Quelli che davvero hanno dato la vita per liberare l’Emilia-Romagna. (15)
Questa sono io da piccola.
Sarebbe bello restare sempre bambini e vedere il mondo con questi occhi. Gli occhi sì.
Il mio nome è Gabriella e sono nata a Calcara di Crespellano (Bologna) il 1° agosto 1912.
Questa sono io da piccola.
Sarebbe bello restare sempre bambini e vedere il mondo con questi occhi. Gli occhi sì.
Il mio nome è Gabriella e sono nata a Calcara di Crespellano (Bologna) il 1° agosto 1912.
Ero una contadina, avrei potuto continuare a lavorare nei campi, ma purtroppo avevo un po’ di idee strane, socialiste o semplicemente umane fate voi. Fu per quello che dopo l'8 settembre del 1943 organizzai i primi "Gruppi di Difesa della Donna".
Cosa facevamo di strano? Per esempio siamo scese in piazza a Castelfranco Emilia per protestare contro la scarsità di alimenti e per manifestare contro la guerra.
In quelle occasioni fui anche minacciata di morte dall'impiegato comunale fascista Reggiani.
In quelle occasioni fui anche minacciata di morte dall'impiegato comunale fascista Reggiani.
Poi assieme a mio marito avevamo trasformato la nostra casa in una base della Quarta Zona della Resistenza. Non eravamo violenti in realtà, ci accontentavamo di fare piccole azioni di sabotaggio. Anche perché avevo due bambine piccole ed ero ancora incinta .
Poi tutto cambiò. Il primo 13 dicembre del ‘44 vennero a prendermi in casa, era un gruppo di SS comandato dall'ufficiale Hans Schiffmann. Anche se incinta mi picchiarono, non volevo dire dove era mio marito. Mia figlia Savina era lì e ha visto tutto. Con i suoi occhi di bambina.
Sono finita poi in un magazzino dove veniva ammassata la canapa, a Castelfranco Emilia, sotto interrogatorio e torture atroci assieme a tanti altri che avevano avuto come me queste idee “strane”.
Poi la liberazione, ma non quella del 25 Aprile del ‘45, era solo il 17 dicembre del ‘44.
Essere fucilata sul greto del Panaro a San Cesario con altri 9 partigiani è stata la liberazione: già mi avevano strappato gli occhi e tagliato i seni. Gli stessi occhi che avevo da bimba.
Essere fucilata sul greto del Panaro a San Cesario con altri 9 partigiani è stata la liberazione: già mi avevano strappato gli occhi e tagliato i seni. Gli stessi occhi che avevo da bimba.
Il mio supplizio però non è stato inutile: tante donne dopo la mia morte si sono unite ai partigiani ed in mio onore è nato anche il distaccamento "Gabriella Degli Esposti", forse l'unica formazione partigiana formata esclusivamente da donne.
