Thread by @JohannesBuckler

#MdT 11/06/1904 – Corte d’Assise di Milano. Sul banco degli imputati un uomo di mezza età, vestito bene. Il portavoce dei giurati ha appena emesso il verdetto. L’uomo è condannato a 12 giorni di carcere.
Chi è quell’uomo e cosa ha fatto per meritare 12 giorni di galera?

L’uomo si chiama Alberto Olivo. Ed è stato appena condannato a 12 giorni di galera per aver... ucciso, fatto a pezzi e gettata in mare aperto...la moglie.
Come si è arrivati a una condanna così lieve? E chi era soprattutto Alberto Olivo?
Questa la sua storia.

Alberto Olivo era nato a Udine nel 1858 da poveri genitori. Era un ragioniere (pagato 175 lire al mese) nel fabbricone della Richard Ginori, a Milano, quando aveva conosciuto la sua futura moglie, Ernestina Beccaro in una trattoria.
”Mi ricordava mia madre” disse in seguito.

Si erano sposati un anno dopo, ma la convivenza si era mostrata subito difficile. "La donna deve essere sottomessa", diceva. Tra l'altro lui è tirchio e guai a sganciare soldi per un regalo alla moglie. Ma lei non pretende regali. Vuole un maestro per istruirsi un po’.

Lui mal sopporta quella donna e non perde occasione di rinfacciarle di essere analfabeta. Come scriverà anni dopo in un suo libro, aveva anche pensato di separarsi (causa presunta tresca con un medico).
Considerazioni di ordine economico gli avevano fatto cambiare idea

#MdT notte tra il 16 e il 17 maggio 1903 - Appartamento di via Macello 25, l’attuale via Modestino. Scoppia l’ennesima lite. Con le reciproche offese. Ma quando lei offende la madre di lui…

Tralascio i particolari raccapriccianti del delitto. Dico solo che l’Olivo cercò di sbarazzarsi del cadavere. Prese un treno per Genova con una valigia (con dentro il cadavere), affittò una barca e gettò la valigia in mare.

Non sapeva che le correnti avrebbero portato a riva la valigia. Come avvenne. Non ci volle molto ad identificare la vittima e risalire al marito. Un crimine efferato, ma è il finale che lasciò tutti esterrefatti.

Venne condannato a 12 giorni di prigione. E Alberto Olivo tornò libero.

Fortunatamente la Cassazione annullò la sentenza e dispose lo svolgimento di un nuovo processo davanti alla Corte di Assise di Bergamo.

Tra i periti chiamati a testimoniare, c’è anche quello di colui che è considerato il più importante criminologo italiano, Cesare Lombroso, il padre della criminologia moderna.

La giuria capì poco del discorso del Lombroso. Capì solo il succo delle sue parole. La colpa di quella "iracondia morbosa epilettica”del marito era solo ed esclusivamente della vittima, donna di facili costumi.

Giurati e giudici alla fine giudicarono il delitto come perpetrato da un marito lavoratore, colto, risparmiatore, sbeffeggiato da una moglie, volgare, ignorante, dedita al vizio e allo sperpero di denaro.
Condannando Olivo a 1 settimana di galera e 135 lire di sanzione pecuniaria

Alberto Olivo, dopo tanto clamore, riuscì a cambiare cognome e a risposarsi (la nuova moglie sopravviverà). Morì dimenticato nel 1942.

Nel 1988, Bollati Boringhieri ha pubblicato, curato da Ermanno Cavazzoni, il memoriale redatto da Olivo tra i due processi, “Ira fatale”