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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Durante il Fascismo la fotografia è stata un importante veicolo propagandistico della dittatura. L’immagine del Duce era ovunque. Nelle città e nelle campagne, funzionando come un messaggio pubblicitario.
Nel 1925 venne creato l’Istituto Luce. Un’organizzazione pubblica di informazione e propaganda attraverso le immagini. Malgrado l’Istituto avesse a disposizione un numero vastissimo di foto, solo alcuni tipi di fotografie venivano pubblicate. Quelle che servivano alla causa.
Le fotografe devono rispettare alcune regole. Il duce deve presentarsi come figura carismatica, un modello che tutti gli italiani devono imitare. Inquadrato sempre dal basso. Lo sguardo pensieroso, ma acuto e profondo. Il proprio corpo virile
Se la fotografia non rispettava certe regole veniva censurata. Questa per esempio. #MdT 12/11/1924 -. Mussolini posa da muratore, ma lo scatto non lo soddisfa e viene censurato.
E pure questa fotografia. #MdT 19/08/1936 Agro Pontino. Fotografia censurata. E poi quelle due che ridono di lui… (di loro non si seppe più niente. Sto scherzando…..)
Anche qui non ci siamo. Fotografia censurata. Mussolini non sopporta abiti che lo ingrassano.
E ci mancava anche il gerarca che cade in acqua. Fotografia censurata.
Però c’erano fotografie che dovevano essere diffuse, ma avevano imperfezioni. E allora interveniva una pratica diffusa in tutto il mondo. “I falsi di regime”.
Uno dei “falsi di regime” del fascismo fu questa immagine. Raffigura Mussolini in splendido isolamento capace di controllare la propria cavalcatura senza nessun aiuto. In realtà i “falsi” di questa fotografia sono parecchi. Facciamo un passo indietro.
Al fine di guadagnarsi il favore degli arabi Mussolini decide di farsi conferire il titolo di protettore dell'islam. Il 19/03/1937 la spada dell'Islam viene consegnata al Duce dal berbero Iusuf Kerisc durante una sontuosa cerimonia. bit.ly/1ja1ODX
I giornali italiani diedero molto spazio a questo evento, ma la cerimonia faceva ridere tanto era assurda.
Come raccontata sembra che la spada sia un regalo del mondo arabo al Duce. In realtà la spada l’aveva fatta fare, e portata in Libia, dallo stesso Mussolini.
A costruire il prezioso manufatto (aveva arabeschi, una lama dritta a doppio filo e con elsa e fregi in oro massiccio), era stata una grande ditta artigiana la “Picchiani e Barlacchi” di Firenze su ordine dello stesso Mussolini. bit.ly/1lxjwCY
Ricordate la fotografia con Mussolini a cavallo con la Spada dell’Islam in splendida solitudine? Beh, era stata modificata. Il cavallo stava immobile perché c’era un palafreniere a tenerlo fermo. Mussolini aiutato a tenere fermo un cavallo? Via, tagliato.
Che fine fece la Spada dell’Islam? Rachele Mussolini : "Era conservata in una teca di vetro alla Rocca delle Caminate. Fu rubata nel 1943".

Mussolini a cavallo faceva parte di un classico vizio di tutti i regimi: manipolare le foto. E non solo le foto.
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