Per esempio e' un peccato che alle superiori (diciamo scientifico) ci sia un evidente sbilanciamento del programma di matematica verso il continuo (funzioni reali); si fa normalmente poco di matematica discreta e quel poco non si approfondisce quasi per nulla. -->
Ci sono varie ragioni, alcune comprensibili, altre meno (l'idea di fondo e' arrivare al calcolo differenziale visto che serve all'universita', dimenticando che comunque la percentuale di studenti e studentesse che prosegue studi scientifici non e' altissima, e gli altri?)
Da un punto di vista culturale ci sono vasti panorami anche piu' belli dell'analisi reale. Ad esempio sono quasi del tutto sparite le matrici ed e' un vero peccato, la dinamica discreta indotta da una matrice bidimensionale sul piano e' un argomento ricco ed interessante -->
A partire dal problema degli autospazi e dalla loro interpretazione geometrica. Si potrebbe riprendere il discorso di "nascosto" studiando le trasformazioni affini del piano che ammettono due rette unite e mostrare cosa succede se si usano al posto degli assi x e y. -->
E' solo un esempio, nemmeno dei migliori, delle tante cose che ci perdiamo per strada. Il tempo e' limitato, l'interesse bisogna guadagnarselo giorno per giorno (anzi, minuto per minuto) e non e' semplice, ci sono esigenze e vincoli di ogni tipo. -->
Questo pero' non dovrebbe essere di impedimento ad una revisione (anche solo ideale, una lista di desiderata che mai si realizzeranno) degli argomenti e delle metodologie che troviamo nelle indicazioni ministeriali. -->
A volte ho l'impressione che ci venga chiesto di preparare studenti e studentesse per ingegneria (per dirne una), anche quelli che poi faranno altro. Ed e' un peccato perdere di vista l'orizzonte culturale su cosa sia (o non sia) la pratica matematica, applicazioni a parte.
