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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Dove eravamo rimasti?
Al 1922.
Mussolini ha ottenuto la fiducia e pieni poteri in tema di finanze e riforma della burocrazia. Ha già cominciato a sistemare gli amici. ma ha un cruccio. I rapporti tra il Vaticano e il governo italiano sono in crisi dalla presa di Roma.
Mussolini vuole una riconciliazione. Ha imposto, con una circolare, l’obbligo del crocifisso in tutte le aule. Poi anche nei tribunali. Poi la messa inserita in tutte le cerimonie pubbliche. Poi qualcuno gli fa notare che qualsiasi riconciliazione deve passare dalla Camera.
Va beh, disse: ”O la Camera approva o la cambiamo” Già, cambiare la Camera. "Ma se torni a votare magari hai la stessa Camera", disse qualcuno. E Mussolini: “Va bene, allora cambiamo la legge elettorale”.
Tra l'altro, per dare una diversa e buona impressione all’estero serve una vera e propria investitura popolare. Convoca Acerbo, sollecitandogli la nuova legge elettorale.
Con un punto fermo. Una minoranza dovrà avere i due terzi dei seggi della Camera. Quanto minoranza? Facciamo il 25%.
Ma li prendiamo il 25%?
Nel caso abbiamo sempre la possibilità di ottenere voti con la violenza, dai.
Ma non ha fatto i conti con il Re.
Il Re vietò che la legge Acerbo fosse inserita in un decreto. Rimandò il tutto alla discussione in Parlamento. Quando lo seppe, Mussolini disse seccato: “Se quello continua a mettermi i bastoni tra le ruote, daremo la parola alle nostre bande toscane”.
E gli altri partiti? Il 12 aprile del 1923 ci fu il Congresso del Partito popolare a Torino. Al centro della discussione la partecipazione dei cattolici al governo Mussolini. Il congresso si pronuncia a favore di una collaborazione "condizionata"
Il 15 aprile del 1923 si tiene a Milano il congresso del Partito socialista. Si parla poco di Mussolini. Viene confermata la diffidenza nei confronti di qualsiasi ipotesi di collaborazione con i comunisti.
Il 17 aprile del 1923 I rappresentanti del Partito popolare, ministri e sottosegretari, sono convocati da Mussolini. Li invita a chiarire le posizioni del loro partito nei confronti del governo fascista oppure a presentare le dimissioni.
Detto, fatto. IL 23 aprile del 1923 gli esponenti popolari lasciano il Governo. E il giorno dopo il i popolari si spaccano. La componente di destra del partito si allinea sulle posizioni filo-fasciste e di fatto abbandona il partito.
Il 19 maggio 1923 Mussolini incontra Alcide De Gasperi che non oppone un rifiuto a priori ai progetti fascisti di riforma elettorale.
Ricordate i popolari che avevano lasciato il governo il 23 aprile? Nei giorni immediatamente successivi si registrarono manifestazioni e violenze di fascisti contro di loro.
(Perchè probabilmente non era ancora arrivato il momento di fare "anche cose buone" )
Perchè, sempre in attesa di "fare anche cose buone", le violenze erano all'ordine del giorno. Il 3/02 Amadeo Bordiga era stato arrestato a Roma all'uscita da una riunione del direttivo comunista.Arrestati anche 72 segretari federali e i 41 segretari delle organizzazioni giovanili
Lo stesso giorno i fascisti avevano assaltato a Livorno il Palazzo di Giustizia dove si trovava il deputato socialista G. Emanuele Modigliani aggredendolo e malmenandolo. Il 1 marzo toccò a Giacinto Menotti Serrati, arrestato, per un articolo sull’Avanti ritenuto diffamatorio.
Siamo nel 1923 e le avvisaglie delle "cose buone" fatte dal fascismo erano ancora di là da venire. In compenso i fascisti manganellavano e uccidevano gli oppositori. Il 23 agosto del 1923 toccò a Don Minzoni.
Il 21 settembre del 1923, (sempre in attesa di fare "cose buone") vengono arrestati Palmiro Togliatti, Angelo Tasca, Giuseppe Vota, Alfonso Leonetti e Mario Montagnana. Denunciati per complotto contro la sicurezza dello Stato.
E se qualche fascista provava a criticare certe azioni? Veniva espulso. Come Massimo Rocca espulso dal PNF, su decisione della giunta esecutiva del partito per aver attaccato con dichiarazioni esponenti fascisti.
E poi il 29 novembre 1923 una folla di dimostranti fascisti devastano la casa di Francesco Saverio Nitti senza nessun intervento delle autorità.
E, (sempre in attesa di fare "cose buone") vengono chiusi numerosi giornali. Come "Più avanti!", "L'Avanguardia", "Compagna!"
E per finire l'anno in bellezza, il 26 dicembre 1923, un gruppo di fascisti (forse non ancora a conoscenza delle cose buone che il fascismo avrebbe dovuto fare) bastonano il direttore del "Mondo" Giovanni Amendola.
Insomma. Il fascismo si era presentato creando un clima di terrore.
E lo aveva fatto senza nascondere le sue vere intenzioni, la sua vera faccia.
Mussolini lo aveva dichiarato. Ufficialmente.

Per fare "anche cose buone" ci sarebbe stato tempo.
E' vero. Pochi Tweet non bastano per spiegare cosa è stato il fascismo.
Infatti di tweet ne servirebbero a migliaia. Ma solo per raccontare tutte le violenze, i morti e le sofferenze che ha causato quel regime autoritario, incentrato sul terrore, che è stato il fascismo.
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