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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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C’è chi descrive la realtà nella sua interezza. E poi c’è chi fa propaganda, che è una descrizione parziale e spesso falsa della stessa realtà. La propaganda mira ad influenzare le opinioni e il comportamento altrui, a vantaggio di qualcuno, per determinati obiettivi.
Quante tecniche esistono per creare falsi messaggi, per fare della propaganda credibile? A decine. Si va dalla "conventio ad tacendum", dove si scelgono le notizie da dare e quelle da nascondere, al “ricorso alla paura” per creare qualche ipotetico nemico.
Del “ricorso alla paura” fu maestro Goebbels, che riuscì a convincere milioni di tedeschi che qualcuno voleva la loro morte (si servì delle idee e dei libri di Theodore N. Kaufman, uomo d'affari e scrittore ebreo americano)
Poi c’è la tecnica del “capro espiatorio”per colpevolizzare qualcuno. E l’”effetto gregge” tipo “tutto il popolo è con noi, unisciti”. E poi la tecnica delle "banalità scintillanti”, propaganda dove devi inserire parole come amore, patria, casa, famiglia, libertà, gloria e onore
Poi c'è la “testimonianza”. Tipo“abbiamo ragione perchè lo dice un Premio Nobel”. E la “generalizzazione, ma dipende”. Un tipo X commette un reato, tutti i tipi X sono delinquenti. Un tipo Y commette un reato, andiamoci piano, non generalizziamo, la responsabilità è personale”
E molte altre tecniche. Esiste tutta una letteratura su come acquisire e mantenere il potere creando e manipolando la realtà. Però a volte ci vuole qualcosa di speciale. Qualcosa di eccezionale. Come seppe fare la propaganda nazista nel 1944.
Alla fine del 1943 girava voce che i campi di concentramento non fossero esattamente degli ostelli per gli ospiti. La Croce Rossa Internazionale voleva conoscere le condizioni di reclusione dei prigionieri ebrei e la pressione su Belino era asfissiante.
Nel 1944 Himmler decise che l’unico modo per zittire le voci era quello di far visitare un campo, così da convincere il mondo che gli ebrei venivano trattati umanamente.
Così fu scelto il campo di Theresienstadt (noto come il ghetto di Terezín)
Il ghetto era stato creato nel 1941 in una fortezza del XVIII secolo. Nel ghetto erano stati deportati gli ebrei anziani e alcune categorie sociali: intellettuali, scultori, attori, musicisti e compositori di fama internazionale. Ecco perché fu scelto quel luogo.
Prima della visita della Croce Rossa cominciarono i lavori. C’era da risolvere il problema del sovraffollamento. Via 7.503 persone verso il campo di Birkenau. E poi via ad attività culturali e sportive. Edifici ridipinti, un teatro, un palco per l’orchestra e sistemi igienici.
E poi negozi, scuole e vie dai nomi fantasiosi. Per ogni camera non più di tre occupanti. Gli ospiti della Croce Rossa potranno persino apprezzare l'esecuzione dell'opera musicale Brundibar (scritta dal deportato Hans Krása) eseguita dai bambini del campo.
#MdT 23/06/1944 - La delegazione della Croce Rossa Internazionale guidata da Maurice Rossel, giunge in visita a Terezín.
I bambini giocano, uomini e donne felici mentre lavorano. Liberi di sviluppare la loro arte, dalla musica alla pittura.
(nella foto Russel nel campo)
La delegazione si fermò a Terezin una giornata e, come raccontò Maurice Rossel, scattò molte fotografie. Rossel, in un rapporto, scrisse di essersi stupito d’aver trovato una città che viveva una vita normale, e che gli abitanti del ghetto non venivano trasferiti.
Già. Alla delegazione era stato concesso di guardare ovunque, Di scattare foto, aprire ogni porta e soddisfare ogni curiosità.
Ma erano stati ingannati.
Ma non era finita.
Perchè ”l’inganno del ghetto di Terezin” non era ancora concluso.

Al prossimo thread.
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