Mario #Draghi è atterrato a Monaco di Baviera. Adesso direzione #Elmau, per il #G7 in #Germania. Previsto per le 12:00 il saluto di benvenuto del padrone di casa, il cancelliere #Scholz.
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Qui l'arrivo di Joe #Biden, accolto da #Scholz. Occhio però al prossimo video, perché ho l'impressione che qualcosa non sia andato per il verso giusto nell'organizzazione tedesca. E a farne le spese è stata, ancora una volta, Ursula von der Leyen.
Non parlo tedesco, ma ho la netta sensazione che #Scholz, tutto preso ad accogliere #Biden, abbia dimenticato di riservare lo stesso trattamento ad Ursula #vonderLeyen.
La presidente della Commissione UE sullo sfondo, ostenta un sorriso di classe, ma nessuno le va incontro.
Potrà farvi piacere o meno, ma la sintonia tra #Draghi e #Macron è ormai un fatto (geo)politico, ed è sempre più evidente dalla frequenza, e dalla costanza, con cui si cercano, con cui si parlano, ogni volta che ne hanno l'occasione.
Simpatico siparietto fra Boris Johnson e Justin Trudeau. II premier inglese, sedendosi a tavola, ha chiesto se fosse il caso di levarsi la giacca. Il canadese ha suggerito di aspettare la foto di famiglia. Il britannico ha allora insistito: "Dobbiamo tutti dimostrare che siamo
più duri di Putin". Pronta la replica di Trudeau: "Allora meglio una cavalcata a cavallo torso nudo". Grasse risate fra gli altri Grandi.
I leader del G7 vogliono mobilitare 600 miliardi di dollari su un programma di iniziative infrastrutturali per il mondo in via di sviluppo nei prossimi 5 anni, un progetto alternativo, oserei dire "in concorrenza", alla Nuova via della Seta, della Cina.
In particolare, ha annunciato la Casa Bianca, 200 miliardi proverranno dagli Stati Uniti (sia fonti pubbliche che private). C'è in palio il ruolo di Numero Uno del pianeta
L'iniziativa, chiamata 'Partnership for Global Infrastructure and Investment' "fornirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei paesi in via di sviluppo, rafforzare l'economia globale e le catene di approvvigionamento e far progredire la sicurezza USA".
Dico solo una cosa: immaginate l'imbarazzo provato da #Draghi da premier di un Paese, unico nel G7, ad aver aderito sotto il governo #Conte alla Nuova via della Seta. La stessa che il nuovo piano di investimenti annunciato oggi si propone di contrastare.
Grazie Presidente.
#Biden: "Quando le democrazie si uniscono, non c'è nulla che non possano realizzare". Poi, presentando l'iniziativa sulle infrastrutture al G7, ha spiegato: "Questo piano non è carità. È un investimento che avrà un ritorno per gli americani e per tutti i cittadini del mondo".
Nelle parole di #Draghi la conferma del fatto che quella nei confronti della Russia è una rottura storica, destinata a restare: "Anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo.
Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza della Russia".
Per sempre è il passaggio chiave.
L'intelligenza tattica di #Draghi per ottenere l'appoggio USA sul price cap del gas: "Mettere un tetto al prezzo dei combustibili fossili importati dalla Russia ha un obiettivo geopolitico oltre che economico e sociale. Dobbiamo ridurre i nostri finanziamenti alla Russia".
La frase più "politica" pronunciata da Mario #Draghi premier: "Dobbiamo evitare gli errori commessi dopo la crisi del 2008: la crisi energetica non deve produrre un ritorno del populismo. Abbiamo gli strumenti per farlo: dobbiamo mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi
dell'energia, compensare le famiglie e le imprese in difficoltà, tassare le aziende che fanno profitti straordinari".
"Continueremo a sostenere l'Ucraina dal punto di vista finanziario, umanitario, militare e diplomatico e a stare al suo fianco fino a quando servirà".
È ciò che si legge nella bozza delle conclusioni del G7. È ciò che mi auguravo di leggere.
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Siete pronti? Fatevi trovare per le 10:00: è a quell'ora che inizia la seconda sessione di lavoro dei leader del #G7.
"Nessun missile russo, nessun attacco può spezzare il morale degli ucraini. E ciascuno dei loro missili è un argomento nei nostri negoziati con i partner": lo scrive su Telegram questa mattina il presidente ucraino #Zelensky. Poco prima del suo videocollegamento al #G7 di Elmau.
Vi porto DENTRO la stanza in cui si prendono le decisioni che contano.
#Draghi dopo l'intervento di #Zelensky al #G7: "Putin non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell'Ucraina. Se l'Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l'Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace".
I Paesi del #G7 continueranno a "esplorare nuovi modi per isolare la Russia dalla partecipazione ai mercati globali" e per "reprimere l'evasione" delle sanzioni. I leader si dicono "determinati a ridurre le entrate della Russia, anche quelle provenienti dall'oro".
Vladimir #Putin ha accettato l'invito a partecipare al summit del G20 in programma in Indonesia a novembre. Lo ha annunciato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov.
Ora tocca all'Occidente: disertare o presidiare la scena?
Secondo l'ex assistente del capo dello staff della Casa Bianca, Cassidy #Hutchinson, dopo aver sentito dall'allora procuratore generale William Barr che Joe #Biden non aveva rubato le elezioni, Donald #Trump, infuriato, avrebbe lanciato un piatto contro il muro, mandandolo in
frantumi. #Hutchinson ha poi testimoniato di aver saputo che Robert Engel, agente dei servizi segreti in azione il 6 gennaio, avrebbe più volte detto a #Trump che tornare in Campidoglio non era sicuro. Donald, a quel punto si sarebbe infuriato, al punto da arrivare a lanciarsi
sulla parte anteriore della sua limousine presidenziale e cercare di afferrare il volante. Sempre secondo il resoconto di #Hutchinson, #Trump avrebbe urlato: “Sono il fottuto presidente. Portami al Campidoglio adesso!". La donna ha poi aggiunto di aver sentito dire a #Trump che
#Draghi in conferenza stampa: "Questo #G7 è stato veramente un successo. I nostri Paesi hanno riaffermato piena e grande coesione, grande unità di vedute, in particolare per quanto riguarda la guerra in #Ucraina e le sue conseguenze a livello umanitario, economico, sociale".
#Draghi: "#Zelensky ci ha detto che dall'inizio del conflitto la Russia ha lanciato 3.800 missili sull'Ucraina. È stato molto esplicito sul fatto che c'è bisogno di proteggere la popolazione, e che l'economia non riprende se non c'è protezione".
#Draghi: "Il #G7 ha risposto dicendo che è pronto a sostenere l'Ucraina PER TUTTO IL TEMPO NECESSARIO".
Un Mario #Draghi sorridente è arrivato pochi minuti fa a Bruxelles per la Riunione dei Leader dell’Ue e dei Balcani occidentali. Nel pomeriggio sessione di lavoro del Consiglio Europeo.
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Quella odierna potrebbe essere una giornata di grandi vittorie politiche per Mario #Draghi. La prima la si evince dalle parole pronunciate poco fa dal presidente del Consiglio UE, Charles #Michel, al suo arrivo al vertice Ue-Balcani.
#Michel ha infatti parlato di "momento decisivo per l'Unione europea. Sono fiducioso che oggi concederemo lo status di Paese candidato all'#Ucraina e alla Moldavia e la prospettiva europea alla Georgia".
Com'è noto, #Draghi è stato il primo leader a spingere per l'Ucraina in UE.
#DiMaio: "Dopo settimane di ambiguità, di tensioni, turbolenze e attacchi oggi siamo arrivati ad un voto chiaro e netto. Dispiace che ancora una volta sia stato alimentato un lungo e logorante scontro sul negoziato della risoluzione votata oggi".
#DiMaio: "Uno scontro per fini mediatici, che ha mantenuto infatti gli accordi votati dal precedente decreto Ucraina. Un voto che ribadisce l'appartenenza dell'Italia alla famiglia atlantica. Davanti alle atrocità di Putin dovevamo scegliere da che parte stare della storia".
#DiMaio: "Di fronte ad una situazione di grandi rischi per i cittadini abbiamo bisogno di un'Europa il più possibile unita. L'unità dell'Europa dipende dall'unità dei governi degli Stati membri. Per questo i governi hanno bisogno di tutto il sostegno possibile".
L'immagine è quella che è, ma #DiMaio tutto impettito accanto a #Draghi, che ha appena iniziato a parlare in #Senato, penso lo riconosciate benissimo.
#Draghi: "Nel mio viaggio a #Kyiv ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese".
#Draghi: "A #Kyiv ho ribadito che l'Italia vuole l'Ucraina nell'UE. (...) Il governo italiano è stato tra i primi a sostenere questa posizione in Europa e in Occidente. E se non mi sbaglio la prima volta che ho affermato questo punto è stato proprio in questo Parlamento".