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Qualche punto per capire come siamo qui e che cosa realisticamente ci attende nelle prossime settimane su #Covid_19 :

a) Siamo stati sfortunati con alcuni focolai. La fascia lombarda più colpita ha probabilmente avuto per giorni contagi silenziosi e numerosi 1/17
che sono esplosi con virulenza e hanno creato una situazione locale gravissima. La buona notizia per il resto d’Italia è che, sinora, le zone interessate dallo scenario più duro sembrano le stesse, senza una diffusione generalizzata e incontrollabile a tutta la Penisola. 2/17
b) Tuttavia, sia i movimenti da nord verso sud avvenuti nei giorni scorsi, sia la presa di coscienza recentissima (ultimi 2/3 giorni) della potenziale gravità della malattia al centro e al sud, fanno purtroppo presagire un aumento dei casi nei prossimi giorni. 3/17
c) Si può sperare che, grazie alle misure prese, questo aumento non porterà agli scenari lodigiani, bresciani, bergamaschi: ma solo se tutti rispetteranno le disposizioni di massima limitazione dei contatti. Cosa che ora sta avvenendo in generale con disciplina, ma da poco. 4/17
d) Nel frattempo al nord i contagi, e purtroppo i decessi, aumenteranno ancora con numeri importanti ma con ritmi - si può ragionevolmente sperare - meno vertiginosi in termini di balzi percentuali da un giorno all’altro. In questa fase è cruciale non scoraggiarsi se 5/17
i risultati dovessero essere “lenti”, perché le misure toste - e comunque non ancora “cinesi” - sono state prese da pochi giorni. Che sembrano molto lunghi per chi sta chiuso in casa, ma sono poca roba per il controllo di un’epidemia. Ci vuole quindi ancora *tanta* pazienza. 6/17
e) Ancora più cruciale sarà non abbassare la guardia quando arriveranno - perché arriveranno, nell’ultima decade del mese o ad inizio aprile - notizie positive: cioè un rallentamento significativo del contagio, una diminuzione degli accessi all’intensiva e dei morti. 7/17
A quel punto, se si diffonderà il “liberi tutti” - e il rischio c’è, perché fra due settimane saremo *stremati* psicologicamente dalla quarantena - vanificheremo tutti gli sforzi compiuti in un batter d’occhio. Quello sarà il momento collettivamente più difficile. 8/17
f) Se lo supereremo, aspettando che la curva cali significativamente e per diversi giorni verso il basso, l’epidemia non scomparirà, ma sarà stata ridotta a livelli gestibili dal SSN. I ricoverati, gli intubati, i morti per Covid continueranno ad esserci, 9/17
ma sarà possibile garantire le cure a tutti i casi gravi o critici. Scordiamoci che il virus “scomparirà” miracolosamente: potrebbe (ma nessuno lo sa) soffrire il caldo estivo e diffondersi meno, per poi ripresentarsi in autunno o inverno. 10/17
g) Attenderemo il vaccino, sperando sia sviluppato e testato nel giro di un anno. Il decorso epidemiologico, intanto, dopo metà aprile dovrebbe gradualmente entrare in “gestione ordinaria”. Il che non significa che saranno finiti i rischi e i lutti, siamone coscienti. 11/17
Sarà anche possibile che, all’allentamento, si sviluppino di nuovo focolai più “cattivi” che esigeranno nuove misure locali. Temo che questo tira-e-molla andrà avanti per molto: pur in una situazione di cessato allarme generale, l’insidia sarà presente. 12/17
h) Avremo inoltre da gestire gli arrivi dall’estero, dove la curva del contagio toccherà il picco più tardi che qui. Non è detto che la situazione italiana si verificherà ovunque in Europa, perché la ferocia del nostro focolaio lombardo-veneto potrebbe non riproporsi. 13/17
Di certo però le premesse non sono buone, specialmente in Spagna, per le prossime settimane: i dati da Madrid sono preoccupanti. Le elezioni francesi confermate domenica non sono una buona idea. La Gran Bretagna scommette rischiosamente sulla “immunità di gregge” 14/17
e cinicamente sul lasciar morire decine (o peggio) di migliaia di persone pur di non adottare misure che frenerebbero l’economia. Affrontare le diverse tempistiche del contagio che si svilupperanno da tutte queste politiche divergenti non sarà semplice. 15/17
i) In conclusione: stiamo combattendo la battaglia d’esordio, sperabilmente la più dura, di una guerra che durerà molti mesi ma che dovrebbe mordere gradualmente di meno. Armiamoci di umanità, comprensione, rigore, pazienza, coraggio: perché saranno doti 16/17
che ci serviranno anche e ancor di più in seguito: quando toccherà prendere l’Italia e rimetterla in piedi. 17/17
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