Veniamo al resoconto e alle mie considerazioni riguardo l'incontro tenutosi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles insieme ai fact-checkers europei. Thread 👇
La nota positiva è che molti di noi si sono incontrati dopo mesi di discussioni online, via chat o al telefono, riuscendo a conoscerci di persona e tornare nei nostri Paesi con ancora più consapevolezza di ciò che siamo e cosa vogliamo.
Il lato negativo è quello dei politici. Eravamo consapevoli di essere stati invitati da un'istituzione, composta da politici che si sono dimostrati preoccupati per la situazione. Hanno riconosciuto il nostro lavoro. Ci hanno chiesto di fare qualcosa, il problema è proprio "cosa".
@Antonio_Tajani, durante l'apertura dei lavori, aveva usato una parola che non mi era piaciuta affatto: "filtrare". Non c'è stato modo di domandargli cosa intendeva dire, ma se riferiva a qualche forma di censura, per quanto mi riguarda, è la strada sbagliata.
A chiudere il vicepresidente @RL_Valcarcel. Un lungo discorso molto criticabile. Volevo intervenire, così come voleva intervenire il collega francese accanto a me, ma il vicepresidente era andato via subito lasciandoci a bocca chiusa. Userò Twitter per fargli sapere cosa penso.
Il discorso di Valcarcel era incentrato nella difesa del processo democratico e in particolare dell'Unione Europea. Non ha capito il mio lavoro e quello di altri colleghi con i quali collaboro. Eppure per questo doveva lavorare anche la commissione, ma se bloccano i debunker...
Sono contro la disinformazione e a favore della corretta informazione, condizione necessaria per difendere la società e la democrazia. Potrei essere un sostenitore dell'UE, ma se un giorno i cittadini sceglieranno un'altra via hanno il diritto di farlo senza condizionamenti.
Se vogliamo difendere veramente la democrazia devono garantirci indipendenza e gli strumenti di cui abbiamo bisogno. Io andrò avanti ugualmente, in ogni caso, con la coerenza che ho dimostrato in questi anni.
Si è parlato anche di regole. Se queste "filtrano" (o "censurano") non risolveranno il problema, al contrario rafforzeranno le convinzioni di coloro che sono vittime della disinformazione e di chi la diffonde.
Le elezioni europee sono alle porte e purtroppo, non conoscendo o non volendo conoscere bene il problema, bisogna correre perché manca poco tempo. Potrei parlare per ore delle mancanze e degli errori commessi fino ad ora dalle istituzioni su questo tema, ma dobbiamo lavorare.
Spero che abbiano accolto e compreso le parole dette dalla comunità dei fact-checkers al Parlamento Europeo (e non solo). Se vogliono difendere la democrazia e il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente, senza censura, potremmo lavorare e in totale indipendenza.
Continuerò a operare come ho fatto fino ad ora, non ho motivo di cambiare perché sono sicuro della strada che ho scelto. Penso che un fact-checker non sia un "signor si signore", ma come un consulente abbia il dovere di dirti in faccia "hai fatto un errore", che ti piaccia o no. 
