Lorenzo Cutugno è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) il 14 gennaio 1947. Si è arruolato nel 1968, iniziando la carriera a Palermo Ucciardone. Nel 1971 è stato trasferito a Torino alle carceri “Nuove”. 
#MdT 1978 – E’ sposato con Franca Sabiano di 29 anni e ha una figlioletta Daniela di soli 2 anni.
Nel carcere è al casellario, dove i detenuti lasciano i beni personali. E all’ufficio colloqui dove controlla documenti dei visitatori.
Nel carcere è al casellario, dove i detenuti lasciano i beni personali. E all’ufficio colloqui dove controlla documenti dei visitatori.
E’ un periodo difficile nelle carceri. Le violenze all’ordine del giorno, dentro e fuori. Un anno prima avevano tentato di investirlo. Ha ricevuto una serie di minacce culminate nel rogo della sua auto rivendicato dai Nuclei Proletari Comunisti.
#MdT 11/04/1978 – Lorenzo ha paura per sua moglie e sua figlia. Ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Sicilia. Doveva già essere partito, ma ha posticipato di qualche giorno per non mettere in difficoltà i colleghi
#MdT 11/04/1978 – Ore 7,30 del mattino. Lorenzo esce dalla sua abitazione al quinto piano in Lungo Dora Napoli 60 per recarsi al lavoro alle carceri “Nuove”. Scende con l’ascensore. Appena si aprono le porte dell'ascensore vede un uomo e una donna.
La donna è Nadia Ponti e l’uomo Cristoforo Piancone. Estraggono le pistole e gli sparano alle gambe numerosi. colpi (silenziati da un pezzo di pompa di bicicletta riempito di paglia di vetro). Lorenzo cade urlando. L’uomo e la donna escono dal palazzo.
Lorenzo è ferito alle gambe. Sa che non hanno voluto ucciderlo. Potrebbe rimanere fermo in attesa di aiuto. Ma il suo dovere è fermare quelle persone. Continueranno a spargere sofferenza se non vengono fermati. Barcolla, esce dal palazzo, e spara all'uomo con la sua calibro 9
Ma c’è un terzo terrorista Vincenzo Acella nella 124 rubata,ferma in strada. Esce, si porta dietro a Lorenzo e gli spara due colpi uno al cuore un altro alla testa. Quello fatale, sparato a non più di 15 cm quando ormai era già a terra.
La moglie Franca, operaia “Facis”, ha sentito i colpi. Scende in strada. Si stende vicino al marito sul marciapiede davanti casa. Si corica sopra di lui, piange, urla “me l’hanno ucciso, me l’hanno ucciso”.
Lorenzo non saprà mai che il suo sacrificio non è stato invano. Aveva ferito gravemente Cristoforo Piancone. Abbandonato davanti all’ospedale dai suoi complici verrà catturato dalle Forze dell'ordine, primo terrorista ad essere catturato con il sacrificio di un tutore dell'ordine
Lorenzo è stato ucciso solo perché ha voluto fare il proprio dovere fino in fondo.
Lorenzo si è battuto per evitare che i mostri avessero la meglio.
Non si è arreso, perché i suoi ideali erano e rimarranno più forti di qualsiasi ideologia che causa violenza.
Lorenzo si è battuto per evitare che i mostri avessero la meglio.
Non si è arreso, perché i suoi ideali erano e rimarranno più forti di qualsiasi ideologia che causa violenza.
