Thread by @FabbioSabatini

⛔Stop alla valutazione della ricerca e al finanziamento in base alla produttività.

Le proposte Cgil x l'università (bit.ly/36iHEjM) sono un manifesto della conservazione e contro il merito, un favore alle vecchie generazioni e uno sgambetto alle nuove.

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Non a caso il tono del comunicato Cgil ricorda in modo inquietante lo sciagurato pezzo contro il merito di Walter Lapini sul Corriere (quello dell'inglese "vaselina dei popoli"), che avevo "tradotto" qui 👇

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https://twitter.com/FabbioSabatini/status/1213830362515869707?s=20

Se si rinuncia a valutare la ricerca e si slega il finanziamento dalla produttività, gli accademici senior perdono incentivi a reclutare i giovani più produttivi, quelli che hanno mostrato di saper contribuire al dibattito scientifico internazionale.

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Nell'università che auspica la Cgil, il barone che assume o promuove un ricercatore poco produttivo che ha trascorso tanto tempo "in fila" ad aspettare il "proprio turno" (per usare il lessico caro a Lapini e quelli come lui), non deve risponderne a nessuno...

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... perché dipartimento e ateneo non sono penalizzati dall'improduttività dei loro afferenti.

I dipartimenti e gli atenei, d'altro canto, non hanno alcun incentivo che vada oltre la buona volontà a competere con le università estere e inseguire la frontiera della ricerca.

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Oggi x i giovani che non vogliono asservirsi ad alcuna parrocchia e sono interessati solo a fare bene il proprio lavoro (i "cani sciolti", nel lessico di Lapini), produrre ricerca di livello internazionale è l'unico possibile strumento di mobilità accademica.

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Senza la valutazione della ricerca, tali giovani non potranno fare altro che lasciare il campo a chi è disponibile a "mettersi in fila", cioè servire un accademico anziano o una parrocchia nella speranza di essere presto o tardi considerato "maturo" abbastanza.

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Oppure, nel migliore dei casi, invecchiare serenamente nell'attesa che si smaltisca la fila.

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A guadagnare dalla restaurazione che invoca la Cgil sarebbero gli accademici "vecchio stile", per lo più anziani: quelli che vorrebbero che l'università fosse finanziata a pioggia senza distinguere tra studiosi, dipartimenti e atenei che lo meritano oppure no.

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Quegli stessi accademici che vedono nei giovani solo uno stuolo di potenziali servitori dei propri interessi particolari.

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Da giovane consideravo la Cgil un punto di riferimento. Ora mi sembra soprattutto un bastione di conservazione, che per difendere i legittimi interessi di anziani e insider non si preoccupa di danneggiare i giovani e gli outsider in barba a ogni considerazione di equità.

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Almeno nel caso dell'università, la Cgil è una forza restauratrice.

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Post scriptum: il thread si trova come sempre srotolato qui facebook.com/fabio.sabatini
Grazie per la pazienza.