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Praticamente si conferma, come in Brasile non ci sia stato il fantomatico golpe, a cui ha gridato tutta la sinistra mondiale ma un semplice scontro interborghese, conseguente alla crisi del blocco sociale di riferimento del Pt, determinata dalle imponenti mobilitazioni operaie
di quella fase, contro i piani d'austerità e le controriforme pensionistiche che il governo della Rousseff, erede di Lula, stava portando avanti. La successiva reazione della grande borghesia brasiliana e dei suoi apparati repressivi legali e non, aveva come obiettivo quello di
ridurre al silenzio quelle mobilitazioni popolari e dei lavoratori, sui quali il Pt e i suoi apparati non riuscivano più ad esercitare il controllo operato precedentemente, ed è proprio alla luce di questa inedita possibilità che appaiono ancora più moralmente esecrabili (con
riferimento alla morale proletaria) i tentennamenti di organizzazioni che pur rifacendosi al marxismo-rivoluzionario hanno assecondato la lettura golpista di quello scontro interborghese. Su tutte svettano, purtroppo, le giravolte politiche della LIT-CI e del partito brasiliano
e della sezione italiana che dopo aver giustamente stigmatizzato la lettura golpista e chi la propugnava, l'hanno fatta propria dalla sera alla mattina, salvo poi rinnegarla con una nuova giravolta nei giorni scorsi. Per fortuna l'anno scorso, di questi tempi, con altri compagni
concludevamo la nostra più che decennale esperienza in quel partito e in quell'internazionale (qui le ragioni assembleapermanente.it/316/le-ragioni…) risparmiandoci almeno la pena di tali giravolte.
And now @threadreaderapp unroll please.
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