Riassumo in un thread, per i meno frettolosi, qualche riflessione che mi ha suggerito una giornata bizzarra, in cui un commento spontaneo e (credevo) innocuo su un'incredibile di Gratteri aveva provocato innumerevoli reazioni e oltre 100mila visualizzazioni.
La vedo in questo modo. Un PM d'assalto lancia una retata antimafia in cui vengono coinvolte oltre 300 persone. Lo ha già fatto in passato, con risultati risibili (112 arresti a Platì nel 2003, praticamente mezzo paese, con 3 condanne alla fine dei processi).
La retata avviene alla vigilia delle elezioni calabresi e colpiscono anche politici, in particolare PD della fazione "oliveriana", che si oppone all'accordo con i grillini in funzione antileghista.
Il PM, secondo un malcostume ormai tollerato, twitta allegramente, bacchettando i giornali per non dare il giusto rilievo alla sua azione, mentre altrove evoca il solito armamentario da semiosi ermetica, a partire dalla Massoneria deviata.
Ovviamente, questa inchiesta di concluderà in molte assoluzioni e poche condanne, basate sull'incredibile estensione legislativa dei reati di mafia negli anni scorsi (a partire dell'evanescente "concorso esterno", di cui praticamente chiunque può essere accusato).
In questo caso, come in passato, però, queste operazioni giudiziarie hanno un chiaro intento politico. Non discuto dell'onestà del PM, di cui non ho motivo di dubitare, ma marxianamente non considero l'onestà un concetto assoluto, svincolato dai rapporti sociali:
a quanto ne so, anche Monti è formalmente onesto, pur non essendolo socialmente e politicamente. Di fatto, l'operazione avviene in un momento cruciale, in cui si lotta per il controllo del Paese e in cui attori esteri (in primis UE e USA) vedono nell'Italia la faglia centrale.
I domini dell'UE stanno chiaramente "giocando tutto" sulla tenuta del governo attuale o su una sua versione rafforzata. Chi a vario titolo ostacola questo progetto viene colpito per la via giudiziaria, sottratta al controllo politico:
Renzi è stato colpito da accuse inconsistenti, che puntano al suo sputtanamento (termine tecnico), cui è molto esposto come hominus novus che ha avuto bisogno di reperire fondi e sostenitori.
Salvini è tenuto sotto scacco, non tanto dalle accuse di sequestro (troppo ridicole per essere efficaci), ma dal Russiagate, di cui i giornali annunciano evoluzioni a breve.
A questo punto si aggiunge il ridimensionamento dei PD calabresi che si oppongono alla linea centrale. L'obiettivo è rendere ancora salvabili le elezioni regionali in Calabria che, come quelle in Emilia-Romagna, appaiono l'ultima diga prima dell'alluvione.
Non sfugge a nessuno che una sconfitta simultanea in Calabria ed Emilia-Romagna sarebbe la fine dell'attuale maggioranza e, in condizioni normali, spingerebbe Renzi ad agire a tutto campo rispolverando il suo occasionale euoropeismo critico e le consonanze con Salvini.
A questo si accompagna l'accreditamento di Gratteri, con uno schema ripetuto nei decenni, come giudice integerrimo da inserire in un futuro governo, cosa già quasi successa con Renzi. Probabilmente lui e Cantone sarebbero la componente manettara da affiancare a Draghi &co.
Per questo il sistema ha deciso di puntare sul puntellamento dei 5 Stelle ormai istituzionalizzati (significativo che non partano inchieste su finanziamenti analoghi a quelli a Open) e sulla parte del PD più legata all'UE e a Mattarella.
L'obiettivo minimo è mantenere il controllo dei due pilastri del potere reale in Italia, accanto alla magistratura: presidenza della repubblica e corte costituzionale (che ne discende in buona parta).
Anche qui, uno schema già consolidato con Berlusconi (e che ha funzionato: Berlusconi è stato frenato, allontanato dal potere e poi normalizzato).
Grazie per la pazienza e per le eventuali osservazioni!
