1/7 Sei mesi in politica sono un'eternità. Così appare ancora distante anni luce il #G20 in #Indonesia. Eppure già da giorni i leader internazionali coi loro team discutono della loro partecipazione in quel di #Bali, il prossimo novembre.
Il motivo di tante riflessioni? #Putin.
2/7 Il presidente indonesiano Joko #Widodo ha invitato al meeting il presidente #Zelensky. Atto non scontato: l'#Ucraina infatti non fa parte del Gruppo dei 20.
Ieri, però, ha anche composto il numero del Cremlino, per far presente a #Putin che la sua presenza è gradita.
3/7 Qui le versioni divergono. L'Indonesia sostiene che #Putin abbia accettato l'invito, Mosca tiene invece a precisare che sia "prematuro" discutere oggi delle modalità di partecipazione al meeting della #Russia.
Ma è ovvio che la presenza o meno di #Putin sia un fattore da
4/7 considerare pure per tutti gli altri leader.
Traduco: ci si può prestare ad una foto di famiglia con un leader che si è definito un macellaio? Gli si possono stringere le mani che si ritengono insanguinate?
Alla Casa Bianca stanno ponendosi esattamente questi interrogativi.
5/7 Oddio, per tagliare la testa al toro, Washington una soluzione l'avrebbe pure proposta: sospendere la #Russia dal #G20, così come accadde nel 2014 dopo l'annessione della #Crimea, quando il #G8 si trasformò per l'occasione in #G7.
6/7 Già, peccato che la #Cina di assecondare i desiderata americani non vuol saperne. Niente.
Dunque, che fare? Partecipare al #G20 a denti stretti o lasciare la scena ai propri competitor? dangelodario.it/2022/04/29/g20…
Diverse ipotesi ed un dilemma, per tutti: quello di Ecce bombo.
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DIARIO DI GUERRA (GIORNO 68): LAVROV E LA VITTORIA DI DRAGHI
Nell'intervista concessa da Sergej #Lavrov a #ZonaBianca, il passaggio più importante a livello geopolitico è quello in cui il ministro degli Esteri di Mosca ha ammesso la sorpresa provata al Cremlino dinanzi
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all'atteggiamento dell'Italia dall'inizio della guerra. Roma, ha detto, "è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe: per noi è stata una sorpresa".
Ammissione non casuale da parte di un esperto diplomatico come #Lavrov, segno inequivocabile
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che indietro non si tornerà. Non con questo governo. Ma soprattutto: medaglia al valore di Mario #Draghi, capace nel giro di un anno di invertire il destino all'apparenza segnato di una piccola potenza come quella italica, vigoroso nell'atto di schierare lo Stivale dal
#Scholz dice che avere un approccio pacifista alla guerra è "obsoleto", che per difendersi servono le armi. Ottima notizia.
Ma ricordate questo tweet: appena la situazione a Kiev lo consentirà, la svolta geopolitica della #Germania provocherà malumori diffusi, dagli 🇺🇸 all'🇪🇺 .
Parliamo di un Paese troppo importante, e dal passato troppo ingombrante, perché il suo riarmo passi inosservato. Capisco che possa apparire un discorso lunare, ma già oggi a livello internazionale si guarda con stupore misto a sospetto alla velocità con cui la Germania si è
dimostrata capace di invertire la propria parabola geopolitica, alla scaltrezza con cui si è mossa finora (dalla prontezza con cui ha rinunciato a Nord Stream 2 fino alla nonchalance con la quale ha annunciato un riarmo monstre).
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DIARIO DI GUERRA (GIORNO 67): IL SABOTATORE IN BICICLETTA
Neanche il cambio di strategia che ha segnato l'inizio della "seconda fase" della guerra in #Ucraina ha prodotto finora gli effetti sperati da Mosca. L'Institute for the Study of War si spinge a dire che
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neppure l'invio di rinforzi sull'asse di #Izyum permetterebbe ai 🇷🇺 di effettuare dei progressi sostanziali, tanto è elevato il livello di degradazione delle truppe. Mosca però fa sfoggio delle proprie capacità: ieri lancio di missili Kalibr da un sottomarino nel Mar Nero.
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Sul terreno, una delle battaglie più importanti si sta svolgendo alle porte di #Sloviansk. Gli ucraini hanno finora fatto saltare in aria 6 ponti. Ne resta in piedi solo uno, che gli 🇺🇦 vogliono far esplodere quando i 🇷🇺 saranno più vicini, sfruttando poi
DIARIO DI GUERRA (GIORNO 66): DAL DONBASS ALLA TRANSNISTRIA, GLI SCENARI 1/9 Secondo l'Institute for the Study of War, le forze 🇷🇺nella giornata di ieri hanno registrato progressi limitati a ovest di #Severodonetsk, ma restano in stallo a sud di #Izyum.
Le posizioni di difesa 🇺🇦
2/9 nella fascia orientale restano forti, e i contrattacchi nell'area di #Kharkiv impegnano i russi, costretti a spostare le loro forze da #Izyum per difendere i territori conquistati.
Secondo l'istituto 🇺🇸, i russi probabilmente lasceranno una forza residua a #Mariupol, a
3/9 presidio della #Azovstal, per prevenire azioni partigiane.
Sempre grande attenzione a quanto accade in #Transnistria. L'intelligence 🇺🇦 continua a parlare di attacchi russi "false flag" studiati allo scopo di attirare la regione separatista in guerra. L'obiettivo potrebbe
1/7 Per il centrodestra, se ancora un centrodestra esiste, è una giornata importante.
Scatta oggi, da #Milano, la doppia opa della #Meloni. Coalizione e governo, gli obiettivi di "Giorgia", com'era solita chiamarla amichevolmente #Salvini, o della "signora Meloni", come ancora
2/7 oggi Silvio #Berlusconi è solito indicarla in pubblico. Con entrambi, ormai, i rapporti sono ai minimi termini. Col leghista #Meloni non parla da febbraio, col Cavaliere si sente a spizzichi e bocconi.
E se i simboli in politica ancora qualcosa valgono, non è un caso che
3/7 proprio nella #Milano che ha dato i natali ad entrambi, #Meloni tenga l'evento che nelle sue intenzioni dovrà inaugurare la campagna per le #Politiche2023. Elezioni in cui si dice pronta anche a correre da sola. E nelle quali dovrà provare di essersi accreditata in quel Nord
1/7 Oggi il ministro #Guerini ha parlato in audizione al #Copasir. In questa sede tutti gli esponenti dei partiti hanno avuto la possibilità di chiedere nel dettaglio quali e quante armi il governo italiano invierà all'#Ucraina per mezzo del decreto interministeriale
2/7 pubblicato in Gazzetta Ufficiale e su cui vige il vincolo di segretezza.
Nelle scorse ore Giuseppe #Conte e il #M5s hanno chiesto che #Draghi e il ministro #Guerini riferissero in Parlamento per avere la "possibilità di conoscere gli interventi programmatici del Governo".
3/7 #Conte ha posto una questione di "qualità" degli armamenti delle armi da inviare a #Kiev. Ovvero: sì alle armi difensive, no a quelle offensive. Una distinzione che ha provocato l'ilarità degli esperti militari. Cito il generale Tricarico, già capo di Stato maggiore