Quello che sta accadendo in #Algeria è epocale. Una mobilitazione che dura ormai da 9 mesi,con pochi precedenti nella storia per durata,costanza e partecipazione, si avvicina all'appuntamento cruciale: quello delle elezioni truccate organizzate dal governo in carica >
illegalmente ormai da luglio. Le elezioni servono al governo dei militari (che nei fatti governano il paese fin dal golpe subito successivo all'indipendenza) per rifarsi una parvenza di legittimità con i paesi occidentali e del Golfo, grandi partner commerciali. >
> Tra questi paesi, zitti zitti, ci siamo noi. L'Eni ha pagato 200 MILIONI DI $ di tangenti ai politici algerini. Il processo si è svolto a Milano, nell'incredibile silenzio dei nostri media (in Algeria invece se n'è parlato eccome). milano.corriere.it/notizie/cronac…
Il movimento algerino è riuscito a bloccare la rielezione per un quinto mandato del presidente "eterno" Bouteflika, e nel corso dei mesi molte figure importanti a lui legate sono finite in carcere con accuse pesanti. Per molti, un teatrino per sostituire una cricca a un'altra>
I manifestanti chiedono la partenza della cricca militare corrotta al potere che ha "sequestrato" la rivoluzione anti-coloniale, la persecuzione giudiziaria di chi ha rubato, e l'organizzazione di elezioni libere. Molti parlano anche di una costituente, dato che la costituzione >
> è stata negli anni modificata per dare poteri immensi al presidente. La lotta anti-coloniale è un continuo riferimento per i manifestanti, che si richiamano ai principi dei partigiani che volevano un Algeria libera e democratica. >
Da 42 settimane le manifestazioni si svolgono senza abboccare alle tante provocazioni della polizia, con una maturità immensa da parte di tutti. Centinaia gli arresti ad #Algeri, unico luogo in cui c'è stata una repressione davvero feroce, in particolare contro chi >
>è e sceso in piazza con la bandiera dell'identità berbera (quella che si vede nel video qui sotto). Nel paese ci sono diverse lingue e identità, e il potere gioca da sempre su queste differenze, fomentando divisioni. Questa volta non ha attaccato.
Ora il movimento - detto hirak - ha chiamato a uno sciopero generale di 4 giorni a partire da domenica. Tutto è organizzato in modo spontaneo, sui social media, ed è difficile prevedere quanto sarà grande l'adesione, soprattutto nelle importantissime aziende energetiche di stato.
Quel che è certo è che la mobilitazione non è per nulla affievolita dai 9 mesi di marce. Basta guardare queste foto
Se la rivoluzione algerina riuscirà, non è possibile prevedere cosa potrebbe accadere nel resto dell'Africa e dei paesi arabi. Potrebbe essere un esempio per molti altri paesi. E di certo dovrebbe esserlo per noi. NOI dovremmo essere i primi a imparare dagli algerini, che >
> con la loro dignità, la loro maturità, il loro umorismo, la loro gentilezza, hanno saputo sostenere 9 mesi di marce. Ogni settimana scendono in piazza famiglie, vecchi, disabili, tutti. Le persone si fidano l'una dell'altra, sono solidali, gioiose, determinate.
E questo in un paese dove negli anni '90 i terroristi islamisti hanno fatto 200.000 morti. Dove le persone avevano paura anche di uscire di casa per andare al lavoro o di portare i figli a scuola. Dove i sindacati sono controllati e le libertà politiche sono limitatissime.
Sul serio, guardiamo e impariamo. Perché poche cose sono più belle di un popolo in marcia.
