Thread by @JohannesBuckler

La Germania aveva puntato tutto su di me per l’oro nella combinata.
Era il 1936, e i Giochi olimpici invernali si disputavano in casa, a Garmisch-Partenkirchen.
Facevo parte della “Lega delle ragazze tedesche”, ala femminile della Gioventù Hitleriana

Dovevo vincere. La mia vittoria serviva al regime nazista e alla sua propaganda. Nessuno poteva immaginare di vedermi solo sesta dopo la gara di discesa libera.
Ma ero caduta. Ed ero arrivata al traguardo con 19 secondi di ritardo nei confronti della norvegese Laila Schou-Nilsen

Era il 7 febbraio sulla leggendaria pista Kandahar.
Non ero caduta per colpa mia. Che diavolo ci faceva ancora sulla pista Kessler,quella concorrente inglese partita prima di me?
Per evitarla ero caduta. Mi ero però rialzata e arrivata al traguardo. Perché non volevo arrendermi

Così mi presentai al cancelletto di partenza delle due manche di slalom il giorno seguente. Sapendo di essere la più forte. Avete presente una pazza lanciata a tutta velocità? Ecco. Solo una pazza poteva rifilare alla norvegese un distacco di 21,3 secondi. E quella pazza ero io.

Vinsi la medaglia d'oro. Un’impresa, certo. Ma non ero una novellina.
Arrivati a questo punto forse è il caso di presentarmi.
Mi chiamo Christl Cranz, tedesca, anche se nata in Belgio il 1 luglio 1914.
La prima gara vinta delle 200 totali? A sette anni. In Svizzera

Poi non mi ero più fermata. Nel vincere, intendo. Lo sci alpino ancora agli inizi, ma ai primi campionati nazionali tedeschi, nel 1934, a Berchtesgaden, dominai le tre specialità in calendario, l’amata discesa libera, lo slalom scoperto da poco e la combinata.
Continuai a vincere

Ero la stella più luminosa dello sci femminile. Prima della medaglia olimpica del 1936. E anche dopo. Nel 1937 a Chamonix tre ori, discesa/slalom/combinata. L’anno dopo a Engelberg, oro in slalom e in combinata e l’argento in discesa.
E poi tripletta d’oro a Zakopane nel 1939.

Le mie vittorie crearono un delirio collettivo in Germania.
Ero l’emblema di una razza che i nazisti credevano superiore.
Diventai l’icona della pubblicità propagandista della Gioventù hitleriana.
Il mio più grande errore? Non essermi mai dissociata da quella pazzia collettiva

In pieno conflitto, nel 1941, Cortina ospitò i Mondiali solo ad atleti tedeschi, austriaci ed italiani. Vinsi, discesa e combinata, ma in slalom mi sconfisse la vostra Celina Seghi, prima sciatrice azzurra a comparire negli albi d’oro.
Ma nel 1946 quei risultati furono annullati

Non importa.
Io, Christl Cranz chiusi la carriera con un bottino di quindici medaglie mondiali, di cui ben dodici d’oro, record che probabilmente nessuna sarà mai in grado di eguagliare.
Senza dimenticare quel fantastico titolo olimpico nella combinata nel 1936.

Ero forte, praticamente imbattibile.
Sono morta a 90 anni nel 2004 per i postumi di una caduta in casa.
Anni vissuti isolata, appartata.
Senza poter insegnare in scuole pubbliche a causa dei mie trascorsi filonazisti.
Credete sia stato giusto nei miei confronti?

Io credo di sì.
Non è giusto valutare qualcuno considerando solo la parte agonistica.
Questo vale per tutti.
Non conta quello hai vinto, i tuoi successi o come nel mio caso le mie 16 medaglie.
Conta anche da che parte sei stato.
Soprattutto se sei stato dalla parte sbagliata.