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Perché la sconfitta dei laburisti alle #ElezioniEuropee è forse più grave della catastrofe dei conservatori, perché il Brexit Party non è un fuoco di paglia e perché il No Deal è sempre più vicino
Se siete ancora svegli, ecco un mio thread lungo ma spero esaustivo (THREAD IN ITA)
1. La disfatta dei conservatori era risaputa, dopo il disastro del governo May sulla Brexit. Molti elettori sono passati al Brexit Party ma molti di essi sono “recuperabili” se la Brexit viene portata a compimento. Il problema vero ora è il Labour, anche se ha preso più voti.
2. Il Labour è riuscito a perdere roccaforti del nord industriale come Leeds e Wigan, zone del Galles dove dominava da quasi un secolo, è scomparso in Scozia, spodestato dai libdem nella “Mecca” Londra e qui ha capitolato addirittura nella circoscrizione di Corbyn, Islington.
3. Il problema di Corbyn è capitale.
Lui dice che vuole unire tutte le anime del Paese e quindi insiste su una equidistanza su #Brexit, “irreversibile”’ ma anche il secondo referendum è una opzione, usciamo da Ue ma rimaniamo in unione doganale + sorta mercato unico eccetera.
4. Risultato: gli europeisti considerano il Labour un Partito sempre più euroscettico (come del resto è stato Corbyn in passato). Gli euroscettici vedono il partito di Corbyn come quello che puo annullare la Brexit avallando un secondo referendum.
#Brexit #ElezioniEuropee2019
5. Perché la tattica di Corbyn non avrebbe mai potuto funzionare?
1) la brexit è uno degli argomenti più polarizzanti toccati in carriera. Spesso non c’è una via di mezzo
2) l’Europa è una cosa seria. Ogni posizione è legittima ma bisogna essere chiari e Corbyn non lo è mai stato
6. La cosa più incomprensibile di Corbyn è questa: lui spinge per unione doganale + sorta di mercato unico Ue senza diritto di voto a Bruxelles. Ma a quel punto, davvero converrebbe rimanere in Ue: almeno Londra avrebbe voce e diritto di veto su molte cose.
#Brexit
7. Per questo, facendo un semplice calcolo politico ma anche pragmatico, a Corbyn converrebbe dire: “Guardate, gli altri vi porteranno allo sfascio, io votai per restare nell’Ue e anche se molti di voi laburisti hanno votato Brexit, io vi dico: restare nell’Ue è meglio”.
#Brexit
8. Invece no. Lui dice che, da leader, deve compattare tutte le anime e le posizioni del partito e del Paese. Ma così finisce in un vicolo cieco. E gli euroscettici finiscono al Brexit Party di Farage e molti eurofili hanno votato per il lib-dem di Cable, ora al secondo posto. 🇬🇧
9. Ma visti i risultati delle #ElezioniEuropee2019 in UK, in cui i partiti esplicitamente pro Ue e 2ndo referendum hanno vinto 40 a 34%, Corbyn ha cambiato idea. E ieri sera su Facebook si è affrettato a scrivere: “Ora bisogna far decidere il popolo, elezioni o referendum” 🇬🇧🇪🇺
10. Non solo. Oggi Lo stesso Corbyn si è affrettato a dire che “è necessario un referendum confermativo su qualsiasi accordo Brexit verra deciso dal Parlamento britannico”. Vale a dire, un secondo referendum vero e proprio, anche se il No Deal non è improbabile (ma ci arriveremo)
11. Ma quanto è credibile Corbyn adesso, dopo aver ignorato il disagio europeista crescente nel suo partito? Molto poco, purtroppo. E la pressione nel suo partito - spaccato sulla Brexit - cresce. E a questo punto la sua leadership è in serio pericolo. 🇬🇧🇪🇺
#Brexit
12. Le mie fonti laburiste mi dicono che a giorni spunteranno i coltelli nel partito. La frangia europeista guidata da Watson (sodale dell’ex premier Brown) e dello stesso ministro ombra Brexit Starmer comincerà a fare sul serio. E Corbyn a questo punto rischia grosso. 🇬🇧🇪🇺
13. La cosa che oggi mi ha stupito più di tutte è il comportamento di John McDonnell, il potente e fedelissimo n.2 di Corbyn. Mentre Corbyn citava parallelamente nuove elezioni e secondo referendum, McDonnell invocava il 2Ndo ref. E poi nel pomeriggio questo...
#Brexit
14. Se persino McDonnell si permette di distanziarsi così tanto dal leader Corbyn, spezzando quella “solidarietà socialista” che ha sempre invocato contro coloro che “vogliono dividere me e Jeremy” forse siamo arrivati davvero a un punto limite.
#Brexit #EuropeanElectionResults
15. Vedremo, ma credo che il Labour si sia infilato in un vicolo cieco vagamente simile alla #Brexit e uscirne adesso, essendo allo stesso tempo credibili, sarà difficile. Perché ripeto, l’Europa è una cosa seria, ogni posizione è legittima, ma l’ambiguita è la scelta peggiore.
16. Insomma, ne vedremo delle belle sul Labour, ma passiamo a Farage. Molti dicono che il suo Brexit Party sia l’ennesimo movimento di protesta fuoco di paglia. Io non la penso così: questo movimento può andare ben oltre. Per almeno due motivi.
#brexit #elezionieuropee19
17. Il primo: la #Brexit. È un argomento serio quanto l’Europa ed è innegabile che i politici britannici abbiano tirato la corda se a 3 anni dal referendum hanno dovuto votare per surreali europee. Ahivoglia a dire: su altri temi Farage si scioglie. Questo è l’unico tema ora.
18. Secondo: con Farage ho parlato più volte la settimana scorsa (qui c’è anche la mia intervista esclusiva con lui rep.repubblica.it/pwa/intervista…) e, a differenza del passato, mi pare davvero convinto a “sporcarsi le mani” a Westminster come mai prima. Ma perché? 🇬🇧
19. Si è fatto più tardi del previsto, soprattutto per il fuso italiano. Continuo domani. Grazie dell’attenzione sinora.
20. Rieccoci. Dove eravamo rimasti? Ah sì, Farage. Che ora, a differenza del passato, può giocarsela anche a Westminster. Questo per 2 motivi: 1) ha capito durante la campagna elettorale che ha un enorme pubblico che lo seguirà ovunque. 2) Labour e conservatori sono a pezzi
21. Non solo. Nel panorama politico britannico attuale, #Farage è davvero uno dei politici più travolgenti, con la sua retorica demagogica, il suo humour britannico, la sua risposta sempre pronta. È un osso molto duro per chiunque e alle elezioni generali lo sarà ancora di più.
22. Insomma, dopo tanti anni a Strasburgo dove bastava fare retorica antieuropeista per dare un senso al proprio ricco stipendio, ora Farage è tentato da questa sfida. E alle spalle ha un pubblico sempre più folto e sempre più vario, come ho raccontato qui rep.repubblica.it/pwa/generale/2…
23. Molti dicono che il Brexit Party di Farage sarà un fuoco di paglia come l'UKIP, che non sfonderà mai alle elezioni generali perché non ha altri argomenti. Io invece credo che possa farlo, principalmente per un motivo.
#ElezioniEuropee2019 🇬🇧
24. Perché ora l'unico argomento è la #Brexit. E lo sarà per diversi altri anni. Il Brexit Party di Farage ha una doppia forza: ha le idee chiare (condivisibili o meno) su Brexit a differenza di Labour e Conservatori, e propone di terminare subito un'agonia di 3 anni oramai.🇬🇧🇪🇺
25. Questo ovviamente porrà una pressione enorme sul partito conservatore e farà sì che il prossimo leader dopo May sarà molto probabilmente un forte euroscettico. Il super-favorito è Boris Johnson, come in molti saprete, anche se non è detto che ce la faccia. 🇬🇧🇪🇺
26. Questo perché il sistema di elezione del leader conservatore - e quindi del nuovo premier se ha maggioranza in Parlamento - è particolare. I deputati votano i candidati in lizza a oltranza. A ogni votazione viene eliminato l'ultimo, e così via, fino a quando non ne restano 2.
27. Solo allora si va al ballottaggio tra i circa 160mila iscritti, in maggioranza over 45 e benestanti. In questa platea Johson stravincerà. Il problema per lui è: riuscirà ad arrivare in "finale"? Perché tra i conservatori ci sono tanti nemici che possono farlo eliminare prima.
28. A parte che secondo me il partito Conservatore farebbe bene a tenere una linea responsabile sulla #Brexit, che alla lunga pagherà, e non farsi trascinare verso lo strapiombo del rischioso No Deal come vuole Farage. Anche perché la gente in genere sceglie sempre "l'originale"
29. Ma al di là di questi miei pensieri non richiesti, se come molto probabile vincerà Johnson, allora il No Deal potrebbe accadere piuttosto facilmente. Per varie ragioni. Scenario: Johnson diventa leader e premier (con o senza elezioni,questa è un'altra storia) e va a Bruxelles
30. Chiede all'Ue di togliere il controverso "backstop" sull'Irlanda (spiegazione qui lab.gedidigital.it/repubblica/201…) dall'accordo #Brexit firmato lo scorso novembre da May e dai 27 Paesi dell'Unione. Ma l'Ue gli sbatterà la porta in faccia, come già visto con May.
31. A quel punto, nella sua missione e mood anti-Farage, Johnson non potrà mai cedere all'Ue come ha fatto Theresa May. Mai. Rischia di perdere la faccia e far trionfare il Brexit Party anche alle elezioni politiche (per questo dico che ai Tories non conviene inseguire Farage).
32. E quindi Johnson, come ha fatto capire nel weekend, minaccerà pericolosamente il No Deal per scardinare la resistenza europea. Fino all'ultimo centimetro prima dello strapiombo. Con il risultato plausibile che il Regno Unito cadrà nel burrone e si porterà dietro anche l'Ue.
33. Questo perché, al momento, i margini di trattativa tra un eventuale governo Johnson e l'Ue sono ai minimi termini. Non vedo come Boris e Juncker e Tusk (o chi per loro) possano mai arrivare a un accordo, viste le posizioni di partenza. 🇬🇧🇪🇺
34. Ovviamente vedremo. Come sempre, soprattutto con la #Brexit, tutto può succedere. Per la prima volta però credo che la #Brexit sia arrivata a un punto più prevedibile (e forse ancora più fosco) di altri in passato. Ma è un thriller che continuerà a sorprenderci. Alla prossima
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