Thread by @Marco_dreams

Quelli che davvero hanno dato la vita per liberare l’Emilia-Romagna. (24)

Sorbolo è un piccolo paese a metà strada fra Parma ed il Po, costeggiato dal Fiume Enza.
Ancora oggi talvolta il nostro fiume ci crea qualche problema, come potete vedere.

Ma quel giorno del 24 Aprile del ‘45 era un’altra ondata che ci preoccupava: gli alleati avevano sfondato la Linea Gotica ed erano già risaliti oltre Bologna. Le truppe tedesche erano in ritirata verso la Germania.
Una marea di soldati allo sbando, disperati e disorientati.

Le bombe degli aerei alleati e il tritolo dei partigiani della Settima SAP “Julia” avevano già messo fuori uso due ponti per tagliare loro la ritirara.
Non c’erano state rappresaglie solo per l’intervento di un sacerdote, Don Giovanni Bernini.

Ma i tedeschi avevano costruito un ponte di legno, del quale i partigiani ed alcuni civili però avevano preso il controllo. Il ponte era vicino ad una frazione di Sorbolo, a Casaltone, in tutto meno di 400 abitanti.

Il pomeriggio del 23 Aprile comincia a passare una lunga colonna di tedeschi che attraversa il paese e punta verso il Nord. I partigiani ne ostacolano i movimenti e danneggiano un mezzo corazzato in transito sul ponte.

Presi dalla rabbia i tedeschi invece di arrendersi reagiscono con violenza e per rappresaglia entrano in paese, saccheggiano ed incendiano alcune case.
E uccidono 21 persone, ventuno civili.

Gli aggressori poi usano i superstiti come scudo per attraversare il paese. C’è anche il parroco di Casaltone, don Giovanni Morini, che invano ha cercato di placare gli animi. Usciti dal paese i tedeschi riprendono la loro fuga e lasciano gli ostaggi.
E una scia di sangue.

Un giorno.
Mancava solo un maledetto ultimo giorno alla Liberazione.
Ma loro non ci sono arrivati, le ultime vittime.
Ragazzi di 15-16 anni, ma persino un bimbo di 4 mesi in braccio alla sua mamma.
Ancora oggi potete vedere la sua lapide in un angolo del cimitero.

Un grazie a @RosannaVaroli che mi ha fatto conoscere anche questo episodio.