Thread by @Marco_dreams

Storie di Partigiani Campani, Veneti, Marchigiani, Liguri, Pugliesi e Toscani. Per non dimenticare. (2)

Fu questione di ore.
Magari non cambiava nulla, ma però è un peccato: solo per tre ore.
Mi sarebbe piaciuto uscire da quello che era chiamato “l’inferno degli inferni.”

Nel Settembre del ‘43 ero un tenente colonnello di Artiglieria ad Ancona. Dopo l’armistizio volevo che l'autorità militare locale organizzasse la difesa della città contro i tedeschi. Ma inutilmente purtroppo: i tedeschi ne hanno poi deportati a miglia di nostri soldati.

I soldati deportati In tutta Italia sono stati fra 650.000 e 800.000, nessuno è in grado di dirlo con precisione.
Si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò e finirono nei lager.
Invece tanti civili di Ancona morirono sotto uno dei più violenti bombardamenti del ‘43.

A Novembre invece ero già con i partigiani, avevo persino cambiato il mio nome in “Annibale”, un nome da condottiero.
Ed in effetti comandavo la Brigata d'assalto "Ancona", che da gennaio 1944 sarebbe poi diventata la 5a Brigata Garibaldi "Ancona”.

Però i fascisti l’8 Febbraio del 44 mi catturarono, e mi torturarono atrocemente. Poi visto che non parlavo mi consegnarono ai tedeschi, che mi mandarono prima a Fossoli e poi a Gusen.
Vi dice niente questo nome?

Ero a 5 Km. da Mauthausen: Gusen I, Gusen II e Gusen III erano i cosiddetti sottocampi del campo principale di Mauthausen.
Poche settimane fa hanno gasato con lo Ziklon due baracche intere, in una c’erano i prigionieri russi, nell’altra poveri ammalati in fin di vita.

Questa era la condizione in cui hanno trovato i miei compagni quando li hanno liberati.
Si moriva di stenti, di fame, di tifo, di freddo.
E di disperazione.
Eravamo come morti viventi, non c’era più nulla di umano in noi.

Io invece, Gino Tommasi, non ho avuto questa fortuna.
Sono morto tre ore prima che gli americani liberassero il campo.
Era il 5 Maggio del 1945.
Tre ore solo, una vita.