Thread by @michelaz988

Due parole sulla narrazione grafica del #COVID19.
C’è un divario fra “il rischio” e “la percezione del rischio” che non si può eliminare del tutto. Compito di chi comunica, sia con i grafici che con le notizie, è far sì che questo divario sia il più stretto possibile. (1)

In Italia in questi giorni la mappa più rilanciata, tanto da essere lo sfondo per il Consiglio dei Ministri, è questa dello Johns Hopkins, come ha fatto notare ieri @ales9000. Vediamo la grafica. (2)

Sfondo nero e cerchi rossi sono una “scelta grafica”: potrebbero “significare” qualsiasi cosa, anche il numero di coniglietti per Paese, ma “comunicano” pericolo e morte. (3)

La narrazione nero-rosso ha una potente area semantica negativa: Darth Maul, Freddy Krueger, la Nazione del Fuoco, HAL 2000… (accetto suggerimenti).
L’immaginario visivo comunica con più forza e rapidità di qualsiasi testo. (4)

A tal proposito, la mappa del Johns Hopkins è interattiva. Volendo, basta aprire il pannello in alto a destra e si può giocare con i vari parametri, far apparire i casi di guarigione, si può persino cambiare lo sfondo. Così è molto meno minacciosa, direi. (5)

Inoltre, la mappa nella versione nera e rossa mostra i casi CUMULATIVI, cioè tutti dall’inizio della rilevazione a oggi. Mostrare la mappa dei casi attuali sarebbe comunicativamente più coretto, ma meno drammatico.
Questo è il punto. (6)

La drammatizzazione del fenomeno ne determina la percezione. E non è mai casuale, è una scelta (grafica in questo caso, ma vale anche per quella verbale, testuale, sui giornali, da parte dei politici).
Serve responsabilità da parte di chi comunica. (7)

Perché la “percezione del rischio” che viene comunicata può anche essere fuorviante, ma il panico che genera è reale. (8)

HAL 2000?! 🤦‍♀️