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Questa solfa che i gilets gialli sono fascisti è come l'ironia da quattro soldi quando qualcuno cita Marx. È una roba da Italietta. Oggi in tutto il mondo si studia, si cita, si rivisita Marx più che mai, l'attualità del suo pensiero è dichiarata da "insospettabili"-->
--> così come In tutto il mondo si è capito che quanto sta accadendo in Francia è cruciale e sta definendo le forme della politica, del conflitto e del sociale. Il quadro che ne esce non c'entra nulla con la caricatura che si fa in Italia, tutta tarata su paragoni con -->
--> le nostre misere soggettività politiche, anzi, partitiche. Si vedono i gilet gialli e scatta il riflesso, la similitudine con M5S, Lega, Casapound. Il New York Times, che non è un foglio sovversivo, già il 5 dicembre faceva notare che sta succedendo tutt'altro. -->
--> «Ciò che rende diversa la rivolta francese è che non ha seguito il solito copione populista. Non è collegata a un partito politico, men che meno a un partito di destra. Non si concentra su razza e immigrazione, temi che non compaiono nelle rivendicazioni del movimento. -->
--- Non è guidata da un singolo leader arruffapopolo. Il tema non è il nazionalismo. La sollevazione è invece spontanea e autodeterminata, e riguarda principalmente questioni di classe. Riguarda il non riuscire a pagare le bollette. -->
--> Sotto questi aspetti, è più vicina a Occupy Wall Street che a Orban, più simile alle proteste guidate dai lavoratori poveri negli USA che al razzista sventolar di bandiere del leader autoritario ungherese. -->
[...] Ed è questo a rendere diverso il movimento francese, per fare un esempio, dal Movimento 5 Stelle in Italia, che è cresciuto grazie a un disgusto simile... Ma i 5S sono sempre stati più un partito politico che un movimento, guidato da figure di spicco -->
--> (su tutti, Beppe Grillo) e da altre più oscure (i Casaleggio) che dall'inizio hanno alimentato il malcontento per incanalarlo e mettergli le briglie.» Ripetiamo, questo è il New York Times, e l'articolo è del 5 dicembre. Poco dopo, parlando di Macron, faceva notare -->
---> la sua mancanza di base sociale (vedi screenshot). Al primo turno – quello che conta per capire il consenso – Macron è stato votato dal 24%, che però è un 15% *reale*, il 15% degli aventi diritto. Eppure, con questo consenso scarsissimo, ha imposto -->
--> o cercato di imporre ogni sorta di forzature, misure drastiche contro il lavoro e a vantaggio del capitale, detassazione dei ricchi, tagli, macelleria sociale. Su questo, un mese dopo, ha scritto un articolo *cruciale* l'economista Bruno Amable, apparso su Libération. --->
Il titolo è «Un potere illegittimo radicalizzato». Nello scrrenshot, un passaggio tradotto con Gùgoltranslèit. Anche qui, stiamo parlando di Libération, uno dei più importanti quotidiani francesi, non di un foglio insurrezionalista. -->
liberation.fr/debats/2019/01…
--> Ci sono compagn* qui su Twitter, come @anubidal, che seguono da anni – e più puntualmente di noi, che le abbiamo "orecchiate" – le lotte in Francia contro Macron: quella contro la Loi Travail, quella a difesa della ZAD, le occupazioni dei licei e delle università ecc. -->
--> Quest* compagn*, fin da subito, hanno fatto notare che stava succedendo qualcosa di importantissimo e, soprattutto, *come conseguenza* del ciclo di lotte in corso da tre anni. Al tempo stesso in continuità e in discontinuità, i gielt gialli sono un Evento (come lo intende -->
--> il filosofo Alain Badiou): in un "sito" (la Francia) si sono accumulate energie e precondizioni, e in quel sito si produce un Evento, che lacera il tessuto delle apparenze e "fa esistere", finalmente visibili, quelle energie che c'erano sempre state, ma latenti. -->
--> Anubi e altr* hanno cominciato a riversare qui su Twitter materiali: i primi inviti a non snobbare e non etichettare in modo facilone la rivolta, le primissime analisi, testimonianze da blocchi e cortei. A quel punto, siamo partiti anche noi, e abbiamo raccolto -->
--> documentazione, riflessioni, sia provenienti dagli ambienti militanti sia dai media più mainstream, oltre ai primi studi sociologici sul campo. Quella rivolta stava diventando sempre più complessa, multiforme, ricca, e ovviamente contraddittoria, perché -->
--> una sollevazione di massa è la realtà che si muove, e la realtà è spuria. La pretesa che una sollevazione di massa sia chimicamente "pura" e al 100% coerente con l'idealtipo che abbiamo in mente noi è insensata, bisogna *lavorare* sulle contraddizioni. È stata questa -->
--> la scelta fatta da una composita galassia di movimenti di base, movimenti radicali, coordinamenti, collettivi, anche sindacati, e persino partiti di sinistra: non demonizzare, starci dentro, e ogni volta che si poteva impedire ai fascisti di parassitare quelle scadenze -->
--> e quell'immaginario. In Italia i media hanno spesso amplificato aspetti marginali o personaggi marginalissimi, come quando la Rai, in mezzo a decine di migliaia di manifestanti, è andata a cercare e intervistare Marsella di Casapound, patetico turista nelle rivolte altrui -->
--> che se non ha preso le mazzate è solo perché non lo conoscono, visto che quello stesso giorno in quella stessa manifestazione svariati fascisti sono stati individuati, picchiati e cacciati dal corteo (i video sono fantastici). Un altro "tic" molto italiano -->
--> è quello di ripetere sempre le stesse due cose che i giornali "di riferimento" scrivevano nei primissimi giorni e in buona sostanza hanno continuato a scrivere. Da novembre è successo davvero *di tutto*, ma qui ancora stiamo al «non vogliono pagare le accise sulla benzina» ->
--> Noi un mese fa abbiamo raccolto, in forma di «Momento» qui su Twitter, un insieme di testi in francese, inglese e italiano, li abbiamo linkati su Giap scrivendo una breve intro e per tutto dicembre l'abbiamo aggiornato. --> wumingfoundation.com/giap/2018/12/g…
--> Ne faremo uno anche per gennaio, visto che abbiamo segnalato molte cose anche negli ultimi giorni e visto che la situazione continua a evolversi e le contraddizioni (esterne e interne al movimento) continuano ad acuirsi. Il problema qual è? Che molta gente è affezionata -->
--> all'idea preconcetta che si è fatta a novembre, e non la mollerà. È in primis una questione di appartenenza: i nostri cialtroni pentaleghisti hanno parlato bene della lotta senza capirci un cazzo e cercando di strumentalizzare (tentativi che in Francia sono stati rigettati ->
--> ) e l'attuale (sedicente) opposizione al governo pentaleghista, coi suoi partiti e giornali-partito, che tra l'altro Macron lo hanno sempre sostenuto in quanto presunto «argine contro il populismo» ha avuto gioco facile a etichettare i GJ come versione gallica di Lega-M5S. ->
--> Un sacco di gente non si smuoverà da qui, anche perché molti non leggono né il francese né l'inglese, ed evidentemente sono troppo pigri per usare Google Translate. Noi cosa possiamo farci? Abbiamo cercato e cercheremo ancora di infomare, e gettare sguardi non banali su -->
--> un movimento che, come dice un'analisi apparsa su @paris-lutte (che non condividiamo al 100% ma offre molti spunti) «est annonciateur des luttes à venir dans ce cycle dépressif». Fine. Ancora una volta chiediamo scusa per questi thread lunghissimi.
paris-luttes.info/crise-qui-vien…
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