Dopo la scuola elementare ho continuato la mia formazione alla City of Bath Boys School e alla University College School di Londra.
La mia era una famiglia di lavoratori e io volevo studiare medicina.
Impossibile, visti i costi.
Finii quarto e fuori dal podio.
Ero così deluso che fui sul punto di mollare tutto.
Ma presi una decisione.
Avrei fatto qualcosa mai fatto prima: provare al mondo intero, agli scienziati e ai medici dell’epoca, che avevano torto.
Ma io ero certo fosse solo una questione di testa.
Che sarebbe bastato convincere il cervello più che le gambe. Anche se ero solo uno studente di 24 anni a sei settimane dalla sospirata laurea in medicina.
Poi col tempo migliorai la resistenza trascorrendo giornate intere in montagna.
Sottoponendomi a prove di forza inaudite.
Scalando vette e applicando tabelle di allenamento al limite della sopravvivenza.
Il tentativo era previsto nel tardo pomeriggio, quindi trascorsi la mattinata studiando e con le solite ore di tirocinio al Paddington Hospital.
Le grattai pure con della grafite per migliorarne l’aderenza con il terreno.
Uno specializzando mi prese pure in giro: “Non penserai che faccia qualche differenza, vero?”
Infatti era così. Insomma. Più o meno.
Va beh, diciamo più meno che più.
In attesa del treno venni quindi assalito da dubbi.
Non ero più tanto convinto.
Fortunatamente sul treno incontrai un mio vecchio allenatore, Franz Stampfl
“Sempre meglio avere rimorsi piuttosto che rimpianti” mi disse.
Alle 6 del pomeriggio, con il vento in calo, dissi: ”Sono pronto, facciamolo. In fondo devo solo migliorare di 2 secondi il record mondiale dello svedese Haegg, 4'01"4, che dura da 9 anni”.
Quel giorno io ero influenzato, Landy invece aveva una ferita al piede dopo aver calpestato una lampada di un fotografo .
Una gara memorabile.
Vinsi in 3’58”8. E anche Landy finì sotto i 4 minuti.
bit.ly/2M9xe0A