Hazrat Inayat Khan è un importante artista, considerato dai critici “il Beethoven indiano". Ma è anche un filosofo musulmano Sufi, fondatore del Sufi internazionale. Un pensiero religioso pacifista ed ecumenico, molto distante dalle varie correnti sunnite e sciite. 
Nel tentativo di fare proseliti, è negli Stati Uniti nel 1912 dove sposa la ricca ereditiera Ray Baker. Nel loro peregrinare sono a Mosca il 2 gennaio del 1914. Dove nasce la loro primogenita. Noor-un-Nisa Inayat Khan, più semplicemente Noor. Una vera principessa indiana.
Dopo la morte improvvisa del padre, Noor va a studiare in Francia. Si diploma in pianoforte, arpa e composizione al Conservatorio di Parigi e si laurea in Psicologia infantile alla Sorbona. Cura programmi radiofonici, compone canzoni e scrive libri di fiabe.
Giugno 1940, la Francia viene invasa dai tedeschi, Noor va nel Regno Unito e si arruola nelle forze armate inglesi. Potrebbe stare lontana dalla guerra, ma odia quello che sta succedendo. Per lei Hitler è il male assoluto.
Appena arruolata è una semplice ausiliaria della RAF. Ma parla il Francese a livello di madrelingua e i suoi superiori le propongono di tornare in Francia, come agente segreto. Dopo l' addestramento, nel giugno del 1943, viene trasferita in Francia con un viaggio aereo notturno.
Fa parte del SOE (Special Operations Executive), creato da Sir Winston Churchill nel 1942 nell’ambito dei servizi di spionaggio britannici. Noor diventa un agente segreto. Senza licenza di uccidere, perchè la sua religione le vieta l’uso delle armi e il ricorso alla violenza.
Per gli anglo-americani la priorità assoluta è sviare i tedeschi sul luogo dello sbarco alleato. Tutto serve. Anche quello di fornire ai propri agenti operativi in Francia informazioni sbagliate da far intercettare ai tedeschi, i quali tenderanno quindi a crederle vere.
Prima o poi la Gestapo arriverà anche a Noor. Potrebbe fuggire ma si rifiuta. Serve un operatore radio per programmare atterraggi, i decolli segreti e coordinare tutte le azioni. Con in spalla una ricetrasmittente di 15 chili diventa la persona più ricercata dalla Gestapo.
Il 22 aprile 1944 Noor, alias radio Aurore invia un messaggio ai partigiani francesi. Si chiede di spostare i depositi delle armi dalla Sologne alle regioni del Nord. Per far credere ai tedeschi che da quelle parti sarebbe avvenuto lo sbarco alleato.
Però la Gestapo ormai ha un suo identikit. Forse a causa di una soffiata, nell’ottobre del 1943, viene catturata. Lei è una “principessa”, ma i tedeschi capiscono subito con chi hanno a che fare. Per due volte tenta la fuga. Viene ripresa e immobilizzata con delle catene.
I tedeschi decidono di trasferire Noor nel carcere di Pforzheim, a Karlsruhe. Fissata al muro con delle catene viene nutrita da un’altra detenuta. Ogni giorno viene portata nella sala interrogatori in cui viene torturata, ma non riescono a farle rivelare nulla.
L’11 settembre 1944 viene prelevata con altre tre ragazze attive nello spionaggio. Sono Madeleine Demarment, Yolande Beekman e Eliane Plewman. Nel lager di Dachau c'è un commando di SS guidato dall’ufficiale Wilhelm Ruppert (impiccato per i suoi crimini nel 1946).
Per due giorni le sottopone a ogni sorta di sevizie.
La mattina del 13 settembre 1944, le uccide a colpi di pistola bruciando poi i loro corpi.
L’ultima parola che esce dalla bocca di Noor è ‘liberté!’
La mattina del 13 settembre 1944, le uccide a colpi di pistola bruciando poi i loro corpi.
L’ultima parola che esce dalla bocca di Noor è ‘liberté!’
Noor sarà insignita della George Cross (la più alta decorazione inglese dopo la Victoria Cross) e della Croix de Guerre avec étoile de vermeil (importante decorazione francese). Primo caduto britannico di religione musulmana cui sia stato concesso il titolo di “eroe di guerra”
