannone, lo ammortizza. Cioè lo spesa in più bilanci, in più anni. Se gli utili sono copiosi cerca di anticipare il residuo pagamento utilizzando ecc.ecc. Beh. lo Stato cominciò col limitare fortemente gli ammortamenti anticipati.
Sul fronte delle spese cominciò a destinare 100 miliardi alla Rai (come faceva sempre). Visto che non ne voleva sapere di governare i propri conti, la RAi aveva un bisogno impellente di soldi per non doversi presentare al cospetto di un giudice fallimentare.
Poi fece un'altra cosa (che faceva spesso): decise di aumentare del 15% gli stipendi dei dirigenti statali. Naturalmente si guardò bene dal chiedere loro efficienza o risultati pena il loro licenziamento, o trasferimento, o retrocessione.
La storia d'Italia è costellata di imprese che hanno fatto di tutto per sfuggire al fisco, per trovare scappatoie. Ma gli ammortamenti anticipati erano sì un modo per pagare meno tasse, ma anche un modo per mettere fieno in cascina per i tempi di crisi.
Purtoppo la Rai e i dirigenti pubblici venivano prima di tutto. Anche delle imprese italiane, Buon Natale 1989.
