Questa è una storia un po’ personale e quindi la raccontiamo all’una del mattino. 45 anni e rotti fa ho conosciuto una signora che oggi ha un Bed&Breakfast a Verona. Ha 71 anni e c’è il Covid-19.
Da un mese e mezzo non ha più un cliente. E sa che non ne avrà più per i prossimi mesi. Riaprire l’estate? Troppa paura. Da un mese e mezzo, forse di più, è sola e chiusa in casa. I suoi figli sono in quarantena altrove: 200 e 1000 km.
Perfino la signora delle pulizia si è licenziata. E la nostra signora di 71 anni sta chiusa in casa. Vede i nipoti via Skype. Sogna di riabbracciarli. Parla con i figli sempre troppo assenti. Aspetta. Ma il tempo non passa mai. Il B&B non riaprirà. Forse nemmeno l’estate.
Qualche giorno fa (esattamente non li so perché la signora è riservata e non racconta molto di sé) un medico venuto dal Friuli per aiutare a Verona suona alla porta della signora: per caso ospiterebbe dei medici venuti da fuori nel suo B&B?
La signora ha un B&B vero. Tre stanze che sono quelle dei figli. Rifatte a lusso. Ciascuna con il suo bagno. Ma non è un albergo. Cucina in comune, entrata pure, lei vive lì: ha paura di essere contagiata. È nella categoria a rischio.
Il medico risponde “ha ragione, non si preoccupi”. Ma la signora chiede: “come si mangia in ospedale?”. Il medico: “beh, come in un ospedale”. E allora la signora ha un’idea. “Posso preparare io qualcosa. Che ne pensa?”.
La signora si mette a cucinare. E vi assicuro cucina pure bene. Lasagne. Pasta al forno. Pane. Ma ha paura e non va in ospedale. Lascia quel che ha preparato il giorno prima fuori dalla porta alle 7 del mattino. Il medico passa. E nemmeno si incrociano.
La signora di 71 anni fatica a stare ferma. Non è mai stata ferma in vita sua. Così riesce a ottenere dall’ospedale via la polizia una sorta di permesso per girare “limitatamente” per la spesa. Tipo: va a prendere le fragole e i produttori gliene regalano 6 chili.
La signora va a prendere la carne per il ragù e il macellaio le fa il 50% di sconto. Cucina, impacchetta, lascia fuori dalla porta. Ah: oggi ragù con i fegatini. “Magari quelli del turno di giorni buttano la pasta e lo riscaldano”. 
Con questa signora ci parlo spesso. Quasi ogni giorno. Ma questa storia è venuta fuori per caso, quando mio figlio le ha chiesto se fa ancora il pane con la macchina regalata a Natale. “Sì per l’ospedale”, aveva risposto. Per l’ospedale? E dal pane eccoci al ragù con i fegatini.
Lei dice che no, che lo fa per se stessa. Altrimenti si annoia e non si sente utile. E che palle stare sempre davanti alla tele. Ma credo che la storia vada raccontata perché ce ne sono altre migliaia e non lo sappiamo o ce ne dimentichiamo. E ognuna vale la pena.
La signora di 71 anni non vuole si sappia il suo nome. Al massimo chiedete a @piccolocarro. Quando sarà finito, se lo scoprite e siete a Verona, magari passate a salutare. Vorrei solo che sapesse che i miei figli sono molto orgogliosi di lei. E non dimenticheranno questa storia.
La storia di questa signora, per sua volontà, ha dato origine a un blog che aspira a raccogliere altre storie come la sua. Non sono storie di eroi, ma di darsi una mano
Se avete storie così, raccontatele a @piccolocarro
Le storie le troverete qui
👇
buonanotiziaweb.wordpress.com
Se avete storie così, raccontatele a @piccolocarro
Le storie le troverete qui
👇
buonanotiziaweb.wordpress.com
Ora grazie a @piccolocarro c’è pure un account da seguire e a cui segnalare le vostre storie.
Non è venerdì, ma #FF @NotizeIn
Non è venerdì, ma #FF @NotizeIn
Domani due altre storie su @NotizeIn
Si parlerà di Muffin a una casa di accoglienza di studenti migranti. E di tablet, scambi di droga ai check point Charlie di un ospedale e molta umanità.
Si parlerà di Muffin a una casa di accoglienza di studenti migranti. E di tablet, scambi di droga ai check point Charlie di un ospedale e molta umanità.
