#BorisJohnson colpito e affondato da un'ondata di dimissioni?
O di "tradimenti", per dirla come il suo inner circle, sempre più stretto, per indicare gli oltre 50 esponenti #Tories che hanno lasciato il proprio posto nel governo e nel partito per spingerlo a lasciare il N°10.
#BoJo è letteralmente accerchiato. Sopravvissuto in maniera rocambolesca ad un voto di sfiducia del suo partito lo scorso mese, negli ultimi giorni è finito nuovamente nel mirino: colpa dello scandalo sessuale che ha riguardato il deputato conservatore Chris Pincher.
#BorisJohnson nominò Pincher vice whip del partito Conservatore alla Camera dei Comuni - un incarico che in italiano potremmo definire come vicecapogruppo - pur essendo informato del fatto che fosse stato accusato di molestie sessuali.
Quando la vicenda è venuta a galla, BoJo ha adottato una tattica simile a quella utilizzata per il #Partygate: chiedere scusa: "Penso sia stato un errore e me ne scuso. Col senno di poi era la cosa sbagliata da fare". Ovviamente, ai suoi oppositori le scuse non sono bastate.
I colpi più duri assestati alla leadership di #BorisJohnson sono state le doppie dimissioni di 2 ministri chiave: il Cancelliere dello Scacchiere Rishi #Sunak (nella foto alle spalle di BoJo a destra) e il ministro della Salute Sajid #Javid (a sinistra). Da lì è partita l'ondata.
Emblematico della crisi di #Johnson il caso di Nadhim Zahawi, promosso da segretario all'istruzione a cancelliere solo martedì sera, in sostituzione di Rishi Sunak, e dimessosi questa mattina.
"Primo ministro, tu sai nel tuo cuore qual è la cosa giusta da fare: è andartene ora".
Notizia di pochi minuti fa: secondo la Bbc e Sky News, #BorisJohnson avrebbe infine accettato di dimettersi. Ma a delle condizioni, le sue: restare primo ministro fino all'autunno, mentre i Tories si contenderanno il suo posto, come leader del Partito e come capo del governo.
A banchettare sulle spoglie politiche di #BorisJohnson è anche una sua nemica storica: il primo ministro scozzese Nicola #Sturgeon, che definisce l'idea che #BoJo rimanga primo ministro fino all'autunno "tutt'altro che ideale e sicuramente non sostenibile".
Aneddoto personale: quando si celebrò l’ultimo referendum per l'indipendenza della Scozia (settembre 2014) mi trovavo a Londra. Ancora ricordo la provocazione con cui Boris, allora sindaco della City, la mattina del voto augurò agli scozzesi una "sostanziosa colazione inglese".
Sarà difficile per #BorisJohnson restare in sella a Downing Street fino all'autunno. I suoi oppositori interni non hanno alcuna intenzione di concedergli l'onore delle armi. Come se le danno in Inghilterra. Oh my God!
Nell'Inghilterra patria delle scommesse non potevano mancare le quote sui possibili successori di #BorisJohnson: i bookmakers di Sky Bet vedono favoriti l'ex cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak e la viceministra alle politiche commerciali Penny Mordaunt (9 a 2).
Al coro di festeggiamenti per le ormai imminenti dimissioni di #BorisJohnson si unisce il Cremlino. Il portavoce Peskov ha dichiarato: "Speriamo che persone più professionali e in grado di prendere decisioni attraverso il dialogo arriveranno un giorno al potere in Gran Bretagna".
Liz #Truss era in Indonesia - come il nostro Di Maio - per la ministeriale Esteri del G20. Sta tornando in fetta e furia a Londra. È tra le favorite per succedere a #BorisJohnson.
Possibili pessime notizie per Vladimir #Putin, che con le dimissioni di #BorisJohnson rischia di cadere dalla padella alla brace in quanto a rapporti con UK. Secondo un sondaggio interno ai Tories condotto da YouGov il grande favorito a succedere a #BoJo è #Ben Wallace, il
segretario alla Difesa. Per intenderci: è l'uomo che prima dell'invasione russa parlò di "aria di Monaco da parte di alcuni in Occidente" per segnalare il timore che gli sforzi diplomatici finissero per somigliare ad un appeasement nei confronti di #Putin. Un po' come quella
Conferenza di Monaco, appunto, con cui nel 1938 il primo ministro inglese, Neville Chamberlain, firmò insieme al francese Édouard Daladier, e ad Adolf Hitler e Benito Mussolini, in rappresentanza di Germania e Italia, l’accordo per trasferire i Sudeti sotto il controllo tedesco.
Fu la mossa che fece pronunciare a Winston Churchill la famosa frase: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra“. Churchill, peraltro, che è da sempre l'idolo, il modello, il punto di riferimento di Boris Johnson. Tutto torna.
#BorisJohnson: "È chiaramente volontà del Partito conservatore che ci sia un nuovo leader del partito e quindi un nuovo Primo ministro. Sono d'accordo con Sir Graham Brady che il processo di scelta del nuovo leader dovrebbe iniziare ora".
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Il #Giappone, ma non solo, è sotto shock per l'attentato ai danni di #ShinzoAbe, ex primo ministro nipponico, raggiunto da colpi di fucile durante un comizio elettorale nella regione di Nara. Le sue condizioni sarebbero disperate. dangelodario.it/2022/07/08/att… #Japan#AbeShinzo
Un nuovo filmato diffuso dai media nipponici: l'arresto dell'attentatore di Shinzo Abe.
Un ufficiale dei vigili del fuoco ha affermato che Shinzo Abe non respirava e il suo cuore si è fermato mentre veniva trasportato in aereo in ospedale.
Il primo ministro Fumio Kishida e i ministri del gabinetto stanno tornando a Tokyo.
#Draghi: "L'Italia finora ha rispettato tutte le scadenze previste dal #PNRR: è un segnale essenziale per la credibilità, per la serietà del Paese".
#Draghi spiega il suo rientro anticipato dal vertice #NATO con la necessità di approvare provvedimenti chiave per i cittadini in #Cdm.
Quasi a dire: non è #Conte che detta la mia agenda.
#Draghi: "I risultati importanti negli appuntamenti internazionali sono merito di questa maggioranza, di saper prendere decisioni con generosità e con l'interesse dell'Italia come bussola".
1/5 Al momento di lasciare il giornale dove ho scritto per 7 anni, parlai con una persona a me molto cara, di cui non posso mettere in dubbio l'affetto.
Questa mi disse: "Dario, ma davvero pensi che la gente leggerà quello che scrivi tu?". Restai male, senza darlo a vedere.
2/5 Lo sapevo che si trattava di parole pronunciate "per il mio bene". Ma alla fine il giornale l'ho lasciato lo stesso.
Da quella convesrazione sono trascorsi 4 mesi. Non posso dire di aver avuto ragione io. Non posso andare da quella persona per dirle:"Hai visto che sbagliavi?"
3/5 Però qualcosa posso dire: qualcuno che mi legge con costanza e attenzione oggi c'è.
No, non sono numeri impressionanti. Né tali da garantire uno stipendio dignitoso o da gonfiare il petto con gli amici. Ma a condividere i miei pezzi, e qui sta la notizia, non è più soltanto
1/n Appena una settimana fa il portavoce del presidente turco Recep Tayyip #Erdoğan negava l'esistenza di un calendario per l'accettazione della richiesta di ingresso di #Finlandia e #Svezia nella #NATO e ipotizzava che l'intera "pratica" sarebbe slittata di addirittura un anno.
2/n Ma ieri i ministri degli Esteri dei tre Paesi hanno siglato a #Madrid un memorandum d'intesa e raggiunto l'accordo sulla domanda di adesione alla #Nato di Helsinki e Stoccolma.
Dunque, il veto di #Erdogan è caduto: ma che prezzo?
3/n Fin da subito #Erdogan - da abile tattico - ha compreso l'importanza della posta in palio, e ha iniziato a giocare la sua partita. Al rialzo.
Il Sultano ha avanzato numerose richieste, incentrate in gran parte su questioni di carattere nazionalista con impatto interno.