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Ho in mente, da tempo, una minuscola e modesta proposta per la scuola. Non credo nelle rivoluzioni apodittiche, penso si possa lavorare a piccoli passi. L'idea nasce da una considerazione ovvia, qualcosa che e' sotto gli occhi di tutti. ->
Dai 5 ai 19 anni, studenti e studentesse frequentano la scuola esattamente con la stessa modalita'; banco, fermo per ore, zitto, compito, interrogazione, voto, bocciato o promosso. Si passa attraverso fasi dell'evoluzione devastanti e straordinarie, ma la scuola resta ferma ->
Ovviamente generalizzo e quindi faccio un torto alle tante interessanti sperimentazioni di questi anni, ma lavoro su un discorso generale tralasciando colpevolmente i picchi di creativita' che al momento si intravedono all'orizzonte. ->
Tornando al discorso, dove si colloca in questo iter il passaggio da obbedienza a responsabilita'? Non c'e', a mio avviso: la nostra scuola e' un monumento all'obbedienza. In questo delicato quadro hanno un ruolo determinante le famiglie (e mi avvicino alla proposta). ->
Famiglie che spesso fanno un lavoro meraviglioso, ma che caricano altrettanto spesso ragazzi e ragazze con il peso della prestazione stando fuori pero' dai percorsi educativi. Ci sono genitori che controllano l'ingresso in orario a ragazzi e ragazze di 17 anni. Dal cellulare. ->
(Maledetto registro digitale, maledetto per sempre). Ed ecco la proposta per un piccolo e minuscolo cambiamento di paradigma. Dopo i 16 anni (ma potrebbero essere 15) studenti e studentesse diventino gli unici titolari dei rapporti con la scuola. ->
I genitori non abbiano accesso al registro e ai voti se non con il consenso dei figli e delle figlie. I genitori possano chiedere colloqui con i docenti e le docenti solo se accompagnati dai figli e dalle figlie e solo se autorizzati da loro. ->
Insomma, via i genitori dalla scuola. Che non vuol dire via i genitori dalla vita dei propri figli e delle proprie figlie. Il contrario, si riapra il canale del dialogo sui contenuti, le passioni, le aspettative, le paure. Non sui voti o la condotta o le assenze. ->
Si dia responsabilita' a ragazzi e ragazze, adesso. Troppo presto a 16 anni? Per qualcuno si, per qualcuno forse e' troppo tardi. Si faccia un tentativo, si dia loro la possibilita' di gestire la propria vita scolastica non per obbligo o paura, ma per scelta. ->
Qualcuno si approfittera'? Sicuramente si, lo fanno gia' adesso, in tanti modi. Se diamo a loro il controllo delle proprie azioni l'inciampo non verra' vissuto in termini della sanzione dell'adulto, ma sara' una lezione, anche dura, di vita. Una loro scelta. ->
Forse e' un'idea sbagliata, forse no. Pensiamoci. Sono convinto che non possiamo piu' immaginare una scuola che tratta i ragazzi e le ragazze di 17 anni come se ne avessero 8. Invece di lamentarsi delle nuove generazioni, mettiamoli e mettiamole alla prova. Ci stupiranno.
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