Vedo che l'articolo di Walter Lapini contro il merito e i finanziamenti europei alla ricerca pubblicato ieri sul Corriere ha sollevato molta indignazione anche tra i non addetti ai lavori.
[Minithread per chiarire ai non addetti ai lavori cosa succede nell'università 👇]
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[Minithread per chiarire ai non addetti ai lavori cosa succede nell'università 👇]
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Diversi commentatori hanno giustamente individuato nel modo baronale in cui Lapini e i suoi fan concepiscono l'accademia la ragione che porta tanti nostri ricercatori meritevoli a emigrare.
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Il problema è che i giornalisti e buona parte del pubblico sembrano credere che la cultura retrograda e feudale che trasuda dal pezzo di Lapini sia rappresentativa dell'accademia italiana.
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È vero, baroni e restauratori vari esistono e hanno ancora del potere e un certo seguito, al punto che l'editoriale sul Corriere ha suscitato la òla in un tristemente noto forum di accademici conservatori su Facebook...
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MA:
Nella nostra accademia i "vecchi" tromboni (non per forza sul piano anagrafico) si confrontano con una generazione di studiosi capaci di contribuire al dibattito scientifico internazionale con un ruolo di primo piano.
È importante che il pubblico capisca che...
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Nella nostra accademia i "vecchi" tromboni (non per forza sul piano anagrafico) si confrontano con una generazione di studiosi capaci di contribuire al dibattito scientifico internazionale con un ruolo di primo piano.
È importante che il pubblico capisca che...
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... nell'università italiana c'è una forte tensione tra i conservatori, vecchi o giovani, che vogliono restaurare le logiche baronali, che contrastano il merito e la valutazione della ricerca...
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... e gli studiosi, giovani o vecchi, che credono che la capacità di produrre ricerca scientifica di alto livello debba essere l'unico criterio per il reclutamento e per l'assegnazione dei finanziamenti.
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Tali "fazioni" si scontrano continuamente. Sulla definizione delle norme per il reclutamento degli studiosi e il finanziamento della ricerca, sul disegno di riforme che migliorino l'efficienza e l'equità nell'uso delle risorse...
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... sulla formazione delle commissioni che decidono del reclutamento e dell'assegnazione dei fondi, sulla definizione e il rispetto di criteri di "valutazione della ricerca" (che i conservatori rigettano in ogni sua forma).
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E infine sui concorsi locali, lo strumento principe che i tromboni (o i loro discepoli) usano per riprodurre la specie. Ma non sempre vi riescono. Anzi, vi riescono assai meno spesso, e x questo sono così nervosi. Fateci caso, l'articolo di Lapini trasuda anche rancore e invidia.
I concorsi da ricercatore e da professore li vincono anche studiosi meritevoli che contrastano le logiche baronali tanto rimpiante nell'articolo sul Corriere.
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Sono per lo più queste persone a tenere alta la reputazione dell'accademia italiana nell'inevitabile, e sacrosanta, competizione internazionale.
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Anziché indulgere in facili generalizzazioni, i giornalisti e il pubblico devono riconoscere che l'università italiana è dotata di un vigoroso impeto riformista ed è capace di risultati eccellenti in tutti i campi della ricerca scientifica, a dispetto delle tante zavorre.
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Post scriptum: il thread si trova come sempre srotolato qui facebook.com/fabio.sabatini
Grazie per la pazienza.
Grazie per la pazienza.
