Thread by @JohannesBuckler

Nel thread precedente vi ho parlato della Repubblica di Venezia e del suo problema.
Deve portare aiuti a Brescia che è allo stremo sotto i colpi dell’esercito del ducato di Milano.
Ma la via sul Garda meridionale è bloccata ed è quindi impossibile arrivarci per quella via.

#MdT 01/12/1438 – Senato della Serenissima. La discussione è animata. Parecchio animata. Come arrivare a Brescia?
Può la “Serenissima” Venezia, una potenza nel mare Mediterraneo, arrendersi una volta messi i “piedi a terra”?

All’improvviso due persone chiedono di parlare.

Sono l’ingegnere Biaso de Arboribus e l’esperto marinaio di Creta (veneziana) Nicolo Sorbolo.

"Noi un modo per arrivare al lago di Garda e salvare Brescia lo abbiamo", dicono.

"Possiamo far risalire una flotta lungo l’Adige,dall’adriatico fino a quasi sotto Rovereto. Da qui le trainiamo via terra attraverso i boschi del Trentino fin sulle pendici del Monte Balbo e poi le facciamo scendere e le rimettiamo in acqua a Torbole (lago di garda) che è nostra"

La proposta è scioccante.
"Però una volta trasportata la nostra flotta via terra, attraverso i monti, la capacità marinaresca assicurerebbe una vittoria certa".
Detto, fatto.
Il Gran Consiglio approva.
Nome del progetto: ”Galeas per montes conducendo”.
Costo 15mila ducati.

Ricordate il primo tweet del therad precedente?

#MdT 1439 - Il rumore è sordo tra i boschi del Trentino. I taglialegna avanzano, non conoscono ostacoli. Gli alberi cadono uno dietro l'altro ad indicare una via.

Cosa stava accadendo? Quello previsto dal progetto.

Venezia ha assoldato migliaia di falegnami, sterratori e carpentieri.
Vuole costruire una strada tra i boschi, composta da tronchi dislocati in orizzontale.
Hanno livellato strade e interrato ruscelli per farvi scorrere 6 galee (grandi e piccole), 2 fregate e 25 grosse barche.

Difficile immaginare la grandezza di quell’impresa.
Caricate armi, vettovaglie e attrezzature la spedizione partì da Venezia verso la foce dell’Adige per risalire il fiume.
All’altezza di Verona applicarono dei galleggianti alle navi per diminuire la profondità del pescaggio

E poi su fino a pochi km a sud di Rovereto. Dove il fiume fu abbandonato.
Si proseguì via terra, Le galee furono poste sugli enormi tronchi e trainate da 20 paia dei 20mila buoi requisiti.
Foresta disboscata, spuntoni di roccia frantumati, avvallamenti colmati.Due case abbattute

Poi il lago di Loppio fino all’ostacolo più grande: il Passo di San Giovanni, dislivello 274 metri. Superato anche quello, alla flotta rimaneva di scendere lungo il pendio fino al paese di Torbole.
I buoi ora trattenevano le navi, legate agli alberi per evitare lo scivolamento.

Il vento soffia forte, ma in senso contrario. E allora aprono le vele, che rallentano la discesa facendo da freno. Arrivando finalmente nel lago di Garda. L’impresa, sotto l’alto comando del Gattamelata, è conclusa. La flotta al comando di Pietro Zeno è pronta a sfidare il nemico

Come andò a finire?
Che l’impresa non servì a niente.
Perché i milanesi li stavano aspettando. Senza l’effetto sorpresa la flotta veneziana venne sconfitta da quella milanese davanti a Maderno.
Due sole navi veneziane si salvarono.
Tranquilli. Non finì lì.

L’anno seguente, grazie allo stesso percorso, arrivò una grande quantità di manodopera e materiale per costruire altre navi.
Nel 1440, al comando del capitano Stefano Contarini, la flotta veneziana sconfisse quella milanese a Ponale, prendendo il controllo del lago di Garda.

Nel 1441 la Pace di Cremona sancì la fine del conflitto tra Milano e Venezia.

Se avete occasione di passare da Venezia, al Palazzo ducale (soffitto della sala del Maggior Consiglio) potete ammirare un dipinto del Tintoretto che raffigura la battaglia navale sul lago di Garda.