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Da qualche mese #Renzi si è intestato una battaglia contro le “fake news”, che avrebbero contribuito alle sconfitte del 2016 e 2018.

Ma davvero le bufale online spostano voti? Ne ho scritto su @ilfoglio_it di oggi e qui sotto vi anticipo qualcosa 👇🏻 1/10
Per bufale intendo meme e video falsi, anonimi, che circolano in rete. Come Renzi a Ibiza con la Lamborghini (falso) o Boschi al funerale di Totò Riina (falso).
Non invece narrazioni false e promesse impossibili da parte di politici, di cui non possiamo misurare gli effetti 2/10
Prima di tutto, non bisognerebbe parlare di “fake news”. Ormai queste parole sono talmente abusate che hanno perso il loro significato. In tanti le usano semplicemente per criticare notizie sgradite. Qui @dpfunke spiega il perché poynter.org/fact-checking/… 3/10
Un dato che sembrerebbe dare ragione a Renzi è questo, di Demos (2017). Riporta i risultati di un sondaggio su quanto gli elettorati dei partiti credono (blu scuro) e diffondono (azzurro) bufale in rete. M5s è primo, Pd è ultimo.

Ma la realtà potrebbe essere diversa.

4/10
Il punto è uno: non c’è una ricerca che io abbia trovato che provi il legame tra leggere bufale in rete e la scelta elettorale. Non ci sono prove che la disinformazione abbia effettivamente mai aiutato a vincere un’elezione (se mi sbaglio segnalatemi ciò che avete trovato)

5/10
Il meccanismo sembra invece essere il contrario di quello più intuitivo: un utente legge e dà credito alle bufale in rete perché è già convinto della propria scelta, e tende a cercare informazioni che confermino la propria fede politica. È il confirmation bias, bellezza!

6/10
Secondo un paper in Usa, nel 2016, 6 visite su 10 a siti di disinformazione provenivano dal 10% della popolazione con la dieta informativa più conservatrice. Uno degli autori ha confermato l’assenza di prove sugli effetti delle bufale sul voto qui medium.com/s/reasonable-d… 7/10
Anche i ricercatori italiani si sono dati da fare e hanno smentito possibili effetti della disinformazione sui risultati elettorali, sfruttando la differenza linguistica esogena tra Alto Adige e Trentino. Da leggere @NicFraccaroli, uno degli autori:

8/10
Sia chiaro: la disinformazione è pericolosa. Può accrescere la polarizzazione, danneggiare la vita di chi è preso di mira e minare la fiducia nelle istituzioni. Ma non sembra avere effetto forte sul voto. Chi lo sostiene forse dimentica le proprie responsabilità politiche.

9/10
Di questo e altro ho scritto su @ilfoglio_it di oggi, sia in edicola che online. Sul sito l’articolo è solo per abbonati: un buon motivo per regalarvi l’abbonamento online. Non ve ne pentirete!

Link: ilfoglio.it/sound-check/20…

10/10
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