1) Assumere che gli eventi generanti siamo necessariamente mutualmente esclusivi. Purtroppo avere la malattia X, non risparmia (quasi mai) dal prendere ANCHE la Y. Se X mi debilita, Y può anzi avere la strada spianata.
Sì, l'indipendenza aiuta nei modelli, ma la realtà è più stronza (termine tecnico).
X è stimato molto basso e accettabile. Y più piccolo ancora.
Quindi Y dovrebbe essere accettabile. Errato: devo considerare altro.
Pensate all'amianto e poi mi dite.
Tanti auguri, questo è il bias del ritardo ed è in grado di fare grandi casini.
Chiamasi bias storico e si lega alla storia del tacchino, che si vede sempre ben alimentato dal fattore e crede di poter vivere nella cuccagna per sempre. Poi il Giorno del
In finanza errano spesso, pensate a Lehman Brothers.
Ricordate una cosa che nello sport è scontata, ma che viene ignorata altrove: il nuovo record non è mai nei dati passati.
Questa è sottile: i tecnici sono fondamentali, ma ogni decisione "politica" prevede assunzione di responsabilità. Inoltre non bisogna cadere nel bias del ritardo.
Benvenuti nel meraviglioso mondo del risk management, affascinante perché incasinato.
Diciamo che seguire il principio di precauzione non fa mai male.
E qui vi aspetto io col paradosso della ringhiera (#fenceparadox).
Il momento più rischioso che si possa correre è quando si pensa di non correre alcun rischio.
Si abbassano le difese e...
Rischio di modello e non elicitabilità di tutte le probabilità, tornare al prossimo appello.