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È una storia straordinaria, che merita di essere raccontata e conosciuta, quella della "piccola" #Bulgaria, il Paese che la scorsa primavera ha - in gran segreto - salvato l'#Ucraina.
2/n Merito del coraggio e della fantasia dell'ex premier #Petkov, un politico che ha preferito perdere il proprio potere piuttosto che cedere ai diktat dei partiti filo-russi. Conosco un altro premier che ha scelto lo stesso destino.
3/n A ricostruire questa incredibile vicenda con una serie di interviste al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, allo stesso Kiril Petkov e al suo ministro delle finanze, Assen Vassilev, è stata un'inchiesta del quotidiano tedesco WELT. Non è un dettaglio: c'è da sperare
4/n che l'abbiano letta a Berlino, precisamente al Palazzo della Cancelleria federale, là dove Olaf #Scholz, ormai da giorni, sta scientemente negando a Kyiv delle forniture capaci di salvare migliaia di vite.
5/n Ma torniamo alla nostra storia. È l'aprile del 2022. Il coraggio degli ucraini ha sorpreso tutto il mondo, ma le consegne militari non sono ancora a regime come accade oggi. E #Kyiv rischia di restare senza munizioni e carburante. Il presidente #Zelensky invia in missione a
6/n Sofia il suo ministro degli Esteri: "Sapevamo che i magazzini bulgari avevano grandi quantità delle munizioni necessarie. (...) Era una questione di vita o di morte".
Petkov però ha le mani legate. La politica bulgara è ancora pesantemente condizionata dalle influenze russe.
7/n Nella sua stessa coalizione il Partito socialista, erede del Partito Comunista, ha definito una "linea rossa" l'invio di armi a Kyiv; l'opinione pubblica è spaventata dall'idea che il conflitto si estenda proprio alla Bulgaria e lo stesso Presidente della Repubblica si oppone
8/n ad un coinvolgimento di Sofia nella partita.
Questo non impedisce a Petkov di promettere al suo interlocutore di fare "tutto ciò che è in mio potere" per aiutare l'Ucraina.
E di usare la fantasia.
L'industria militare bulgara lavora a pieno ritmo, e le munizioni di
9/n fabbricazione sovietica di cui dispone, le stesse di cui l'Ucraina necessita, viaggiano via aria e via terra attraversando la Romania, l'Ungheria, la Polonia. Vengono evitate transazioni da governo a governo, si utilizzano società intermediarie in Bulgaria e all'estero per
10/n aprire rotte di rifornimento, ma le munizioni arrivano là dove salvano vite. Lo stesso accade con il carburante: camion e autocisterne viaggiano attraverso la Romania; alle volte il diesel viene caricato anche sui treni merci. In un modo o nell'altro: arriva a destinazione.
11/n Quando Mosca comprende il gioco di Petkov, la reazione è violenta: la Bulgaria è il primo Paese cui Gazprom sospende le forniture di gas. E Mosca non si limita a questo. Compie una serie di attacchi informatici che mette in ginocchio la Bulgaria, colpisce la rete elettrica,
12/n gli uffici postali, tanto che a volte le pensioni non possono essere erogate. La Russia cerca di insinuarsi a maggior ragione nelle istituzioni, usa l'arma della corruzione tra i deputati, e tra marzo e giugno Sofia è costretta ad espellere circa 70 dipendenti della
13/n ambasciata russa per spionaggio.
Il governo di Petkov in estate viene rovesciato con un voto di sfiducia parlamentare. Anche le forze filo-russe fanno la loro parte. Di nuovo: questa storia mi ricorda qualcosa. Ma poco importa: la Storia rende onore al valore.
14/n Dalla piccola Bulgaria anche i più grandi hanno tanto da imparare. steadyhq.com/it/dangelodario
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2/n #Vucic: "Abbiamo visto tutti la prima versione del piano franco-tedesco, ma temo che nessuno volesse parlare del contesto e di ciò che la #Serbia sta affrontando. Le circostanze geopolitiche sono cambiate. C'è un grande nervosismo".
3/n 🚨🇷🇸 #Vucic: "L'Europa è di fatto in guerra. Non c'è tolleranza. Vogliono che tutto sia come vogliono nel loro "cortile", e i #Balcani occidentali sono il loro cortile. Stanno cercando una soluzione immediata".
💣🇺🇸🇨🇳🇹🇼 1/n A partire dalla regola aurea per cui l'interesse nazionale si riconosce, non si inventa, gli USA si confermano Paese serio.
Emblematica la notizia delle ultime ore: il Pentagono starebbe pianificando una prossima visita a #Taiwan dello Speaker della Camera #McCarthy.
2/n Notizia clamorosa, dopo i fuochi d'artificio agostani e le relative tensioni con la #Cina, a conferma dell'importanza che il dossier Taipei continua a rivestire agli occhi di Washington.
Da notare la tempistica: correva l'anno 1997 quando l'ultimo speaker della Camera USA,
3/n il repubblicano Newt #Gingrich, si recò a Taiwan per manifestare la vicinanza americana all'isola bramata dal Dragone. Trascorsi, tra la sua visita e quella di Pelosi, venticinque anni. Uno appena, secondo i retroscenisti di "Punchbowl", fra la scampagnata di Pelosi e quella
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Sembra che ad un certo punto, amareggiato e innervosito dall'esito del colloquio con i "Big Five", il presidente serbo #Vucic abbia messo sul tavolo, davanti ai membri del suo partito, perfino le proprie dimissioni. "Se qualcuno pensa ed è in grado di fare meglio", ha
2/n scandito dinanzi ai colleghi del Partito Progressista Serbo che gli chiedevano di respingere "l'ultimatum" occidentale sulla questione del #Kosovo, allora "sono pronto a farmi da parte". E "se la popolazione rifiuta i negoziati, e se qualcuno pensa che dovremmo distruggere
3/n economicamente il Paese", allora "lascerò la guida a chi è più intelligente di me".
Bastano queste indiscrezioni a raccontare il clima respirato in #Serbia, dove proprio in questi minuti è in corso una sessione del governo alla presenza dello stesso Vucic.
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Pare che gli americani non l'abbiano presa bene.
Il mancato via libera della #Germania all'invio dei formidabili carri armati #Leopard all'#Ucraina ha provocato "incomprensione e malcelata rabbia" tra gli alleati #NATO, riunitisi nei giorni scorsi in quel di #Ramstein con
2/n l'intenzione di segnare un punto di svolta nel sostegno militare a #Kyiv.
La decisione del cancelliere #Scholz, stando a quanto ricostruito da uno dei più importanti quotidiani tedeschi, la Süddeutsche Zeitung, è stata accolta in particolare dal rappresentante #USA,
3/n il segretario alla Difesa Lloyd #Austin, con "toni particolarmente taglienti". D'altronde il numero uno del Pentagono aveva le sue ragioni per essere deluso. Riscontrata sul punto l'ostinata resistenza di Berlino, Austin ha anticipato il proprio viaggio in Germania,
Nota di Palazzo Chigi: "Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti, tra il Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro #Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e
tutti i ministri lavorano in piena sinergia con Palazzo Chigi.
Nello specifico, il presidente #Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani.
In questo quadro, il presidente Meloni e il
ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana.
Il Governo è determinato, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare
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Smentita la narrazione dei cacciatori di like, da settimane impegnati nel raccontare l'imminente caduta del regime (questione di minuti, il tempo di pubblicare un nuovo post), serietà impone di capire a che punto sia la notte per milioni di persone in #Iran.
2/n Le notizie che giungono dal Paese suggeriscono come probabile approdo della protesta una nuova fase di relativa calma, prima di un'altra tempesta. L'Institute for the Study of War in questo senso si sbilancia: il movimento di protesta iniziato con l'uccisione di #MahsaAmini
3/n ad opera del regime ha raggiunto il proprio culmine.
Qualcosa è andato storto, con l'Occidente che non può dirsi esente da colpe, lento nella risposta offerta alle ambizioni dei giovani e delle donne iraniane, scarsamente reattivo nel visualizzare la finestra di opportunità