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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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#MdT 27/07/1993 - Alessandro Ferrari oggi è di turno. Fa parte della polizia locale di Milano. Una sera come tante. Alessandro è nato a Gandino in provincia di Bergamo. Aveva trascorso l'infanzia a Gandino, con il padre Agostino, sarto, e la mamma Elisabetta Moro.
Si erano poi trasferiti a Milano, ma la madre, due anni prima, era tornata a Gandino, dove viveva con suo fratello, Giuseppe. Alessandro si è sposato nel 1989 con Giovanna Uraglio ed è padre da poco più di un anno del piccolo Matteo. Il suo Matteo, che adora.
Alessandro è di pattuglia con Catia Cucchi, in via Palestro. Due ragazzi li fermano indicando un'auto parcheggiata da cui esce del fumo biancastro. "Potete rilevare la targa" gli chiedono dalla centrale. "No", risponde Alessandro. "Allora lascia stare" gli dicono.
Poco lontano su una panchina sta riposando Driss Moussafir, 44 anni. E' arrivato in Italia nell' 82, condividendo con migliaia di altri marocchini il sogno di una vita migliore. E invece a Milano ha trovato solo miseria ed emarginazione. Vive vendendo sigarette di contrabbando.
Il rischio è troppo grosso. Per questo hanno bloccato le auto e allontanato i passanti. Nel frattempo sono arrivati i pompieri.Tre vigili del fuoco si avvicinano all'auto. Alessandro si avvicina. "Ma dove vai? E' pericoloso" Urla Catia. Sono le ultime parole prima dell'inferno.
Ore 23:15 - Un tremendo boato scuote la metropoli lombarda. Via Palestro è un enorme cratere. E' bastato un attimo perché cinque uomini venissero spazzati via, proprio come le foglie degli alberi che ora ricoprono l'asfalto. Sulla strada lamiere, pezzi di vetro, fili elettrici.
I corpi sono stati scagliati a centinaia di metri di distanza dal cratere. Sono quelli del vigile urbano Alessandro Ferrari, dei vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno e dell'immigrato marocchino Moussafir Driss.
E' arrivato il sindaco Formentini. E' sconvolto. C'è pure Francesco Saverio Borrelli. Moussafir Driss, è stato raggiunto raggiunto da un pezzo di lamiera. Umberto Veronesi, che abita abita proprio in via Palestro, ha tentato inutilmente di fargli un massaggio cardiaco.
Il vigile del fuoco Stefano Picerno era il veterano del gruppo. Lui non era di turno, ma un suo compagno aveva chiesto un giorno di riposo e lui l'aveva sostituito. Si era sposato pochi giorni prima con Agnese. Era appena tornato dalla luna di miele.
Sergio Pasotto, milanese, era celibe. Quel giorno era il suo 34esimo compleanno. Abitava in Via Benedetto, parlava tre lingue e amava gli animali. Lo chiamavano "il guerriero della notte". Sul tavolo ha lasciato una bottiglia di spumante e da mangiare. Una festa mai celebrata.
Carlo La Catena,25 anni, napoletano.Era diventato vigile del fuoco da poco. Dopo il corso a Roma era a Milano da due mesi. Era appena tornato da Napoli in visita al padre Giuseppe, macellaio, alla madre Rita e a quattro sorelle più grandi. Aveva chiesto di fare il turno di notte.
Catia Cucchi, collega di Alessandro, era vigile urbano soltanto da due mesi. Quella sera del 1993 era al suo primo servizio di auto-pattuglia per sostituire un collega malato. Aveva visto volare via il suo compagno ed era rimasta traumatizzata. Illesa. Almeno nel fisico.
Dal 1993 ha paura a stare in mezzo alla gente.Nel 2009 quando ha provato ad andare di nuovo in strada con una pattuglia, a San Siro per una partita, si è sentita male. Lavora in ufficio. Si chiama"Lavoro condizionato" chi per motivi di salute non riesce a svolgere certe mansioni
La sua vita è cambiata da quel giorno. Dalle ostilità incontrate proprio all’interno tra i suoi colleghi e alcuni superiori che a più riprese hanno cercato di rispedirla per strada, al sostegno psicologico di cui aveva bisogno. Le verrà riconosciuto soltanto dieci anni più tardi.
#MdT 30/06/2016 - Il suo ufficio è in Viale Legioni Romane, presidio della polizia locale."A Milano ho vinto un concorso. In via Palestro ero vigile da due mesi appena. Ero venuta a Milano per amore. Due mesi dopo il fatto lui mi ha lasciata. Vivevo di farmaci. Stress da panico"
“I cinque morti dell’attentato di via Palestro furono un incidente di percorso” disse Gaspare Spatuzza al processo.
No, Spatuzza.C'erano 90 Kg di tritolo in quella Fiat Uno. Alessandro, Carlo, Sergio, Stefano e Driss non sono e non saranno mai un incidente di percorso.
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