Vediamo perché siamo sulla traiettoria (più o meno) attesa e non dobbiamo cadere nello sconforto di fronte ai dati.
Viene fatto un errore di comunicazione quando si dice “OGGI tot mila nuovi contagi”: quello che emerge oggi sono in buona parte i contagi di 7/14 giorni fa. 1/10
Viene fatto un errore di comunicazione quando si dice “OGGI tot mila nuovi contagi”: quello che emerge oggi sono in buona parte i contagi di 7/14 giorni fa. 1/10
Considerando il tempo medio di incubazione (5/6 giorni) e che anche chi sviluppa i sintomi passa diversi giorni a casa senza essere contato fra i “positivi” perché il tampone viene effettuato quando (e se) la situazione peggiora, non c’è da stupirsi dei dati: 2/10
Stiamo vedendo gli effetti della circolazione del virus tra gli ultimi giorni febbraio e la prima settimana di marzo, con il famoso weekend dei “navigli pieni”. Nei prossimi giorni vedremo soprattutto quelli del periodo 8-11 marzo, con modi sociali ancora “rilassati”. 3/10
Poi finalmente dovremmo iniziare a cogliere i frutti del lockdown. È chiaro che, poiché i tempi di incubazione e di peggioramento variano, si tratta di onde sovrapposte: non è che “dal giorno x” si passa da 200 morti a 2. Sarà una discesa graduale ma arriverà. 4/10
Purtroppo c’è un altro fatto scomodo in questa epidemia: chi finisce in TI ne ha bisogno spesso per molti giorni. Alcuni perfino 20. Quindi la pressione estrema sui reparti di TI continuerà a crescere: ai tanti già in ventilazione non si sostituiranno, ma si *aggiungeranno* 5/10
nuovi malati. Per la tenuta (comunque critica) del sistema sull’orlo del collasso è fondamentale che *non* si verifichino due eventi:
- l’esplosione di casi gravi nell’area metropolitana di Milano
- un’accelerazione dei contagi al Centro-Sud. 6/10
- l’esplosione di casi gravi nell’area metropolitana di Milano
- un’accelerazione dei contagi al Centro-Sud. 6/10
La possibilità di scongiurare questi due scenari è in parte affidata a come ci siamo comportati nella prima settimana di lockdown serio (cioè complessivamente bene, ma non benissimo) e a come ci comportiamo in questa (19-26 marzo). Continuo ad avere il timore che 7/10
ai primi dati di flessione possa scatenarsi l’esiziale effetto psicologico del “fuori pericolo”. Questo vanificherebbe, con un allentamento a valanga dei modi sociali, l’intero sforzo compiuto. Potrebbe quindi aver senso stringere proprio allora la cinghia delle restrizioni. 8/10
Se tutto va come deve e non si verificano i due scenari infausti, nella prima decade di aprile dovremmo trovarci nella coda dell’epidemia. Che non durerà tre o sette giorni, ma tutto il mese. La pressione sulle TI dovrebbe gradualmente allentarsi e tornare gestibile. 9/10
Adesso siamo ancora nel pieno della tempesta. Chi non è in coperta ha il dovere di attenersi alle regole. Fra qualche tempo avvisteremo terra. 10/10
