#MdT 1975 - Antonio Niedda è nato a Bonorva, in provincia di Sassari, il 2 febbraio del 1931 da una famiglia contadina. Nel 1963 si è sposato con Angelica (che è nata a Schio) e ha due figli, Massimo di 11 anni e Salvatore di 8. 
#MdT 1975 – Antonio ha fatto solo un mestiere nella sua vita: il poliziotto. E’ entrato in Polizia nel 1955 e, dopo aver frequentato la Scuola di Vicenza, ha prestato servizio presso Reparti di Piacenza e Roma. Ora è alla Sezione Polizia Stradale di Padova.
Antonio ha ricevuto un Attestato di Benemerenza per aver partecipato alle operazioni di soccorso delle popolazioni del Vajont. Una medaglia d’oro dall’ACI in riconoscenza del servizio di prevenzione infortuni in aiuto agli automobilisti. Giudizio di 20 anni di lavoro:Eccellente.
#MdT 04/09/1975 – Antonio è in servizio antirapina col vice-brigadiere Armando Dalla Pozza. Dopo aver fatto dei controlli al casello autostradale di Padova Est, alle 9:30 si dirigono con un furgone F112 a Ponte di Brenta, in via delle Ceramiche“. Controllano il traffico.
Sono lì da due ore. Osservano dall’altra parte della strada una Fiat 128 targata Verona con a bordo due giovani. Il loro atteggiamento suscita sospetti perchè sono fermi da troppo tempo.
Dalla Pozza attraversa la strada per chiedere loro i documenti.
Dalla Pozza attraversa la strada per chiedere loro i documenti.
La patente è sospetta. L’agente li invita a seguirli. Mentre si stanno dirigendo verso il furgone per i controlli di rito, uno dei due giovani apre il fuoco. Antonio, che sta seguendo la scena, viene colpito e crolla a terra, raggiunto da cinque proiettili.
Dalla Pozza si salva solo grazie ad un balzo che lo pone al riparo del furgone e grazie al fatto che la pistola del giovane si inceppa. I due terroristi tentano la fuga, ma uno dei due viene raggiunto e ammanettato dal collega di Antonio.
I due giovani furono arrestati. Si trattava di Carlo Picchiura, 25 anni, di Brescia, iscritto al III anno di filosofia. E Pietro Despari, di Zara, iscritto al II anno di medicina. Al processo, su 25 giudici popolari, 19 presentarono certificati medici e si ritirarono.
Comunque furono trovati i giudici popolari che servivano. Il processo si concluse il 2 giugno 1977 con la condanna dell’assassino di Antonio, Carlo Picchiura, a 26 anni di carcere. Lui era un brigatista “un eroe della controrivoluzione” come amava definirsi.
Angelica è disperata. Il suo Antonio era stato un ottimo mezzofondista e lo aveva conosciuto proprio durante un raduno collegiale a Schio.
Si avvicina alla finestra. Vuole buttarsi di sotto. I parenti accorrono, l’afferrano. E’ salva, ma morta dentro. Altra vittima invisibile.
Si avvicina alla finestra. Vuole buttarsi di sotto. I parenti accorrono, l’afferrano. E’ salva, ma morta dentro. Altra vittima invisibile.
Una corona di fiori al funerale fu inviata dai rom che stazionavano abitualmente vicino al fiume a Ponte di Brenta.Riconoscenti perché spesso Antonio si recava nel loro campo per salutare i bambini. Francesco e Salvatore, i due figli di Antonio, oggi vestono la divisa del padre.
