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Per tornare sulla faccenda del #revengeporn, ripicche da cortile a parte: è un bene che questo reato abbia una fattispecie precisa e pene specifiche. Benissimo. /1
Il problema, però sussiste: ed è un problema di natura culturale, che ha a che vedere con il consenso, con l'idea che abbiamo di sessualità, e con il disprezzo per le donne in generale, ma in particolare per le donne libere, il cui consenso viene invalidato. /2
Siamo ancora un paese in cui il rimedio alla violazione del consenso sarebbe (secondo molti) non farsi foto erotiche. Siamo ancora il paese in cui si accetta che le donne si debbano guardare costantemente anche dagli uomini di cui si fidano. /3
Dalle donne si pretende che abbiano gli occhi anche dietro la testa ed evitino qualsiasi comportamento "a rischio", il che, stringi stringi, equivale a "esistere essendo femmina". Ricordate Chiara Poggi? Casa, chiesa e università, e morta ammazzata in pigiama a casa sua? /4
Per tornare al punto originale: le fattispecie di reato vanno bene, ma bisogna agire su più fronti. Quello culturale, di sicuro. Ma anche quello per cui è difficilissimo far rimuovere un contenuto diffuso senza consenso. /5
È anche molto difficile, spesso, capire chi sia stato il primo a diffonderlo, quel contenuto; e anche qui, oltre che sul tracciamento, bisogna agire sulla cultura. Far passare l'idea che continuare a visualizzare e diffondere video o foto rubate sia sbagliato. /6
Il Fappening - ve lo ricorderete - non avrebbe avuto la diffusione che ha avuto se ci si fosse rifiutati di visualizzare e diffondere le immagini sottratte. Se lo chiamiamo #revengeporn, invece, è perché consideriamo quasi giustificato il godimento di chi ne fruisce. /7
Il porno, di per sé, prevede il consenso di tutte le parti: quello degli attori e quello degli spettatori. È una forma di intrattenimento in cui tutti sono consapevoli del proprio ruolo. Quello che chiamiamo #revengeporn non è porno: è una violazione. /8
Fra il cosiddetto #revengeporn e il porno vero e proprio passa la stessa differenza che c'è fra lo stupro e il sesso: il consenso è il nucleo di tutto. E come nel sesso, il consenso ha un limite: io posso voler fare delle foto erotiche, ma voglio decidere chi le vede. /9
Dobbiamo uscire dalla logica del "Tanto, che male c'è?" Diffondere materiale erotico sottratto ora è reato: ma deve essere anche una violazione dell'etica, del rispetto, del consenso. Deve essere sbagliato anche se non si è direttamente responsabili della prima diffusione. /10
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