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L’invasione immaginaria e le sue conseguenze

Il nuovo thread sulla ricerca scientifica risponde a 2 domande:

1) Siamo davvero invasi dagli immigrati?

2) In che modo le percezioni sballate sull’immigrazione influenzano le preferenze politiche?

[20 tweet spesi bene 👇]
Alesina, Miano e @S_Stantcheva (Harvard U.) hanno verificato se le percezioni popolari sull’immigrazione corrispondono alla realtà, e qual è il loro effetto sulle preferenze per la redistribuzione (cioè l’uso delle tasse e della spesa pubblica per ridurre le disuguaglianze).

1/
Gli autori hanno sottoposto un questionario su immigrazione e redistribuzione a un campione rappresentativo della popolazione *nativa* di 6 paesi (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia).

2/
Agli intervistati è stato chiesto di indicare qual è la % di immigrati regolari, la provenienza, religione, istruzione e condizioni economiche. Le risposte mostrano che una percezione completamente distorta dell’incidenza e della composizione dell’immigrazione.

3/
Per esempio, negli US e in Italia il numero di immigrati regolari è intorno al 10%, ma la percezione media è che sia il 36% negli US e il 26% in Italia. Le percezioni degli elettori di destra e di sinistra non sono significativamente diverse e sono entrambe sbagliate.

4/
Anche la composizione dell’immigrazione è percepita in modo sistematicamente sbagliato. I nativi credono che gli immigrati provengano per lo + da paesi con culture molto diverse dalla propria e “problematiche”, e che siano più poveri e meno istruiti di quanto sono in realtà.

5/
Per esempio, si sovrastima notevolmente la quota degli immigrati di religione musulmana e di quelli provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa, e si sottostima l’incidenza degli immigrati di religione cristiana.

6/
Le percezioni sono completamente sballate anche per quegli intervistati cui gli autori hanno promesso, in modo randomizzato, un compenso per le risposte accurate, a dimostrazione del fatto che si crede davvero che il proprio paese stia subendo un’invasione.

7/
Per studiare l’effetto delle percezioni sballate sulla redistribuzione, gli autori hanno sottoposto in modo randomizzato gli intervistati a tre diversi tipi di “trattamento”, come si fa negli esperimenti clinici per testare nuovi farmaci.

8/
Il 1° trattamento aveva il solo scopo di far pensare agli immigrati, e consisteva semplicemente nel porre le domande sull’immigrazione *prima* di quelle sulla redistribuzione.

9/
Il 2° trattamento forniva agli intervistati alcune informazioni sull’incidenza e l’origine degli immigrati, contenute in questo video sull’incidenza: e in questo sulla composizione:

10/
Nel 3° trattamento si raccontava un aneddoto sullo stile di vita di un immigrato che lavora duramente per integrarsi: . Questo trattamento non contiene alcuna informazione fattuale, ma spinge i “trattati” a pensare all’immigrato in termini positivi.

11/
Dopo il “trattamento”, agli intervistati è stato chiesto se sono favorevoli alle misure di sostegno del reddito (come il RdC) e alla tassazione progressiva, se sono disposti a donare per aiutare i poveri e se ritengono che la disuguaglianza sia un problema.

12/
I risultati: il solo fatto di pensare agli immigrati prima di rispondere alle domande sulla redistribuzione rende gli intervistati significativamente meno preoccupati delle disuguaglianze, meno favorevoli alla progressività del sistema tributario...

13/
... e alla spesa per redistribuzione (come quella che serve a finanziare lo stato sociale), e meno propensi a effettuare donazioni.

Probabilmente i nativi temono che le spese redistributive vadano a favore degli immigrati.

14/
Anche la somministrazione di informazioni fattuali sull’immigrazione diminuisce il supporto per la redistribuzione, perché “costringe” gli intervistati a pensare agli immigrati. L’accesso a informazioni corrette non intacca la percezione negativa dell’immigrazione.

15/
La somministrazione dell’aneddoto, invece, ha un effetto più forte delle informazioni fattuali, ma non forte abbastanza da controbilanciare l’effetto delle percezioni distorte sull’immigrazione.

16/
In sintesi:

1) Le percezioni sull’immigrazione sono sballate.

2) I pregiudizi sull’immigrazione cambiano le preferenze politiche, causando un minore supporto per la redistribuzione.

3) Gli aneddoti e le narrazioni sono + importanti dei fatti x l’opinione pubblica.

17/
Le opinioni dei nativi sugli immigrati non reagiscono alle informazioni fattuali e possono essere manipolate strategicamente attraverso narrazioni anti-immigrazione, anche per guadagnare supporto a politiche anti-redistributive, o regressive come la flat tax.

18/
Sotto questo punto di vista la strategia della Lega (NO immigrazione e NO redistribuzione) è più coerente e intercetta le pulsioni dell’elettorato più efficacemente dei messaggi contradditori dei 5 stelle (NO immigrazione Sì redistribuzione)...

19/
... che non a caso hanno provato più volte a escludere gli immigrati regolari dalla fruizione del reddito di cittadinanza.

20/
Nota: il paper si può scaricare gratuitamente dalla pagina di Stefanie Stantcheva, @S_Stantcheva: scholar.harvard.edu/stantcheva/pub…

Come sempre il thread si trova srotolato qui: facebook.com/fabio.sabatini

Grazie infinite per la pazienza.
@S_Stantcheva Post scriptum su un aspetto interessane che avevo scordao di mettere in evidenza: gli autori hanno misurato anche la propensione degli intervistati a informarsi attivamente.
Gli intervistati con le percezioni più sballate hanno maggiore fiducia nell'esattezza delle proprie percezioni e sono meno disponibili a pagare per ottenere informazioni corrette. In altre parole, sembra che scelgano di non sapere.
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