Thread by @Marco_dreams

Quelli che davvero hanno dato la vita per liberare l’Emilia-Romagna. (16)

Si è trasferito nel paese un ragazzo di Gorizia del ‘25, Egon, e me ne sono subito innamorata. È più giovane di me che sono nata a Monterenzio (Bologna) il 17 luglio 1923, ma chi se ne importa, sono felice

Io mi chiamo Francesca e la mia è una famiglia di mugnai. Tutti però mi chiamano Edera, da sempre ho questo soprannome appiccicato.
E io come proprio come un edera mi sono attaccata a lui.
Adesso che siamo entrambi in carcere mi sento però in colpa.
Non dovevo coinvolgerlo.

Già una volta ero stata in carcere 20 giorni, tutto per colpa della mia educazione: sono cresciuta in una famiglia antifascista.
Cosa avevo fatto? Beh, avevo detto ad un impiegato comunale fascista: "Queste camicie nere... fra qualche anno dovranno scomparire".

Caduto Mussolini nel ‘43, con Egon e altri giovani di Monterenzio, abbiamo costretto le autorità del paese a distribuire gratuitamente alla popolazione il grano ammassato nei depositi. E subito dopo organizzato i gruppi di partigiani collegati alla 36a Brigata Garibaldi.

Come dicevo oggi è il 30 Marzo del ‘44 e siamo in carcere: con altri partigiani stavamo prelevando delle armi a Bologna e ci hanno catturati tutti. Sono stata torturata per tutto il giorno, ma il dolore vero era per le grida degli altri, del mio Egon e anche di mio cugino.

Adesso ci hanno caricato su un camion, hanno detto che ci portano in un altro carcere. Il camion però si è fermato, ci fanno scendere e ci dicono di andare contro il muro del cimitero di Via della Certosa.
Io ed Egon ci guardiamo negli occhi, abbiamo capito.

È finita, però almeno ho il tempo di gridare ai miei assassini: “Tremate. Anche una ragazza vi fa paura!”.

Con Francesca De Giovanni caddero il suo compagno, Egon Brass, e i partigiani Ettore Zaniboni, Enrico Foscardi, Attilio Diolaiti e Ferdinando Grilli.