Thread by @FabbioSabatini

Un governo per fare cosa?

È difficile commentare una crisi a tratti ridicola eppure tanto drammatica. Ogni considerazione può essere vanificata da nuove giravolte.

Tuttavia, vale la pena ragionare sulle implicazioni di politica economica (cioè sulle nostre vite).

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Non è facile capire le intenzioni programmatiche di Pd e 5 stelle. All'inizio, l’obiettivo principale sembrava evitare l'aumento dell'Iva (si veda per esempio l’intervista di Renzi del 10 agosto che di fatto ha avviato "la trattativa").

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corriere.it/politica/19_ag…

Ora, ci sono 2 modi per evitare l’aumento dell'Iva:

1) Tagliare sostanzialmente il reddito di cittadinanza e quota 100: impossibile per un governo coi 5 stelle, che su quei provvedimenti hanno costruito una campagna.

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2) Aumentare le tasse e/o tagliare la spesa pubblica. Far pagare agli italiani il conto degli sperperi di Lega e 5 stelle: politicamente, una missione suicida per il Pd.

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Conseguito l'obiettivo di rinviare le elezioni, Renzi si è sfilato dalla trattativa. La parola Iva è passata in secondo piano e sono iniziate le contrapposizioni sulle persone. Il nome del PdC, dei suoi vice, i ministri, la piattaforma Rousseau, la Casaleggio Associati.

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L'unico cenno alle intenzioni programmatiche del Pd è nel post di Zingaretti del 30 agosto, che fa seguito al celebre (suo malgrado) tweet del 29 agosto: “Vogliamo un governo che rimette i soldi nelle tasche degli italiani” (sic).

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facebook.com/nicolazingaret…

I punti di Zingaretti possono essere riassunti così: taglio delle tasse sui salari medio bassi, rilancio degli investimenti pubblici, incentivi agli investimenti privati, infrastrutture green, "rilancio dell'industria 4.0" (investimenti in automazione)...

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... "rilancio della politica sull’economia digitale" (difficile capire cosa significhi), rilancio della scuola, formazione gratuita dall'asilo all’università x i poveri, 10 miliardi e "nuova stagione di assunzioni" nella sanità pubblica, investimenti nella sicurezza urbana.

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Propositi molto generici e in parte facilmente condivisibili, con una caratteristica in comune: richiedono soldi, tanti soldi. E trascurano che per scongiurare l’aumento dell’Iva nel rispetto dei patti fiscali con l'Europa servono, secondo le stime, circa 30 miliardi.

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Non solo nessuno nel Pd ha spiegato dove trovare quei 30 miliardi, ma si propongono nuove spese per decine di miliardi. Anche in questo caso senza spiegare come finanziarle.

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Gli scenari possibili sono due:

1) Il Pd straccia i punti di Zingaretti e si prende la responsabilità di raccogliere 30 miliardi tra nuove tasse e minori spese per finanziare le prebende elettorali dei gialloverdi, portando a compimento il suo suicidio elettorale.

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2) Il governo finanzia prebende vecchie e nuove in deficit. Altro che 2,04 o 2,4%. Si sfonda la soglia del 3% e si avvia il debito su traiettoria pericolosa a dispetto dei vincoli europei (che non sono i capricci di un sadico ma servono a garantire la sostenibilità del debito).

A quanto pare il Pd sembra propendere per la seconda via, nella speranza che, con il ridimensionamento dei fanatici anti-euro che consigliano Salvini, la Commissione Europea ci ritenga maggiormente degni di fiducia e voglia concederci una certa flessibilità.

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È una strategia molto rischiosa: si tenta di perseguire le stesse identiche strategie proposte dagli "economisti" di Salvini, contando sul fatto che stavolta funzioneranno in virtù di una sostanziale differenza antropologica rispetto al governo precedente.

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Ora, può anche darsi che l'UE sia così felice del temporaneo allontanamento di Salvini da concederci più flessibilità, ed è vero che l’allentamento del rischio di "ridenominazione" del nostro debito in una valuta inferiore garantisce margini di manovra più ampi.

14/21

Ma tali condizioni non rendono meno sconsiderata una politica economica basata su spese incontrollate, e in parte inique (si veda per esempio quota 100), senza preoccupazione per il loro finanziamento, per la sostenibilità del debito e per il benessere delle generazioni future.

A questo punto direte? E allora i 5 stelle?

I 20 punti dei 5S, naturalmente, non sono da meno. Alcune riforme, per lo più dannose (il taglio dei parlamentari, al primo punto, è di per sé una riforma priva di qualsiasi significato che vada oltre la propaganda)...

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... e soprattutto nuova spesa senza limiti e nessuna preoccupazione su come finanziarla, sulla falsariga dei 13 mesi di governo con la Lega.

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huffingtonpost.it/entry/i-20-pun…

La verità è che dietro queste intenzioni di spesa non c'è una visione precisa del futuro del paese. Solo l'ansia di accaparrarsi frettolosamente un consenso effimero e per niente duraturo (l’esperienza del reddito di cittadinanza dovrebbe insegnare qualcosa).

18/21

Su tutti aleggia lo spettro dell'impostazione di politica economica vaneggiante sdoganata dai ciarlatani no-€, che si può riassumere così: se le cose si mettono male, potremo sempre creare ricchezza dal nulla prendendola indefinitamente a prestito o, al limite, stampando moneta.

Si ha la sensazione di assistere a un'egemonia delle ricette populiste di politica economica, basate su una sorta di "principio di irresponsabilità": ai costi e alla sostenibilità penseranno quelli che verranno dopo; ora conta solo il consenso. Effimero, va ricordato.

20/21

Non si sconfigge il populismo appropriandosi delle sue ricette miracolose, usando le sue parole d’ordine e rivitalizzando i suoi interpreti + pericolosi. Autoritarismo e populismo si sconfiggono costruendo una alternativa politica, a cominciare dalla politica economica.

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Post scriptum: il thread si trova srotolato qui facebook.com/fabio.sabatini
Grazie infinite per la pazienza.

Post post scriptum: se c'è un hashtag adatto al thread è quello lanciato qualche tempo fa da @VeroDeRomanis, che probabilmente usiamo solo in due: #ilpaesehabisognodiserietà.