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Ho intravisto ieri una polemica sui ceffoni dati a figli e figlie a scopo educativo. Ho cercato di trattenermi, mi sono seduto sulle mani ed ho contato fino a googol (10 elevato alla 100). Qualcosa mi sento pero' di dire esprimendo, ovviamente, un'opinione personale. -->
La violenza a scopo educativo mi sembra un concetto, ad essere benevolo, bizzarro. Il ceffone, ovunque venga elargito, e' chiaramente un atto violento atto a far male. Magari poco, ma non e' la quantita' di dolore che lo esclude dal concetto di violenza -->
Sento qualcuno dire che un ceffone non ha mai fatto male a nessuno, o frasi che iniziano con "ai miei tempi.." avvalorando un concetto strano per cui se una cosa si faceva in passato allora tanto sbagliata non puo' essere. I risultati di un educazione violenta credo siano noti ->
Quindi si, personalmente ritengo che un ceffone sia di natura un atto violento. Su qualcuno che non si puo' difendere, e' una violenza ancor maggiore. Cosa rende un minore diverso da un adulto? Picchiereste vostra moglie o vostro marito? Vosto padre o un vostro collega? -->
Ora, se si sdogana l'idea che la violenza possa essere usata a scopo educativo, perche' allora un insegnante non puo' usarla in classe? O un adulto su un altro adulto? Se si puo' veicolare un messaggio positivo (si immagina che questa sia l'educazione) con un atto violento -->
perche' limitarla ai figli? Quando sento poi dire che il genitore ha diritto di picchiare un figlio mentre un'altra persona no, mi sembra che passi un messaggio altrettanto grave, il possesso dei figli. Il figlio lo picchio io perche' e' mio. Sulla mia proprieta' agisco io. -->
Non entro in scelte educative (che io pero' non ritengo tali) degli altri, ognuno faccia come crede, ma se io vedo o sento di un adulto che usa violenza contro un minore sia madre, padre, cugino, parente, divinita', lo ritengo un atto sbagliato (e se posso denuncio).
