Thread by @AndreaSpanu6

Bisogna cercare il giusto mezzo fra due estremi egualmente infondati e dannosi: l’autodenigrazione radicale e lo sciovinismo acritico. Altrimenti qua non andiamo da nessuna parte.

Possiamo esprimere un auspicio di maggiore empatia dagli altri europei
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se anche noi siamo in grado di guardarci in modo oggettivo, non se alterniamo inane aggressività a vittimismo piagnucolone.

Sì: dobbiamo esigere forme di condivisone e solidarietà a livello comunitario, in quanto Paese fondatore e contributore netto,
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promotore per decenni di una maggiore integrazione europea, fedele ai princìpi su cui essa è stata costruita. Abbiamo il diritto di rifiutare giudizi denigratori e generalizzazioni mal informate che talvolta si sentono o si percepiscono dietro a un tenue velo di correttezza.
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Però dobbiamo anche accettare le critiche e i sospetti che hanno origine da fattori reali, cercando di capire come combatterli e smentirli invece di fare i bimbi permalosi ad ogni appunto.

Cosa devono pensare gli europei a cui chiediamo una condivisone dei rischi
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e dei pesi che seguiranno a questa crisi sanitaria ed economica, quando leggono di una evasione fiscale e contributiva nell’ordine dei 110 miliardi di € all’anno?
Di frodi sui fondi UE che secondo la *nostra* GdF toccano 6 contributi richiesti su 10?
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Di croniche inefficienze di spesa che premiano sempre il vantaggio elettorale immediato rispetto alla programmazione di lungo periodo?
Di continue richieste di deroghe ai patti perché tanto, nonostante l’avanzo primario, il debito pubblico non riusciamo a farlo scendere?
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Di innumerevoli scandali di corruzione e infiltrazione della malavita organizzata che portano alla luce sistemi malati di connivenza e scambio di favori tra fette del mondo imprenditoriale, delle istituzioni e delle mafie?

Certo che anche altri hanno le loro magagne.
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Certo che di fronte alle prediche col ditino alzato di alcuni troppo inclini all’esercizio opposto (presentare il proprio Paese più lindo e perfetto di quello che è) ci può scappare qualche “vaffa” di reazione e di orgoglio.

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Però se neghiamo le imbarazzanti e persistenti anomalie che ci danneggiano, incapaci come siamo di aggredirle seriamente da ormai troppi anni, è un po’ difficile attendersi comprensione, aiuto e grandi slanci da fuori. Che pure ci sono, perché molti all’Italia vogliono bene.
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