Gaetano Cappiello è nato nel 1947. E’ agente di polizia a Palermo, sposato con una moglie bellissima e bellissimo è il loro figlio di cinque mesi.
Al lavoro sono giorni difficili.
Al lavoro sono giorni difficili.
La Questura di Palermo sta indagando per incastrare alcuni estorsori che hanno preso di mira un commerciante. Il proprietario di un noto laboratorio fotografico, Angelo Randazzo, è stato più volte oggetto di minacce da parte di mafiosi che chiedono soldi in cambio di protezione.
Il commerciante si è perciò rivolto alla Polizia. Vuole che i suoi estorsori vengano catturati. La polizia organizza un appuntamento per le ore 21:30 del 2 luglio, davanti alla Chiesa della Resurrezione nel quartiere “Villaggio Ruffini”. Una finta consegna del pizzo.
#MdT 02/07/1975 -La zona è circondata da agenti e sottufficiali in borghese, mentre un furgoncino civetta è posteggiato ad una ventina di metri dal luogo dell’appuntamento. L’agente Cappiello si trova nella macchina dell’imprenditore per proteggerlo durante la consegna del denaro
#MdT 02/07/1975 – Ore 21,15. I banditi telefonano a Randazzo dicendogli di attendere il loro arrivo in macchina. Poco dopo arrivano per ritirare i 25 milioni del pizzo.
L'agente Gaetano esce improvvisamente dalla vettura, dichiarandoli in arresto.
L'agente Gaetano esce improvvisamente dalla vettura, dichiarandoli in arresto.
I banditi reagiscono sparando all’impazzata. Gaetano viene raggiunto al petto da cinque colpi. Le sue condizioni sono gravi, Viene portato subito all’ospedale. Morirà poco dopo al Villa Sofia, tra le braccia del capo della mobile, Bruno Contrada.
Del delitto furono in seguito accusati uomini appartenenti al clan del boss Rosario Riccobono, tra i quali Gaspare Mutolo. L’agente Cappiello morì a soli 28 anni, lasciando la moglie e un figlio piccolo di cinque mesi.
Dal gennaio 1974 all’8 settembre 1975 furono ben ventinove gli agenti uccisi. Molti mentre stavano per arrestare sospetti terroristi, altri in servizio di appostamento sulle strade. Altri morti in servizio di ordine pubblico. Tanti. Troppi.
#MdT 18/05/2018 - Nel giardino della memoria, nel luogo della strage che il 23 maggio 1992 uccise il giudice Falcone, fra i tanti alberi che piantati per ricordare gli uomini dello Stato vittime del dovere, viene piantato un ulivo in memoria di Gaetano Cappiello.
