Il nostro sistema pensionistico è SENZA TESORETTO ("a ripartizione"), in quanto le pensioni ogni anno sono pagate dai contributi previdenziali e -se questi contributi non bastano- da un trasferimento di fondi dallo stato all'INPS.
NB: l'immigrazione può colmare in parte questo divario.
1) aumentare i contributi previdenziali, cioè tassare di più il lavoro
2) abbassare le pensioni
3) aumentare il trasferimento dallo stato tassando di più e/o tagliando altre spese
4) aumentare l'età pensionabile.
Perché di solito questa crisi del sistema pensionistico non è temporanea (breve periodo di troppo pochi lavoratori per pensionato) ma PERMANENTE.
Ma se non si vuole abbassare il tenore di vita dei pensionati oppure e/o il mercato del lavoro con troppi contributi, la soluzione è UNA SOLA.
Se ci pensate, il meccanismo è molto sensato: si vive in media di più e dunque una parte di questa vita aggiuntiva la si passa lavorando.
Ecco la ragione per cui le riforme Dini, Maroni, Sacconi e Fornero aumentano l'età pensionabile.
Anche per colpa dei sindacati, il governo sembra credere all'idea della cosiddetta STAFFETTA GENERAZIONALE: ogni prepensionato lascia lo spazio all'assunzione di un giovane.
Lo stesso @Tboeri ha un articolo in cui dimostra ciò voxeu.org/article/retire…
Che cosa sarebbe successo se la riforma Monti-Fornero si fosse invece basata sull'aumento dei contributi previdenziali?
I ragionamenti sugli effetti delle riforme non vanno fatti solo sulla base dei dati microeconomici ma anche del modo in cui vengono finanziate. Se aumento l'età pensionabile evito di fare altro.
Se ora il governo vuole ABBASSARE l'età pensionabile deve ragionare sul finanziamento di tali scelte. In questo caso: più deficit.
Vedete qui l'ottimo @ThManfredi
noisefromamerika.org/articolo/perch…
A motivo dei ragionamenti di cui sopra, si potrebbe al massimo pensare a una TEMPORANEA riduzione dell'età pensionabile, lasciando ben ferme le riforme Maroni e Fornero.