Stanno uscendo articoli innocentisti in difesa di Vitaly Markiv e dei paramilitari ucraini che sono stati accusati di aver ucciso il mio concittadino #AndyRocchelli. Iniziamo col dire che indicare costoro come nazisti non è un'esagerazione polemica. Eccoli in foto (sequestrata). 
Quindi, possiamo ben dire che gli articoli innocentisti sono articoli in difesa di un neonazista condannato per aver ucciso un giornalista. Un collega di Andy che si presta a scrivere articoli di questo genere dovrebbe pensare non una, ma diecimila volte, prima di dire fesserie.
Gli innocentisti credono alla favoletta dei paramilitari che dicono che solo l'esercito regolare su quella collina avesse in dotazione i mortai. Ecco una foto (sequestrata) e riconosciuta autentica da Markiv stesso con i paramilitari del suo gruppo e un mortaio su quella collina.
Gli innocentisti dicono che le raffiche sparate su Rocchelli e gli altri non potevano venire dalla collina dove c'era Markiv perché l'AK-47 ha poca gittata. Ma Markiv stesso ha detto che loro avevano degli AK-74, che invece hanno la gittata necessaria. 74 è diverso da 47.
Gli innocentisti dicono che Markiv sarebbe stato accusato soltanto sulla base di un articolo del Corriere. In realtà, ci sono varie intercettazioni, alcune anche in carcere, coerenti con la condanna. In una dice che Rocchelli se l'è andata a cercare.
Gli innocentisti dicono che non si è dimostrato che Markiv avesse un ruolo decisionale. La sentenza spiega che Markiv ha mentito in aula su questo, mostra che aveva la dotazione da capo postazione, lui stesso parlava di «miei soldati» e infine nessuno ha proposto un altro nome.
La conclusione che Markiv fosse davvero un neonazista inquadrato nella Guardia Nazionale che ha guidato l'attacco, con raffiche e poi colpi di mortaio, a Rocchelli, Mironov ed altri, è dunque semplicemente la spiegazione più semplice e razionale. Diffidate dei complottisti.
