1/n Decine di ore di interviste, oltre 30 figure chiave consultate nel governo #USA e in quelli Alleati, una quantità infinita di retroscena, aneddoti, ricostruzioni; il punto di vista privilegiato di chi ha visto arrivare il "cigno nero" dell'invasione russa dell'#Ucraina, di
2/n chi ha tentato fino all'ultimo istante di scongiurare la catastrofe, di chi ha temuto il collasso di #Kyiv, di chi ha organizzato la coalizione della resistenza, pianificando con mesi di anticipo la risposta alla guerra di Vladimir #Putin. È un lavoro straordinario quello
3/n realizzato da Politico, una "raccolta orale", per usare la definizione del quotidiano americano, che prende le mosse quando ancora l'ipotesi di una guerra su vasta scala nel cuore d'Europa appare inverosimile ai più.
È Jake #Sullivan, Consigliere per la Sicurezza Nazionale
4/n USA, astro nascente dell'amministrazione #Biden, o forse sua stella più luminosa, a tornare con la mente al primo momento chiave di questa storia: il vertice di Ginevra del giugno 2021. Il presidente americano e Vladimir Putin si incontrano in campo neutro. Al termine di quel
5/n colloquio, definito dal leader russo "molto costruttivo", lo stesso Putin dichiarerà che la questione ucraina è stata toccata, "ma non in modo dettagliato". A quasi due anni da quell'appuntamento, Sullivan smentisce quella tesi: "Ovviamente la notizia principale di quella
6/n visita erano gli attacchi ransomware e cyber, ma una buona parte della discussione a porte chiuse riguardava l'Ucraina". Sullo stato d'animo della delegazione USA alla fine del vertice fornisce dettagli interessanti Emily Horne, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale:
7/n "C'era un senso di 'non è ancora finita' mentre stavamo lasciando Ginevra. Pensavamo che ci sarebbe stata la guerra in Europa nei prossimi sei mesi quando abbiamo lasciato quell'incontro? No, non credo che nessuno l'avrebbe previsto durante il viaggio in aereo verso casa. Ma
8/n molto rapidamente dopo quell'incontro, Putin è uscito con il suo manifesto". A cosa si riferisce Emily Horne? Lo chiarisce il suo superiore, Jake Sullivan: "Durante l'estate, Putin ha pubblicato un lungo articolo sull'Ucraina. La sua retorica iniziò a cambiare in modo
9/n abbastanza marcato in pubblico. A quel punto, la nostra antenna è salita più in alto. Qualcosa stava cambiando nella sua mentalità".
Un uomo chiave per capire gli Stati Uniti degli ultimi anni è il generale Mark #Milley, il capo di Stato Maggiore dell'esercito americano,
10/n l'uomo per il quale, qualche tempo fa, Donald #Trump in persona chiese il processo per alto tradimento. L'accusa? Avere scongiurato il rischio di una Terza Guerra Mondiale con la #Cina, ma questa è un'altra storia. Milley è lucidissimo nel ricordare il primo momento in cui
11/n l'idea che Vladimir Putin stesse pensando di invadere l'Ucraina ha attraversato la sua mente: "A settembre, sono venuti da me con questa mappa e l'hanno stesa sul mio tavolo; hanno spiegato: 'Questo era diverso, signore, questo sembra diverso, questo è più grande per
12/n dimensioni, scala e portata, la disposizione, la composizione della forza, ecc'. Abbiamo parlato per forse un'ora. Ho fatto loro un sacco di domande - il giorno dopo tornano. Hanno approfondito in molti dettagli. Dico: "OK, vediamo cosa ha da dire il resto della comunità di
13/n intelligence. (...) Ci sono volute circa una settimana o due per mettere insieme questa immagine di una forza russa davvero significativa e considerevole. Poi ho detto: 'OK, dobbiamo informare il Segretario alla Difesa'. Non abbiamo ancora detto che si trattava di
14/n un'invasione. Sapevamo solo che era diverso. (...) Ci siamo organizzati per informare il presidente. Abbiamo tenuto un briefing presso lo Studio Ovale, e fu molto serio, molto cupo: 'Ci sono così tante forze russe, questa è la loro dimensione, questa è la loro capacità,
15/n questa è la loro composizione, questa è la loro disposizione. Questa è la dimensione delle forze ucraine'. Abbiamo esaminato le linee d'azione più probabili e più pericolose dei russi. Attirò sicuramente l'attenzione di tutti".
Ma anche dinanzi ad una serie di prove così
16/n evidenti, lo stupore sembra prevalere. Avril Haines, direttrice dell'Intelligence Nazionale, ammette: "Era difficile da credere, all'inizio, onestamente. La maggior parte delle persone ha detto: 'Sul serio? Un'opzione militare su larga scala? Sembra improbabile!'".
17/n Il generale Milley è consapevole che ciò che chiede in quel momento è qualcosa di molto vicino ad un atto di fede: "Quando qualcuno come me dice: 'Ehi, questa è la linea d'azione più pericolosa: probabilmente vedrete cinque armate da combattimento venire da questa parte, due
18/n di qua e cinque di là. Sarà preceduta da una quantità significativa di bombardamenti e attacchi missilistici russi, e sarà la più terribile operazione di combattimento dalla fine della Seconda Guerra Mondiale'. La gente se ne sta lì a pensare: 'Da quale pianeta è arrivato
19/n questo tizio?'. Posso capirlo, in effetti".
Ma la #Russia continua ad ammassare truppe al confine dell'Ucraina in una maniera che gli USA non possono ignorare. Daleep Singh, all'epoca vice-consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti per l'economia internazionale
20/n , ricorda un passaggio chiave, avvenuto durante il G20 organizzato a Roma dall'Italia di Mario #Draghi: "Putin non si è presentato. Si è presentato il ministro degli Esteri russo, Sergey #Lavrov. Nella sessione generale, ricordo molto chiaramente di essere stato seduto
21/n dietro al Presidente Biden, che rifletteva sul momento storico. 'Siamo a un punto di svolta, la storia giudicherà se le democrazie sono riuscite a unirsi e a difendere i principi fondamentali che sono alla base della pace e della sicurezza'. Guardando Lavrov, ha detto che la
22/n difesa della libertà non è gratuita". Jake Sullivan corrobora l'impressione di un G20 che fa da spartiacque: "Tornando da Roma, mi sono reso conto che era questione di settimane, non mesi o anni".
Il governo degli Stati Uniti si muove. Scende in campo un peso massimo come il
23/n direttore della CIA, Bill #Burns. Joe Biden lo invia a parlare con Vladimir Putin: "Il viaggio che il Presidente mi ha chiesto di fare a Mosca all'inizio di novembre aveva lo scopo di illustrare con un'insolita quantità di dettagli i motivi per cui eravamo preoccupati che
24/n Putin si stesse preparando ad una nuova grande invasione, e poi di essere molto chiari su quali sarebbero state le conseguenze nel caso in cui Putin avesse deciso di eseguire quel piano. Durante il viaggio ho avuto un brutto presentimento su ciò che stava per accadere.
25/n Questa sensazione è stata rafforzata dalle conversazioni che ho avuto in loco. (...) Sono uscito con la forte impressione che Putin avesse appena deciso di andare in guerra".
Il parere di Burns è importante anche per un altro motivo: si cala nei panni del leader del
26/n leader del Cremlino, cerca di interpretare i motivi che hanno portato un decisore politico, fino a quel momento universalmente riconosciuto come lucidissimo, a commettere quello che analisti ed esperti di tutto il mondo interpretano fin dagli albori come un marchiano errore
27/n strategico. "La mia impressione", dice Burns, "basata sulle interazioni con lui nel corso degli anni, era che molto avesse a che fare con la sua ossessione per il controllo dell'Ucraina. Si stava convincendo che strategicamente la finestra sulla sua opportunità di
28/n controllare l'Ucraina si stesse chiudendo. La sua convinzione era che senza controllare l'Ucraina e le sue scelte, non è possibile per la Russia essere una grande potenza e avere questa sfera di influenza che ritiene essenziale. E non è possibile per lui essere un grande
29/n leader russo senza riuscirci. Tatticamente Putin ha visto l'inverno del '21 e del '22 come uno scenario favorevole - lo ha detto quando gli ho parlato".
Avril Haines concorda con Burns: "Ha visto Angela #Merkel uscire dal quadro; Emmanuel #Macron distratto da un'elezione. Ha
30/n riconosciuto che in questo freddo inverno i prezzi dell'energia sarebbero stati alti, rendendo più difficile per l'Europa riunirsi. La coalizione sarà in grado di emanare il tipo di sanzioni che creerebbero preoccupazione? Ha visto tutte queste cose". Ma, per dirla ancora
31/n con le parole di Bill Burns: "Aveva torto su tutti questi presupposti, profondamente torto".
Il giorno in cui Volodymyr #Zelensky viene pienamente a conoscenza delle informazioni di intelligence raccolte dagli Stati Uniti, quello in cui gli viene comunicato che la Russia sta
32/n preparandosi ad un'invasione su larga scala è il 2 novembre 2021, alla COP 26 di Glasgow. A margine della conferenza sul clima, il segretario di Stato americano, Antony #Blinken, chiama Zelensky in disparte: "Noi due, seduti quasi ginocchio contro ginocchio in una stanza ai
33/n margini dell'incontro al vertice. Era molto crudo, molto palpabile. Lui ha accolto l'informazione in modo molto stoico".
Nel dicembre 2021 il presidente Biden prende la decisione di giocare un jolly: declassificare parte dell'intelligence USA sui movimenti russi per "entrare
34/n nella testa" di Vladimir Putin. Avril Haines ricorda lo scetticismo nei confronti degli Stati Uniti da parte dei colleghi dell'intelligence degli altri Paesi# NATO: "Ci chiedevano: 'Sul serio? State in qualche modo ingigantendo la minaccia come conseguenza di ciò che state
35/n suggerendo? Ci porterete ad affrontare la situazione invece di aiutarci a prepararci?'". Il primo esempio di declassificazione 'urbi et orbi' avviene il 3 dicembre. Sul Washington Post viene pubblicata una mappa che mostra l'accumulo di truppe russe al confine ucraino e il
36/n potenziale per un'invasione.
Ciò che un profano può bollare come "esagerazione" assume tutta un'altra veste agli occhi degli esperti militari. Il generale Milley spiega: "Ci sono degli indicatori che si possono notare come soldati professionisti che separano la realtà dalle
37/n esercitazioni, alcune cose che si fanno nelle esercitazioni che non si fanno per le invasioni, e alcune cose che si fanno in un'invasione che non si fanno per le esercitazioni. La logistica, gli ospedali, le tende, l'evacuazione, il sangue, la mobilitazione di medici,
38/n infermieri. (...) Poi la scala, le dimensioni. Se si fa un'esercitazione con 200.000 soldati, è molto costoso. Sono molti soldi. La mettono insieme a settembre, ottobre e poi, tutto d'un tratto, a novembre ci sono ancora quei ragazzi sul campo? A dicembre è come dire: 'Cosa
39/n state facendo?' Nessuno si esercita così a lungo. Che razza di esercitazione è?". Ecco perché alla Casa Bianca la consapevolezza di qualcosa di "grosso" è diffusa diversi mesi prima dell'attacco. Victoria Nuland, Sottosegretario di Stato per gli affari politici
40/n nell'amministrazione Biden, la mette giù così: "Basti dire che a dicembre ho portato in ufficio tutto l'occorrente per la doccia, un paio di cambi di vestiti, cose per dormire, una coperta e una serie di snack molto più nutrienti, perché sapevo che l'orario di lavoro non era
41/n prevedibile".
Ma cosa fanno gli Stati Uniti a quel punto? Come si comportano per evitare una guerra? Joe Biden spedisce ancora una volta in avanscoperta Bill Burns, l'uomo delle missioni che contano. Il direttore della CIA vede Zelensky. Siamo a metà gennaio. Poco più di un
42/n mese all'invasione. Durante l'incontro, al presidente ucraino vengono illustrate le informazioni più aggiornate sui piani di Mosca, ma se da un lato Washington desidera preparare l'Ucraina al peggio, dall'altro non ha ancora rinunciato all'idea di convincere Vladimir Putin a
43/n desistere dai suoi propositi. Antony Blinken incontra il suo omologo Sergey Lavrov, ancora a Ginevra, è il 21 gennaio; di quella giornata ricorda un aneddoto particolare: "A Ginevra c'era un vento incredibilmente forte - non ho mai visto il lago di Ginevra più agitato in
44/n vita mia, come un oceano con una forte tempesta in arrivo. Ho accennato a questo e ho detto: 'Abbiamo la responsabilità di vedere se riusciamo a calmare il mare, a calmare il lago'. Lavrov si è concentrato in modo inusuale sui suoi argomenti e non ci sono stati molti scambi
45/n estemporanei, cosa che di solito non accade con lui. Volevo vedere se c'era un modo concreto per fare breccia e ho suggerito di passare un po' di tempo da soli dopo la riunione con i nostri team. Ci sedemmo su sedie a circa un metro l'una dall'altra. Gli chiesi: 'Dimmi, cosa
46/n stai cercando di fare? Che cosa sta succedendo qui? Si tratta davvero dei vostri presunti problemi di sicurezza? O si tratta di qualcosa di teologico, cioè della convinzione di Putin che l'Ucraina non sia uno Stato indipendente e debba essere inglobata nella Russia? Se si
47/n tratta della prima ipotesi, se si tratta davvero, dal vostro punto di vista, di preoccupazioni per la sicurezza della Russia, allora dobbiamo cercare di parlare di queste e delle nostre profonde preoccupazioni per la sicurezza di ciò che la Russia sta facendo, perché
48/n dobbiamo evitare una guerra. Ma se si tratta di quest'ultimo aspetto, se si tratta di una visione profondamente sbagliata del fatto che l'Ucraina non è un Paese a sé stante, e siete determinati ad inglobarla nella Russia, beh, non c'è nulla di cui parlare'. Non ha potuto o
49/n non ha non voluto darmi una risposta diretta". dangelodario.it/2023/02/26/ret…
L'articolo prosegue per gli iscritti al Blog, perché è giusto che chi sostiene quotidianamente il mio lavoro riceva ogni tanto dei premi. Dentro c'è una chicca anche sull'Italia: dice in particolare
50/n del ruolo decisivo di Mario #Draghi, e del rispetto di cui gode alla Casa Bianca. steadyhq.com/it/dangelodario
Dietro questo pezzo c'è un weekend di lavoro (come avrete notato da una presenza meno assidua).
Chi vuole sostenermi, chi vuole avere pieno accesso al Blog, si iscriva!
51/n Al paragrafo 49, anzi, all'ultima frase dell'articolo per Twitter c'è un "non" di troppo. La frase corretta è: "Non ha potuto o non ha voluto darmi una risposta diretta".
Perdonate il refuso: è la stanchezza. E mettetevi nei miei panni, ora che non posso modificare. 😑
52/n Grazie a TUTTI coloro che stanno esprimendo apprezzamento per il mio lavoro. Le vostre parole ripagano di tanti sacrifici.
Chi vuole può sostenere il mio lavoro andando su dangelodario.it e lasciare una donazione a sua scelta. Ancora grazie di cuore.
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🚨🇲🇩 1/n
Rappresenta un segnale inquietante per le serenità della #Moldova la decisione annunciata pochi minuti fa dalla compagnia aerea ungherese #WizzAir. Il maggiore vettore low-cost dell'Europa centrale e orientale ha infatti comunicato la volontà di sospendere, a partire
2/n dal 14 marzo, tutti i suoi voli "da" e "per" la capitale moldava, #Chisinau, denunciando "rischi per la sicurezza". Ancora più allarmante il comunicato con cui la compagnia ha motivato la sua scelta.
"Wizz Air - si legge - ha monitorato da vicino la situazione della sicurezza
3/n in Moldova e si è tenuta costantemente in contatto con varie autorità e agenzie locali e internazionali per garantire il massimo livello di sicurezza e protezione delle operazioni. La sicurezza dei passeggeri e dell'equipaggio rimane la priorità numero uno di Wizz Air e, a
🚨🇷🇸🇽🇰 1/n Giornata importante, per alcuni funzionari UE addirittura "decisiva", per il futuro dei #Balcani e, più nello specifico, dei rapporti fra #Serbia e #Kosovo.
Dopo settimane di silenzio, precedute da mesi di tensioni, da richieste di intervento militare, valichi
2/n bloccati, proteste di piazza, l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep #Borrell, ci riprova. Obiettivo? Mettere insieme, allo stesso tavolo, il presidente serbo #Vucic e il primo ministro kosovaro #Kurti, possibilmente trovando un accordo, evitando che "la
3/n giungla invada il giardino" europeo. Le attese per l'incontro odierno sono elevatissime: all'ordine del giorno c'è la discussione della cosiddetta "proposta franco-tedesca" per Kosovo e Metochia, ma anche l'annosa questione dell'Associazione dei comuni serbi, tutela che
🚨Naufragio in provincia di #Crotone. Tra 150 e 180 #migranti provenienti soprattutto da #Iran, #Afghanistan e #Pakistan. Cinquanta superstiti, decine di cadaveri recuperati, altrettanti dispersi. #Meloni: "Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi
di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l'azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di una immigrazione senza regole".
Governatore Regione #Calabria, Roberto #Occhiuto: "La Calabria è in lutto, dove è l'Europa?".
1/n Potevano esserci molti modi per commemorare l'inizio dell'invasione russa dell'#Ucraina. Avrei potuto fare il punto militare dopo un anno di combattimenti e spargimenti di sangue. Avrei potuto riportare le dichiarazioni di tutti i leader mondiali che stanno commentando questo
2/n tragico anniversario. Avrei potuto scrivere un articolo di retroscena, concentrarmi sui vaneggiamenti di Vladimir #Putin. Ho pensato che niente avrebbe racchiuso il dramma di una nazione e del suo popolo meglio della storia di #DenysTkach, 36 anni, primo soldato ucraino
3/n ucciso nell'attacco russo, trucidato da una pioggia di proiettili poco dopo le 3.40 del 24 febbraio 2022, più di un'ora prima che Putin annunciasse al mondo l'inizio della sua "operazione militare speciale".
A ricostruire la sua storia personale, militare, familiare, è stato
🚨🇷🇺🇲🇩 1/n Arrivano segnali a dir poco preoccupanti dalla #Moldova. E non sono quelli che la stampa internazionale ha fino a ieri riportato come decisivi. Più che sul decreto sulla sovranità moldava annullato da #Putin rispetto alla questione #Transnistria, occorre infatti
2/n concentrarsi sul repentino cambio di passo imposto dal Ministero della Difesa 🇷🇺sul fronte comunicativo. Poche ore fa, Mosca ha infatti redatto una nota allarmante nei toni e nella sostanza, dichiarando che "secondo le informazioni in possesso, il regime di #Kyiv sta
3/n preparando una provocazione armata" contro la Moldova. Questa operazione, sostiene la #Russia, dovrebbe tenersi "nel prossimo futuro" e "sarà effettuata da unità delle Forze armate 🇺🇦, comprese quelle che coinvolgono la formazione nazionalista #Azov". Il comunicato prosegue
TRENTA SECONDI DA DRAGHI 1/n Si dice che i più grandi siano coloro che hanno la forza di lasciare quando sono ancora al vertice. Scacciando la tentazione di percepirsi eterni.
Sempre rimpianti, mai sopportati. Evitando che la sabbia, precipitando nella clessidra, finisca per
2/n seppellirli nell'irrilevanza.
Nella vita può accadere di essere accompagnati alla porta, spinti con cortesia a liberare l'armadietto, con tanti saluti alla famiglia e auguri per le feste che verranno. Fino ad oggi Mario #Draghi è stato padrone del proprio destino. Anche
3/n nella giungla più selvaggia, la politica italiana, ha tenuto distanti le sabbie mobili, schivato le infinite botole collocate da altri sul suo cammino, saputo dosare tempi e modi della propria uscita di scena. Lo ha fatto arrendendosi ad una sola, amara, consapevolezza: che