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1) A giugno 2019 gli occupati diminuiscono di 6mila unità, apparente stop dopo alcuni mesi di crescita, su base annua la crescita resta positiva con +115mila. 
2) Il saldo è il risultato di 15mila femmine occupate in più e 21mila maschi. Su base annua le donne tornano a guidare la crescita occupazionale.
3) Il tasso di occupazione sale al 59,2%, il più alto dall'avvio delle serie storiche, siamo a 23,4 milioni di occupati. Restiamo comunque al penultimo posto in Europa, ma in crescita.
4) Diminuiscono anche i disoccupati di 29mila unità (-288mila nell'anno), il tasso di disoccupazione scende al 9,7%. Calo determinato da under 24 (-28mila) dove aumentano però dello stesso numero inattivi e 35-49enni (-15mila).
5) A giugno quindi diminuiscono occupati, disoccupati e gli inattivi. In pratica si è contratta la forza lavoro (le persone tra i 15 e i 64), vedremo nei prossimi mesi le cause, nel frattempo teniamone conto nel leggere i dati. Ipotesi principalE è quella demografica, ovviamente.
6) I -6mila occupati sono il risultato di una crescita di 52mila lavoratori dipendenti e un calo di 58mila autonomi. Buona la performance del tempo indeterminato che cresce di 43mila unità e di 177mila su base annua rispetto ai +14mila a termine.
7) Brusco calo della disoccupazione giovanile (-1,5%) che scende al 28,1% ai minimi dal 2011. Aumentano però meno gli occupati (+0,1%) degli inattivi (+0,4%).
8) L'occupazione aumenta poi in tutte le altre fasce d'età. Un po' più marcata nella fascia 25-34 anni dove diminuiscono gli inattivi ma aumentano i disoccupati.
9) Depurata dalla componente demografica l'occupazione aumenta soprattutto per gli over 50 (+2,1%) e meno (+0,4%) per gli under 35, come sempre ormai da anni.
10) In sintesi: dati più complessi di quanto sembri. Diminuisce la forza lavoro e questo cambia le carte in tavola. Positivo l'andamento degli occupati permanenti, più luci e ombre nel rapporto tra disoccupati e inattivi.
